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Al Sindaco e alla Giunta del Comune di Faenza

e p.c.: Prefetto di Ravenna, Distilleria Villapana, Distilleria Caviro, Oleificio Tampieri, A.R.P.A.

Oggetto: rischi ambientali a Faenza e dintorni.

Egregi Signori, 
qualche anno fa chi viaggiava in autostrada riconosceva il casello di Faenza dai cattivi odori emanati dalla Porcilaia Marcucci e dalle nostre distillerie.
O
ggi la Marcucci e la Distilleria Neri non ci sono più ma il casello di Faenza è ugualmente riconoscibile visto che i viaggiatori sono accolti dalle montagne di vinaccioli accumulati a cielo aperto nei piazzali della Distilleria Villapana che sembra avere ereditato lo “stile casual” che ha contraddistinto per decenni la gestione della Distilleria Neri.
S
e non ricordiamo male i cumuli di vinacce e di semi, a norma di legge, non possono essere stoccati permanentemente a cielo aperto. Ne sa qualcosa l’Oleificio Tampieri che, dopo incidenti di vario tipo, ha dovuto stivare in magazzino o ricoprire con teli di plastica i semi oleosi necessari alle sue produzioni. 
Anche Villapana, come Tampieri, è una azienda a rischio di incidente rilevante e, come tale, sarebbe bene che venisse controllata con cura. E il pennacchio di fumo della Tampieri sarà davvero solo vapore? 
La Distilleria Caviro, per fortuna, dall’autostrada

non si vede, ma certamente i fumi della sua centrale termica che, se abbiamo capito bene, verrà notevolmente potenziata, darà un ulteriore contributo negativo alla già scadente qualità dell’aria dell’area faentina. Nel maggio 2010, un gruppo di cittadini, preoccupati per le ricadute ambientali dell’installazione di una nuova e più potente centrale termica alla Caviro, posero delle domande al Presidente della Caviro Secondo Ricci e al Sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi ricevendo da entrambi ampie rassicurazioni. 
Tuttavia, sapere che la nuova centrale avrebbe bruciato ogni giorno dell’anno 328 tonnellate di materiale vegetale completato da un 10% di rifiuti differenziati gentilmente forniti da Hera non tranquillizzò affatto questi cittadini che dovettero però affidarsi all’efficienza dei filtri “ultimo modello” che anche a detta di ARPA avrebbero reso ambientalmente innocui i fumi della Caviro. 
Per queste ragioni oggi gli stessi cittadini vorrebbero capire come varierebbe la situazione del 2010 se andasse in porto il progetto per l’ulteriore ampliamento della centrale termica di cui tanto si discute. 
Comunque l’impressione è che Hera e Caviro, in linea generale, siano molto attente ad aumentare i dividendi dei loro azionisti ma poco impegnate a difendere la salute dei loro concittadini. 
Ringraziando per l’attenzione restiamo in attesa di un sollecito riscontro e inviamo distinti saluti.

Marcella Morelli, Norma Cicognani, Valeria Taroni, Anna Colombini, M.Rosa Santandrea, Arianna Renna Marabini
Faenza, 26 febbraio 2015