Caro Sindaco
in questi giorni abbiamo visto, con piacere che in materia di mobilità e trasporti “qualcosa si muove”;
sembrano procedere alcuni progetti per la mobilità ciclabile collegati alla stazione ferroviaria, sembra avviato uno studio per utilizzare l’idrogeno per i treni sulla Firenze - Faenza - Ravenna;
come forza politica locale che ha appoggiato due anni or sono la tua candidatura ti abbiamo sollecitato - a dire la verità più volte - a verificare con i vari soggetti della galassia delle ferrovie, se era possibile iniziare a parlare della mobilità locale anche su ferro; nel tuo programma elettorale se ne parlava e nel PUMS (il piano per la mobilità sostenibile) approvato nei mesi scorsi c’è un capitoletto che parla di questa opzione, denominata tram-treno: è possibile utilizzare i binari per la mobilità locale sulla tratta Errano - Persolino - Via Risorgimento - Faenza - Granarolo ?
In periodo di PNRR (che prevede interventi anche nei prossimi anni) perchè non verificare la fattibilità di questa modalità per il trasporto pubblico locale?
Se negli anni passati Faenza ha avuto il coraggio di approvare un nuovo piano della sosta, con i cui proventi è stato ed è possibile finanziare il Green - Go - Bus, gratuito per i cittadini, è perchè questo è stato voluto e stimolato anche dai verdi faentini; oggi c’è una nuova stagione;
possiamo riprendere a parlare seriamente di mobilità guardando al futuro - e non solo ai prossimi tre giorni?
vorremmo parlarne, come forza politica con te ed eventualmente, se lo ritieni, anche pubblicamente;
anche dopo le elezioni del 25 settembre;
ma non facciamo passare altri due anni.
con stima e cordialità
Europa Verde - Verdi Faenza
Lotta alla precarietà e reintroduzione dei voucher, riduzione dell'orario e misure per aziende e autonomi: a confronto i programmi sull'occupazione delle diverse forze politiche
Il lavoro è un tema centrale nei programmi delle diverse forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre. Ma le declinazioni sono differenti. Il centrodestra, ad esempio, guarda decisamente al mondo dell’impresa e punta tutto su sgravi fiscali e contributivi, reintroduzione dei voucher, sviluppo del welfare aziendale, revisione delle norme sul lavoro a tempo determinato (il cosiddetto “decreto dignità”), estensione dell’apprendistato. Riguardo la sicurezza, si punta sulla defiscalizzazione dei costi e sui premi per le imprese.
Di taglio diverso il programma del centrosinistra. Lotta alla precarietà, contrattazione collettiva per i lavoratori delle piattaforme online, clausola sociale negli appalti, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, piano straordinario per l’occupazione femminile: questi i punti salienti del programma. Grande attenzione viene data alla sicurezza, con la previsione di “piano nazionale per la prevenzione degli infortuni” e di una campagna di assunzioni nelle Asl.
Il contrasto al precariato è anche l’obiettivo del Movimento 5 stelle, che intende varare pure un nuovo “Statuto dei lavori” e una riforma degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori (dipendenti e autonomi), oltre a sperimentare forme di riduzione dell’orario. Il programma del Terzo polo è soprattutto rivolto a lavoratori autonomi e liberi professionisti, per i quali si prevedono misure per la crescita dimensionale degli studi, riforma dell’equo compenso, potenziamento della “cassa integrazione” e riforma del “sistema di saldo e acconto”. Fortemente ambizioso, infine, è il programma dell’Unione popolare, centrato sull’abolizione del Job Act, la limitazione del contratto a tempo determinato, l’assunzione di un milione di persone nel pubblico impiego e l’istituzione di un “fondo per l’automotive”.
Centrodestra
Il programma comune sulle politiche del lavoro è anzitutto centrato sull’ampio uso delle varie forme di decontribuzione. Ci sono il “taglio del cuneo fiscale in favore d'imprese e lavoratori”, la “defiscalizzazione e incentivazione del welfare aziendale” (da realizzarsi mediante detassazione di premi di produzione e buoni energia), il rafforzamento dei “meccanismi di decontribuzione per lavoro femminile, under-35, disabili e assunzioni nelle zone svantaggiate”.
Altra misura importante è “l’estensione della possibilità di utilizzo dei voucher lavoro”, in particolare nel turismo, nell'agricoltura e nel lavoro domestico. Il programma del centrodestra contempla poi “maggiori tutele per lavoro autonomo, libere professioni, micro e piccolo-medie imprese” e “incentivi all'imprenditoria femminile e giovanile”. Riguardo la sicurezza, si prevedono il “contrasto al lavoro irregolare e la defiscalizzazione dei costi della sicurezza sul lavoro”.
