Stati uniti Il secondo mandato di Donald Trump promette di traghettare la superpotenza occidentale a una fase post democratica, caratterizzata da securitarismo autoritario, egemonismo culturale e prepotenza politica. Un modello globale per le destre populiste
Donald e Melania Trump ai fuochi di artificio per l'elezione nel Trump National Golf Club il 18 gennaio – Alex Brandon /Ap
“Da oggi TikTok è tornato!” ha esclamato Donald Trump, stilando la lista di risultati che ha detto di aver “ottenuto già prima di essere presidente.” Figurarsi nei “più gloriosi quattro anni della stori d’America che inizieranno oggi,” ha aggiunto gongolante nel plauso della folla.
Il passaggio dedicato alla piattaforma social è stato fra i più istruttivi del comizio tenuto ieri a Washington, alla vigila dell’insediamento ufficiale di oggi. “Non abbiamo scelta,” ha detto il quasi-presidente, “ne va di un gran giro di affari, un sacco di posti di lavoro che non vogliamo lasciare ai cinesi”. Probabilmente faremo una joint venture, ha continuato schiettamente. “Dicono che TikTok valga miliardi, forse migliaia di miliardi. Ma senza la mia autorizzazione vale zero dollari. Il valore lo aggiungo io, allora però chiederò una partecipazione del 50% per gli Stati uniti. Che ne pensate? Che vi piaccia o meno TikTok, faremo un mucchio i soldi”.
Non poteva esserci illustrazione migliore del Trump-pensiero sulla monetizzazione della presidenza americana, destinata ad essere caratteristica saliente della prossima amministrazione. Il passaggio su TikTok (che è tornato attivo dopo meno di 24 ore di oscuramento a seguito delle assicurazioni twittate da Trump) è stato indicativo della schiettezza che ha caratterizzato il discorso, una versione condensata dei comizi elettorali standard – e un anticipo di quelli che certamente si susseguiranno anche durante la presidenza, secondo il modello di campagna permanente già attuato nel primo mandato.
Per Trump la priorità rimarrà glorificare Trump e plasmare la percezione della base mediante una dieta costante di propaganda autocelebrativa.
La giornata di Trump ieri è iniziata con un ricevimento dove con Melania ha ricevuto la serenata di un imitatore di Elvis ed è terminata sulle note dei Village People che hanno intonato, stavolta dal vivo, “YMCA”. Un tripudio pacchiano dietro al quale si cela una svolta davvero epocale per l’esperimento americano e per gli Stati uniti, che da oggi passano a sperimentare una nuova dimensione di corruzione politica e compenetrazione di capitale e potere.
La nuova era inizierà, ha assicurato Trump, alle 12 di oggi (le 18 ora italiana). Una presidenza che promette di essere del tutto transazionale e di traghettare la superpotenza occidentale ad una fase effettivamente post democratica, caratterizzata da securitarismo autoritario, egemonismo culturale e prepotenza politica. Un modello globale per
le destre populiste.
Trump ne ha anticipato le caratteristiche salienti, a cominciare dallo “stop all’invasione di clandestini.” Il fatto non sussiste, dato che già da mesi il flusso dell’immigrazione è stato ridotto a minimi storici dalle politiche di Biden, virtualmente indistinguibili da quelle dello stesso Trump.
Ma dati, fatti e statistiche notoriamente non incidono sulle politiche populiste, quel che conta è la percezione.
A questo proposito Trump ha snocciolato imprecisioni e falsità con la consueta disinvoltura.
Le deportazioni libereranno il paese dai clandestini “il 52% dei quali ha ucciso almeno una persona,” ha mentito (ogni studio rivela tassi di criminalità inferiori nella popolazione immigrata rispetto a quella autoctona).
Il paese “tornerà a sfruttare le proprie risorse energetiche” (gli Usa sono già oggi il primo produttore mondiale di petrolio e il primo esportatore di gas naturale).
Gli Usa torneranno ad essere una potenza militare con la “ricostruzione dell’esercito” (la spesa militare del paese ammonta già alla cifra record di 820 miliardi di dollari l’anno).
Grazie ai dazi universali, l’economia tornerà a funzionare (ogni analisi economica associa, al contrario, un effetto inflazionario alla guerra commerciale proposta da Trump. E gli indicatori economici, compresa crescita del Pil del 2,5%, la disoccupazione al 4,1% e l’inflazione al 2,9%, sono già l’invidia degli altri paesi sviluppati).
La redazione consiglia:
Da Biden a Trump, la menzogna del primato economico UsaNella dinamica di “disinformazione partecipativa” non conta tuttavia che il pubblico creda davvero alle parole del leader ma solo che voglia farlo. Trump ha nuovamente rivendicato il “mandato storico” derivato dal “plebiscito del 5 novembre.” In realtà lo scarto è stato del 1,5% (il più esiguo dal 2000) ma come scrive Ezra Klein sul New York Times quel che conta non sono i numeri ma il “vibe”, la percezione di una drastica svolta nella “cultura” politica del paese.
Una catarsi che coinvolge metà della popolazione la quale, autorizzata da Trump, si scrolla di dosso le complessità dei problemi cui fanno fronte le moderne democrazie e il galateo insopportabile delle buone maniere.
“Ogni stolto e radicale decreto di Biden oggi verrà abrogato,” ha assicurato Trump, “ne vedrete delle belle in Tv. E ne firmerò cento dei miei, tutti assieme e più tardi ce ne saranno altri, non vi preoccupate”.
Trump ha dato in pasto alla folla i piatti forti del suo collaudato repertorio: una scuola che torna ad insegnare i valori della patria invece che le ingiustizie storiche, il cui controllo verrà restituito ai singoli stati dopo l’abrogazione del ministero dell’istruzione pubblica. Divieto di partecipazione agli sport femminili per gli uomini e le “altre sciocchezze gender”, argomento rappresentativo delle “culture war” che infiammano la base.
Per rafforzare l’effetto, Trump ha inframezzato il comizio con video riciclati dalla campagna elettorale: il montaggio di servizi Tg sui criminali venezuelani e le giovani donne uccise da immigrati e le clip del sergente sadico di Full Metal Jacket come incarnazione dei maschi valori cui torneranno le forze armate.
Infine, una carrellata di annunci: desecretazione dei dossier di stato su John e Robert Kennedy e su Martin Luther King. Costruzione di un sistema anti missilistico di difesa plasmato sull’’israeliano Iron Dome. Nuovi record per le criptovalute (di particolare interesse per la famiglia Trump, che la scorsa settimana ha lanciato una valuta propria, incassando prontamente $50 miliardi di valore). Ultima riprova di come il nuovo presidente, armato di immunità preventiva rilasciatagli dalla Corte suprema, operi in un contesto ormai definitivamente post-etico.
“Non vorrei essere strafottente”, ha aggiunto senza convincere nessuno. “Lasciatevelo dire, è l’effetto Trump. Quando metterò la mano su quella bibbia sarà il momento del più grande presidente di sempre”.
Quanto al paese, varcherà una soglia da cui non è chiaro se possa esservi un ritorno