“Mercoledì, l’esercito israeliano ha bombardato un edificio residenziale nel quartiere Shujaiyeh della città di Gaza. L’obiettivo del raid era Haytham Sheikh Khalil, identificato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) come comandante del battaglione Shujaiyeh di Hamas.
Insieme a lui, 35 altre persone sono state uccise. Secondo le notizie, la maggior parte erano donne e bambini. Non si tratta di un caso isolato in cui l’aeronautica israeliana ha ucciso decine di civili per colpire un solo individuo. In realtà, simili episodi avvengono quasi ogni giorno da quando i combattimenti sono ripresi il 18 marzo.
Nella guerra in corso, il principio di proporzionalità è stato abbandonato. Uccidere decine di civili per eliminare un comandante “junior” di Hamas non è considerato insolito, anche se è molto probabile che si tratti di un crimine di guerra.
Insieme alla proporzionalità, sono stati gettati via altri valori e principi: “la purezza delle armi”, il rispetto del diritto internazionale, ogni considerazione per la sofferenza dei civili innocenti e per ciò che accadrà dopo la fine della guerra sono finite.
Da quando Israele ha ripreso le ostilità, più di 1.500 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza, tra cui almeno 500 bambini. Tra i morti ci sono anche 15 soccorritori uccisi a bruciapelo da soldati dell’IDF e sepolti in una fossa comune.
Domenica mattina, l’IDF ha colpito un edificio all’interno del complesso ospedaliero Al-Ahli a Gaza City, distruggendo il reparto chirurgico e l’impianto per la produzione di ossigeno per le unità di terapia intensiva.
Tutto ciò avviene insieme a una politica esplicita volta ad affamare gli abitanti di Gaza. Da sei settimane, la Striscia è completamente chiusa a qualsiasi consegna di cibo e aiuti. Le segnalazioni di malnutrizione, carestia e diffusione di malattie sono in aumento, mentre l’IDF continua a spingere i cittadini stremati e affamati da un luogo all’altro.
Questa politica brutale nei confronti della popolazione civile ha danneggiato irrimediabilmente la reputazione di Israele, e ne pagheremo un prezzo altissimo – sotto forma di boicottaggi, danni economici, erosione della legittimità internazionale e delle fondamenta morali e umanitarie della società israeliana.
Sabato, mentre gli israeliani si riunivano per il “Passover Seder”, Hamas ha diffuso un video con un chiaro promemoria: il prezzo dei combattimenti in corso non lo pagano solo gli abitanti di Gaza. Nel video, il soldato israelo-americano Edan Alexander, prigioniero di Hamas, supplica per la propria vita e chiede la fine dei combattimenti.
La scorsa settimana, il presidente francese Emmanuel Macron ha detto l’ovvio: “L’unica via possibile è quella politica”, dichiarando il proprio sostegno alla creazione di uno Stato palestinese. Tale dichiarazione ha provocato sui social media una reazione imbarazzante e volgare da parte di Yair Netanyahu, figlio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
Ma Macron ha ragione, ed è ora di dire la verità: l’unico modo perché Israele sopravviva come democrazia e non diventi uno “stato paria” è un cessate il fuoco immediato, un accordo per la liberazione degli ostaggi e negoziati diplomatici che portino alla creazione di uno Stato palestinese. Non c’è altra via.”
L’articolo è l’editoriale principale di Haaretz, pubblicato il 14 aprile 2025 sia nell’edizione ebraica che in quella inglese del quotidiano in Israele.