Venendo ai singoli partiti, Fratelli d’Italia insiste sulla “detassazione degli straordinari e delle ‘mance’ del settore turistico” e intende favorire “la partecipazione dei lavoratori agli utili e alla governance d’impresa”. Altre proposte sono la revisione delle “norme sul lavoro a tempo determinato” (il cosiddetto “decreto dignità”) e il rilancio “del contratto di apprendistato e dei tirocini”. Riguardo la sicurezza, si prospetta la “revisione del Testo Unico degli infortuni sul lavoro”.
La Lega parla del “rinnovo immediato di tutti i ccnl scaduti” e di “detassazione di straordinari e premi di produttività”. Il partito di Salvini vuole estendere a 35 anni l’età anagrafica del contratto di apprendistato e “rendere strutturale l’esonero contributivo per i datori di lavoro che assumono” donne e under 35. Prevista anche la defiscalizzazione dei contributi dati per contrastare l’inflazione dai datori di lavoro in busta paga o dai clienti delle partite Iva.
Le prime misure di Forza Italia sono lo “stipendio minimo di mille euro per apprendistato, praticantato e lavoro a tempo determinato” e la “riforma del decreto dignità”. Da segnalare anche la “decontribuzione in caso di contratti a tempo indeterminato a giovani under 40” e l’introduzione di “un equo compenso a professionisti e autonomi”. Riguardo la sicurezza, il partito di Berlusconi si prefigge la “defiscalizzazione totale dei costi e meccanismi premiali per le imprese”.
Centrosinistra
La lotta al precariato è il primo obiettivo del programma del Partito Democratico. L’intervento ipotizzato è “sui contratti a tempo determinato, sul modello di quanto fatto in Spagna, riproponendo la necessità d'introdurre la causale fin dall’inizio del rapporto di lavoro, valorizzando la contrattazione collettiva e rendendo strutturalmente più vantaggioso il contratto a tempo indeterminato rispetto a quello a tempo determinato”.
La formazione guidata da Letta intende “incentivare l’apprendistato come principale strumento d’ingresso nel mercato del lavoro”, far applicare pienamente le leggi sul caporalato e sull’equa retribuzione, estendere “a tutti gli appalti pubblici la clausola di premialità per l’occupazione giovanile e femminile”. Altra misura suggerita è “l’obbligo di retribuzione per stage curriculari e l’abolizione degli stage extra-curriculari, salvo quelli attivati nei 12 mesi successivi alla conclusione di un percorso di studi”.
Il Pd vuole anticipare “l'intervento dell'Unione Europea sui lavoratori delle piattaforme online, assicurando trasparenza sul funzionamento degli algoritmi, che devono essere oggetto di contrattazione collettiva”. Per la lotta al lavoro nero, l’intenzione è di “rafforzare i controlli” e puntare “sulle migliori pratiche adottate in questi anni” (il modello di riferimento è il cosiddetto “Durc sulla congruità della manodopera” introdotto in edilizia).
Le ultime misure sono “il disincentivo al ricorso al part time involontario e la promozione di progetti di riduzione dell’orario di lavoro a parità̀ di salario”; la proroga del contratto di espansione e l’azzeramento dei “contributi per le assunzioni a tempo indeterminato degli under 35”. Infine, le donne: il Pd propone la realizzazione di “un piano straordinario per l’occupazione femminile”, oltre all’introduzione di “una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia”.
Il primo punto dell’alleanza Verdi-Sinistra è la “riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario”, da realizzare prima con l’istituzione di “un fondo per incentivare le imprese”, poi con una legge specifica. Riguardo la lotta alla precarietà, l’obiettivo è “tornare alla normalità del contratto a tempo indeterminato, con un tempo di prova iniziale”, usando “il contratto a termine come alternativa, ma solo per causali che ne giustifichino l’impiego”.
Verdi e Sinistra vogliono “rafforzare la clausola sociale in caso di cambio d’appalto, garantendo piena continuità di livello occupazionale e salariale”, assicurando anche l’integrale parità di trattamento economico e normativo tra dipendenti dell’appaltante e dell’appaltatore”. Intendono pure ripristinare la protezione contro i licenziamenti senza giusta causa, reintroducendo “la reintegra nel posto di lavoro indipendentemente dalle dimensioni e dal settore dell’impresa”.
