Comunicato stampa
23 luglio 2015
La chiusura del reparto di Pediatria costituisce un’ulteriore gravissima tappa del processo di depauperamento dell’Ospedale di Faenza in corso da vent’anni.
Non si tratta, come si vorrebbe far credere, di una decisione inattesa: l’ultimo PAL (Piano Attuativo Locale) approvato dalla CTSS (Conferenza Territoriale dei Servizi Sanitari) – e quindi da tutti i sindaci – prevede la scomparsa della Pediatria a Faenza e a Lugo.
La soluzione proposta è inaccettabile: in pratica si traduce in un day hospital con appoggio notturno sul reparto chirurgico. Quale assistenza pediatrica è prevista per la notte? Come si pensa di far fronte all’eventuale necessità di interventi urgenti? E’ ovvio che un assetto quale quello prefigurato induce l’utenza a rivolgersi direttamente a strutture specialistiche fuori Faenza, oppure a strutture private.
Si afferma che la decisione di chiudere il reparto di Pediatria è motivata dai ridotti volumi di attività (quali sono i parametri di riferimento per dire che sono bassi? Chi li definisce? Non si pensa che la logica conseguenza della scomparsa dei servizi di appoggio è il calo dei volumi di attività?) e delle capacità professionali degli operatori, i quali sarebbero meno affidabili proprio perché impegnati in un modesto volume di interventi (perché allora non farli operare in più sedi piuttosto che chiudere i reparti?).
La scomparsa della Pediatria, oltre ad esporre un’utenza particolarmente fragile a disagi e a rischi, comporterebbe il sottoutilizzo delle nove sale operatorie, tuttora di alto livello e fra i fattori qualificanti dell’Ospedale di Faenza.
Con queste motivazioni e queste domande “L’Altra Faenza” parteciperà alla marcia di sabato 25 luglio in difesa della Pediatria e dell’Ospedale. “L’Altra Faenza” ritiene tuttavia che debba aprirsi con l’Azienda Usl un confronto complessivo sulla programmazione ospedaliera di medio e lungo periodo. Battersi di volta in volta per impedire decisioni come quella che oggi investe la Pediatria – e che nel prossimo futuro potrebbe riguardare la Neonatologia – vuol dire impegnarsi sempre in battaglie di retroguardia che non affrontano il problema alla radice.
“L’Altra Faenza” conferma il suo impegno per un servizio sanitario e ospedaliero di qualità e di prossimità, contro la sua privatizzazione e per una gestione che ponga al centro i bisogni dei cittadini utenti.
Faenza, 23 luglio 2915
L’Altra Faenza
Ai Sindaci e agli Amministratori dei Comuni della Provincia di Ravenna
Ai mezzi di informazione
Il prossimo 22 luglio, i Sindaci della provincia di Ravenna, dovrebbero esprimersi, senza l'obbligo di coinvolgere i Consigli Comunali, sulle modalità di raccolta dei rifiuti, per la gara europea di affidamento del servizio, secondo le tre modalità di raccolta indicate dalla bozza di piano dell'ATERSIR (Agenzia Territoriale dell'Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) di Ravenna:
1. porta a porta completo (tutte le frazioni) 2. stradale con calotta sull'indifferenziata, campane sulla differenziata; 3. misto (porta a porta per indifferenziato e umido, stradale per le altre frazioni).
In vista di tale decisione, come gruppo di Associazioni e Comitati ambientalisti di vari Comuni della Provincia, avanziamo alcune riflessioni e richieste, rivolte innanzitutto ai Sindaci e agli Amministratori, ma anche a tutte le organizzazioni sociali, sindacali, alle forze politiche e a tutti i cittadini.
Noi pensiamo che una corretta gestione dei rifiuti debba ispirarsi alla strategia verso "Rifiuti zero", ossia massimo impegno per Ridurli (cominciando a produrne meno alle fonti), poi raccoglierli in modo differenziato per Riutilizzarli e infine per Riciclarli, ottenendo un residuo di rifiuto minimo, da smaltire - con l'esclusione della combustione - con impatti ambientali minimi.
La recente proposta di Legge della Giunta Regionale, che dovrebbe essere discussa già prima di agosto, va in questa direzione: nuove tariffe calcolate sui rifiuti prodotti (“tariffa puntuale”) invece che sui metri quadri; premi ai Comuni virtuosi che minimizzano i rifiuti da smaltire; obiettivi di raccolta differenziata entro il 2020 al 73% (ora è al 58,2%), di riciclaggio dei rifiuti al 70% (è al 51%) e riduzione del 25% della produzione di rifiuti procapite.
