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Luciano Canfora

Professor Canfora, le chiediamo lumi: cosa sta succedendo nel pianeta?

La nuova amministrazione statunitense a guida repubblicana, ed è tutto fuorché una sorpresa, ha ripreso a tessere rapporti con la Russia, mentre l’Europa è talmente slabbrata al suo interno da considerarsi politicamente ininfluente.
Donald Trump è rientrato alla Casa Bianca più esuberante che mai, e non va dimenticato che il presidente Usa è prima di tutto un uomo di affari…
Sta succedendo quello che durante l’amministrazione dei democratici, con Joe Biden presidente, veniva nascosto.
Cioè che la Nato a trazione statunitense aveva deciso tre anni fa di sfasciare la Federazione Russa, così come nel 1999 e nel 2000 l’Alleanza Atlantica aveva sfasciato la Federazione Jugoslava, con un intervento militare di cui fecero parte anche le forze armate italiane. Ma questo
giuoco, costato centinaia di migliaia di vite, enormi sofferenze alla popolazione civile e terribili distruzioni, oggi non conviene agli Stati Uniti. Lo abbiamo capito dal trionfo elettorale di Trump. Non conviene perché è una guerra che non aiuta minimamente l’economia americana,
mentre invece fa comodo ad altre economie che producono armi vendute all’Ucraina. Una situazione che evidentemente era impossibile ritenere durasse a lungo.
Ora si svela il giuoco. La cosiddetta Europa, cioè quella specie di cumulo che è l’insieme dell’Unione europea, oggi si trova a discutere con un muro, avendo portato avanti una politica totalmente stupida, e caricata di una propaganda priva di qualunque fondamento.

L’unica cosa su cui gli Stati europei sembrano essere d’accordo è il riarmo. Lo annuncia il nuovo governo tedesco, ha già iniziato a farlo un’Inghilterra curiosamente tornata europeista in questo ambito, Francia e Italia non vogliono essere da meno. Cosa ne penserebbero Altiero Spinelli e gli stessi Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer?

Ora parlano di questo riarmo, poi bisognerà vedere concretamente che cosa saranno capaci di fare nella realtà.
Se si tratta soltanto di produrre armi, lo facciamo da tanto tempo: le vendiamo al Sudan, al Ciad, le vendiamo ai quattro angoli del pianeta per fare soldi sulla morte e sulle sofferenze degli altri. Questo è lo stato delle cose.
Dopodiché, la cosiddetta difesa unica europea non ci sarà mai perché non c’è fra gli Stati un accordo che la renderebbe possibile. Ammesso che riesca a diventarlo, il nuovo cancelliere tedesco Friedrich Merz si illude di avere un ruolo direttivo. Peraltro il suo risultato elettorale non è stato un granché, anzi possiamo dire che è stato pessimo. Il peggiore della Cdu da quando esiste la Cdu.
Però i nostri quotidiani, molto buffi e sempre pronti a travisare la realtà, strillano che Merz è il vincitore delle elezioni. Si arrangino. Nel senso che chiunque creda alla propria propaganda si rovina con le sue stesse mani.
Ora Merz e la sua Cdu-Csu si metterà d’accordo con il cancelliere uscente e sconfitto Olaf Scholz? O con chi lo sostituirà alla guida dei socialdemocratici tedeschi? E’ probabile che Merz ce la farà. Ma questo non basterà certo a imporre agli altri paesi europei di unificare 27 comandi militari in un unico comando. In definitiva stiamo assistendo a tutta una serie di discorsi vuoti da parte di coloro che non si rassegnano alla nuova realtà. Sembra tutto un po’ cialtronesco.

Perfino Mario Draghi, che nel suo rapporto sulla competitività nell’Ue si era illuso che fosse inscalfibile il Patto Atlantico fra Europa e Stati Uniti, ha dovuto ammettere di essersi sbagliato. Che ne pensa, professore?

L’ex presidente della Banca centrale europea e di tante altre cose ha avuto un sussulto di sincerità. Povero Draghi, sarà un esperto economista ma certo non è un politico.
Quando parla di politica, in particolare di quella internazionale, magari può prendere qualche cantonata.
Mi ricordo che insultò il presidente turco Erdogan definendolo senza mezzi termini come un dittatore. Forse Erdogan lo ha perdonato, potrebbe anche essere...

In questo bailamme l’analisi più azzeccata sembra essere quella di Maurizio Landini: il mercato e il profitto si sono fatti Stato negli Usa, vedi le mire sulla Groenlandia, quelle sulla striscia di Gaza per farne un resort cacciando i palestinesi anche da lì, e il cessate il fuoco in Ucraina solo per prendersi le terre rare. Trionfa il capitale e viene sconfitta la democrazia, e con essa i suoi vincoli sociali.

Il capitalismo e la democrazia non sono mai andati d’accordo.
Il segretario generale della Cgil ha perfettamente ragione. Anzi, il capitalismo ha come suo principio la gerarchia, il comando del più forte, di chi ha il capitale.
La democrazia è l’esatto contrario. I nostri media, quelli grossi, che vivono un po’ così, nelle nuvole, ci ripetono in continuazione che il capitalismo e la democrazia sono fratelli siamesi. Sarebbe tempo che cominciassero a svegliarsi.

Lei che riesce a analizzare impeccabilmente la politica contemporanea, da grande esperto della filologia e della politica antica, non ha certo la sfera di cristallo ma la domanda è obbligata: come andrà a finire?

Nella migliore delle ipotesi potremmo arrivare a un nuovo equilibrio mondiale tra le grandi potenze, Stati Uniti, Russia e Cina. Nella peggiore potrebbe invece succedere che, come avviene talvolta negli Stati Uniti, venga ammazzato il presidente. Negli Usa è già successo altre volte,
negli Stati Uniti si fa così. Gli americani dovrebbero presentare un altro presidente, e l’attuale suo vice è detestato dai governicchi europei e di riflesso dai loro media, dato che è venuto a Monaco e ha detto loro alcune verità.
Certo, questa ipotesi di un nuovo presidente sarebbe traumatica e molto grave, ma non è probabile che diventi realtà. Più probabile la prima ipotesi, quella di un nuovo equilibrio mondiale fra i tre più importanti attori dello scenario geopolitico.

Un’ultima domanda: non le sembra che nessuno, proprio nessuno fra i padroni del vapore stia spendendo una sola parola per dire che aveva ragione chi, come Papa Bergoglio, chiedeva quotidianamente di negoziare per evitare la guerra russo-ucraina, così come il terrificante tentativo di genocidio del popolo palestinese ad opera dello stato di Israele?

Nessuno dei governi europei reciterà il mea culpa, non lo faranno mai. Non lo faranno mai semplicemente perché sono pagati per fare il contrario.
Ricoverato da giorni al Policlinico Gemelli, Papa Francesco parla del conflitto russo-ucraino come di “una ricorrenza dolorosa e vergognosa per l’intera umanità”. Una delle tante. Mentre rinnova la sua “vicinanza al martoriato popolo ucraino”, ricorda le vittime di tutti i conflitti armati e invita a pregare per il dono della pace in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan.

Insomma, il Papa sembra l’unica voce fuori dal coro, per la pace contro la follia della guerra e del riarmo?
Esatto.  E non vorrei pensare che loro sperino che la malattia del Pontefice si aggravi. Mentre noi invece speriamo il contrario.

(26 febbraio 2025)