Riguardo la sicurezza, si ipotizza un “piano nazionale per la prevenzione” e una campagna di “assunzioni nelle Asl, arrivando entro la legislatura a triplicare il numero delle ispezioni”. L’ultimo tema è la difesa del lavoro autonomo: si va dalla “predisposizione di schemi contrattuali con i committenti” all’introduzione di “un equo compenso”, alla previsione di tutele “in caso di maternità, inattività, cessazione temporanea, invalidità o infortunio, anche attraverso l’incentivazione di forme volontarie di mutualismo”.
Movimento 5 Stelle
Il contrasto al precariato è il primo obiettivo, da realizzare mediante il “rafforzamento delle misure del decreto dignità, agevolando i contratti a tempo indeterminato”, la previsione di “un compenso minimo per i tirocinanti e il riconoscimento del periodo di tirocinio ai fini pensionistici”. Il Movimento intende varare sia “un nuovo Statuto dei lavori per garantire a dipendenti e autonomi gli stessi diritti e tutele” sia una “riforma degli ammortizzatori sociali in senso universale”.
La formazione guidata da Conte propone la “sperimentazione di una riduzione dell’orario di lavoro soprattutto nei settori a più alta intensità tecnologica” (con vantaggi per le imprese), l’istituzione di una “procura nazionale del lavoro”, la proroga dello sgravio contributivo al 100% per l’assunzione di donne disoccupate e di under 36. L’ultima proposta da segnalare è l’approvazione di una misura “per assicurare il salvataggio delle imprese da parte degli stessi lavoratori”.
Terzo polo
“Detassare i premi di produttività” e “supportare le imprese che investono in riqualificazione della forza lavoro (non solo dipendente)” mediante rimborsi alle aziende che organizzino corsi per la creazione di competenze: queste le prime misure. Azione e Italia viva intendono anche combattere la precarietà revisionando il “decreto dignità”, accorpando o cancellando i “mini contratti” e ripristinando i voucher “che regolavano in maniera corretta rapporti che, oggi, sono tornati nel limbo dei contratti irregolari”.
Gran parte del programma è riservato ai lavoratori autonomi. Si vuole consentire loro “di partecipare ai bandi nazionali e regionali come le imprese”, incentivare fiscalmente la crescita dimensionale degli studi professionali, completare la riforma sull’equo compenso, potenziare la “cassa integrazione” dei professionisti e riformare “il sistema del saldo e dell’acconto”, istituendo “un sistema opzionale di mensilizzazione del versamento delle imposte dirette”.
Unione popolare
Al primo punto c’è l’abolizione del Job Act e di “tutte le leggi che hanno incentivato la precarietà”, cui segue la limitazione del contratto a tempo determinato “a due soli casi specifici: circostanze straordinarie legate alla produzione, motivi contrattuali o di legge”. Il programma prevede l’assunzione di 10 mila ispettori del lavoro e di 1 milione di persone nel pubblico impiego. Unione popolare intende anche introdurre “l’obbligo di applicazione di salari e contratti collettivi di settore per i lavoratori interinali”.
La formazione guidata da De Magistris si prefigge il “ripristino della responsabilità in solido del committente per tutti gli appalti di manodopera” e l’inasprimento delle pene riguardanti il diritto del lavoro e la tutela di salute e sicurezza. Unione popolare, infine, propone una “legge contro le delocalizzazioni industriali”, la creazione di “un’Agenzia nazionale di pianificazione industriale” e l’istituzione di un “fondo per l’automotive”.
Sul nostro striscione del 1° Maggio 2019 abbiamo rivendicato un’ “Europa metalmeccanica”, perché fin dai tempi di Claudio Sabattini è l’Europa il terreno di gioco delle grandi battaglie politiche e sindacali del nostro tempo. Con questa convinzione, come FIOM CGIL, abbiamo partecipato per la prima volta al Seminario “Dall’Unione monetaria agli Stati Uniti d’Europa” dell’Istituto Altiero Spinelli, sull’isola di Ventotene, dal 28 agosto al 2 settembre. L’evento si ripete sull’isola, ogni anno, dal 1981, con la partecipazione di giovani dai 15 ai 30 anni, ed è promosso dal Movimento Federalista Europeo (MFE) e dai Giovani Federalisti Europei (GFE).
Nell’isola che il regime fascista utilizzò come galera per gli antifascisti, da Giuseppe Di Vittorio a Sandro Pertini, i prigionieri Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni realizzarono il famoso Manifesto, tanto citato come fonte di ispirazione del progetto dell’integrazione europea, quanto disatteso nella concreta realizzazione dell’UE. Oltre ai militanti del MFE e dei GFE, erano presenti decine di studenti del Lazio non appartenenti ad alcuna associazione.
La discussione ha riguardato la storia del Manifesto e la biografia degli autori, che nel pieno del secondo conflitto mondiale cercavano di immaginare un futuro di libertà e uguaglianza nel continente devastato; ma anche le attuali contraddizioni dell’UE di fronte a crisi epocali come il conflitto in Ucraina e le debolezze dell’Unione europea davanti alle molteplici sfide legate alla pandemia, alla transizione ecologica e all’innovazione tecnologica.
A differenza degli altri partecipanti, per noi della FIOM l’analisi delle questioni europee passa attraverso lenti nient’affatto neutre o astratte: misuriamo potenzialità e limiti del processo di integrazione europea in base a quanto rispondano ai bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori. Nel solco della tradizione del sindacato confederale italiano, si tratta di rivendicare istituzioni sovranazionali che promuovano la giustizia sociale, ed in tal senso una reale democrazia transnazionale. Nel confronto sono dunque emerse posizioni notevolmente differenti, poiché nei movimenti federalisti europei è forte la convinzione che unire il progetto di Federazione europea ad un programma sociale possa indebolirne la capacità di ottenere consensi, dentro e fuori dai palazzi istituzionali.
Resta unanime la convinzione che la dimensione dello Stato nazionale, al di là delle ingiuste normative europee che vincolano la spesa pubblica per welfare e investimenti mentre permettono il dumping salariale e fiscale, sia del tutto insufficiente a rendere il nostro continente un modello di sviluppo sostenibile, davvero inclusivo e solidale e un attore nella scena internazionale capace di promuovere la pace e contrastare l’imperialismo delle superpotenze mondiali che si affrontano in questa fase.
Nel seminario è emerso anche un dato imprevisto: i giovani affrontano la questione diversamente. Infatti in molteplici occasioni, sia le ragazze e i ragazzi del GFE, sia le e gli studenti presenti, hanno sollevato considerazioni e avanzato proposte che incoraggiano la lotta per una integrazione europea fondata sull’uguaglianza e la giustizia climatica. Abbiamo sentito in più occasioni che non può esistere una Federazione europea che non abbia tra i suoi principi fondanti i diritti sociali come il salario minimo europeo, oltre a proposte concrete per sfidare i potenti del Consiglio dell’Unione Europea come l’obbligo scolastico fino a 18 anni e la gratuità dell’istruzione, il controllo democratico sulle piattaforme digitali, politiche solidali e non concorrenziali per una rapida e radicale transizione ecologica, l’apertura delle frontiere e l’accoglienza di chi cerca in Europa un futuro migliore.
L'elettorato under 30 è quello che può spostare gli equilibri nelle urne del prossimo 25 settembre, ma la fiducia nella politica è ai minimi storici. Ecco le proposte dei principali schieramenti politici
Al di là di alcune discutibili incursioni su TikTok, inesorabilmente trasformate in esilaranti video virali, la corsa al voto dei giovani è aperta e tutte le forze politiche sanno che quell'elettorato potrà spostare gli equilibri il prossimo 25 settembre. Tanto più stavolta, visto che i neo maggiorenni voteranno anche per il Senato. Eppure, secondo i più autorevoli istituti di sondaggi, la fiducia dei giovani nella politica è ai minimi storici. Ma quali sono le proposte che i partiti politici rivolgono a Millennials e Generazione Z? Andiamo a cercarle nei programmi dei vari schieramenti.
Destra
Il programma della coalizione di destra è certamente il più schematico tra quelli presentati dalle varie forze politiche. Al capitolo 15 (l'ultimo) si parla di “giovani, sport e sociale”. Vi si trova una serie di proposte (piuttosto generiche) come quella di dare una “valutazione dell'impatto generazionale delle leggi e dei provvedimenti” o quella di “potenziare gli strumenti di finanziamento per esperienze formative e lavorative all'estero per giovani diplomati e laureati”. Più puntuale l'impegno a “reintrodurre e rafforzare il sistema del prestito d'onore per studenti universitari” (un prestito agevolato che permette di ottenere, a chi lo richiede, un sostegno economico per avviare un'attività imprenditoriale o commerciale) e di “introdurre borse di studio universitarie per meriti sportivi”.
Centrosinistra
La proposta forte del Pd è quella di introdurre una “dotazione di 10.000 euro, erogata al compimento dei 18 anni sulla base dell’ISEE familiare, per coprire le spese relative alla casa, all’istruzione e all’avvio di un’attività lavorativa”. I costi di questa misura (ispirata in parte all'eredità universale proposta dal Forum Disuguaglianze e Diversità) saranno prevalentemente coperti dagli introiti aggiuntivi derivanti dalla modifica dell’aliquota dell’imposta sulle successioni e donazioni superiori ai 5 milioni di euro (pari allo 0,2% del totale delle eredità e donazioni in Italia). Altre proposte del partito guidato da Enrico Letta sono: l’obbligo di retribuzione per stage curriculari, abolendo quelli extra-curriculari (salvo quelli attivati nei 12 mesi successivi alla conclusione di un percorso di studi); incentivi per assunzioni stabili; contributo per gli affitti di 2000 euro; pensione di garanzia; abbassamento dell'età per il voto a 16 anni.
Sempre nella coalizione di centrosinistra da segnalare la proposta dell'alleanza Sinistra-Verdi di rendere gratuito il trasporto pubblico locale e i treni regionali per tutti gli under 30. C'è poi il “Piano Nazionale per Bambine e Bambini”, che punta su più asili nido, babysitter pagati dallo stato per qualche ora a settimane, e gratuità nell'accesso a tutte le attrazioni culturali. Infine, i Rossoverdi propongono di cancellare l'attuale legislazione sull'alternanza scuola-lavoro.
Movimento 5 stelle
Pensione di garanzia per i giovani e riscatto gratuito della laurea sono le due proposte centrali del Movimento 5 Stelle per le nuove generazioni. Ma, come il centrosinistra, anche il partito guidato da Giuseppe Conte punta molto sul contrasto al precariato, attraverso il “rafforzamento delle misure del decreto dignità”, agevolando i contratti a tempo indeterminato. Stop inoltre a stage e tirocini gratuiti, prevedendo “un compenso minimo per i tirocinanti e il riconoscimento del periodo di tirocinio ai fini pensionistici”.
Terzo Polo
Il duo Calenda-Renzi punta molto sugli incentivi e sull'assistenza (attraverso i Cpi) all'autoimpiego e all'imprenditoria giovanile per under 35. Propone la riforma di Garanzia Giovani, con l'anticipo di parte delle erogazioni per evitare problemi di liquidità ai giovani di famiglie più svantaggiate. Infine, il Terzo Polo vuole “incentivare lo studio delle materie scientifiche, specie tra le giovani donne” e “investire in competenze digitali”.
Unione Popolare
Anche l'Unione Popolare di De Magistris chiede la fine dell’alternanza scuola-lavoro e propone libri gratis fino al termine delle scuole superiori, mezzi pubblici gratis fino a 18 anni e cinema e teatro gratis fino a 18 anni. Proposto inoltre un aumento di 500 milioni di euro annui per il diritto allo studio.
Il segretario generale della Flc, Francesco Sinopoli, spiega le questioni irrisolte che si ripresentano puntualmente anche quest'anno, a partire dai troppi precari e dalle classi pollaio. E il contratto va rinnovato subito
"I problemi sul tappeto all'inizio dell'inizio dell'anno scolastico sono quelli che abbiamo sempre denunciato e ancora di più in questi anni in cui abbiamo attraversato la tragedia della pandemia". Così in questo video il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli, che lamenta come sulla scuola si sarebbe dovuto intervenire ma invece, nella realtà, non è stato fatto nulla. Niente per la "stabilità delle cattedre, il superamento del precariato, guardando ai bisogni delle ragazze e dei ragazzi e di chi nella scuola lavora".
E invece, dice Sinopoli, ci troviamo "nonostante quello che si legge sui giornali, con 200 mila precari. E le ragioni sono chiare: non sono stati in gradi di coprire più del 30% dei posti che sono stati autorizzati. Ci sono migliaia e migliaia di cattedre precarie sul sostegno", cioè "proprio i posti che avrebbero bisogno di una maggiore stabilità". Il sindacalista denuncia anche "il sottodimensionamento insostenibile del personale Ata. Le segreteria sono allo stremo". Insomma: "per responsabilità politiche precise l'anno scolastico inizia nel peggiore dei modi".
Poi un accenno all'appuntamento del 25 settembre: "È indubbio che in questa strana campagna elettorale il tema della scuola è stato trattato", naturalmente "con posizione diverse, alcune inaccettabili come la reintroduzione del voto nella scuola primaria", altre invece su cui la Cgil si batte da tempo, come "l'introduzione dell'obbligo nel segmento 3-6".
E comunque è chiaro che, "al di là delle promesse della campagna elettorale, su cui si fa fatica a credere viste le premesse, la scuola ha bisogno di investimenti. Il Pnrr non solo non basta, ma deve essere finalizzato a sostenere la spesa corrente per l'istruzione: la scuola ha bisogno di organici ora". Infine un passaggio sulla questione salariale. Per Sinopoli, il contratto va rinnovato nelle prossime settimane.