Naturalmente, per raggiungere questi obiettivi, oltre che l'approvazione delle norme regionali, serve l'impegno dei Comuni, con scelte coerenti; un coinvolgimento dei cittadini; ma anche un cambio di atteggiamento da parte delle multiutility che gestiscono il ciclo dei rifiuti.
Nella nostra realtà provinciale e regionale questa strategia fatica ad avanzare, soprattutto perchè spesso l'azienda che raccoglie i rifiuti è la stessa che li smaltisce; in questo conflitto di interesse, tali aziende, a partire da Hera, esercitano pressioni per mantenere il loro ciclo produttivo fondato sullo smaltimento operato, principalmente, attraverso gli inceneritori.
La stessa ATERSIR subisce questa pressione, pur essendo una Agenzia regionale a cui partecipano gli Enti Locali della regione, che dovrebbe avere un ruolo terzo, vigilando sull'organizzazione dei servizi, sugli investimenti, sulle tariffe, da ultimo, si è associata a Federutility, l'Associazione delle imprese multiservizi che aderisce a Confindustria.
Probabilmente, è questa la ragione per la quale il piano ATERSIR di Ravenna parte da presupposti, che noi contestiamo, che porta ad affermare che la raccolta porta a porta avrebbe costi più alti.
Per smontare questo luogo comune, l'Ecoistituto di Faenza, ha predisposto uno studio sui dati statistici dei sistemi di raccolta di tutti i comuni della regione (allegato) che dimostra come l’unico sistema che permette di raggiungere gli obiettivi di legge e di piano, sia la raccolta porta a porta con tariffa puntuale, e che i comuni che hanno adottato tale sistema hanno già un costo ad abitante inferiore a quei comuni che continuano con la raccolta stradale.
Noi sosteniamo questi orientamenti e chiediamo a tutte le associazioni, comitati, organizzazioni sociali e politiche, che li condividono, di fare tutte le necessarie pressioni sugli Amministratori locali della provincia, prima che arrivino ad una decisione, finalizzata ad una gara europea che bloccherebbe per 15 anni il sistema di servizio svolto.
Decisione, che potrebbe anche essere spostata più avanti, anche per rivedere i piani finora formulati da ATERSIR, piani che non tengono minimamente in considerazione i nuovi criteri e i nuovi obiettivi stabiliti dalla legge regionale in approvazione.
Nel caso in cui si volesse andare subito a gara, e non - come sarebbe preferibile - ad affidamento diretto ad una propria società interamente pubblica, come fatto dal Comune di Forlì, riteniamo che invece di una scelta unica per tutti i Comuni, il bando di gara possa prevedere la richiesta di offerta per tutte e tre le tipologie, riservandosi quindi di decidere dopo, anche sulla base delle offerte effettive.
Provincia di Ravenna, 18 luglio 2015
Gruppo Acquisto Solidale di Faenza; CIF Comitato contro gli Inceneritori Faenza; Comitato Acqua Bene Comune Faenza e comprensorio; Comitato ambiente e paesaggio di Castel Bolognese; Comitato Brisighella Bene Comune; Comitato Debito pubblico: decido anch'io; Circolo Legambiente “Lamone” di Faenza; Ecoistituto Ecologia scienza e società Faenza; Fuori dal Coro; Referente Rete rifiuti zero Emilia Romagna; Si rinnovabili No nucleare; Comitato Acqua Bene Comune Ravenna; Circolo“Bella Ciao”Alfonsine; Casa dei Popoli Lugo; Comitato NOMATRIX Conselice; Circolo “Matelda”Legambiente Ravenna; Associazione WWF Ravenna.
Domani il Parlamento Europeo, in seduta plenaria, voterà una mozione riguardante il TTIP (Trattato di libero scambio transatlantico).
La mediazione che sta prendendo corpo, attraverso i gruppi maggioritari in parlamento, PPE e S&D, darà sostegno alla realizzazione del Trattato in spregio a tutte le posizioni contrarie espresse in questi mesi dalla
Società Civile, dalle Associazioni Ambientaliste e democratiche.
Come è noto più di un milione e novecentomila persone hanno espresso parere contrario al TTIP, tramite la rete. In particolare la consultazione pubblica promossa “on line” dalla Commissione Europea sull’ISDS ha
evidenziato che il 97% degli oltre centocinquantamila pareri espressi, erano decisamente contrari a tale meccanismo che consegna alle Multinazionali il potere di portare in giudizio gli Stati Sovrani.
Nel corso di questi mesi, come Flai, abbiamo fornito una costante informazione e preso posizione di forte contrarietà al TTIP, anche con particolare riferimento al tema della sicurezza alimentare.
Anche domani esprimeremo la nostra contrarietà, twittando #FLAICGILcontroTTIP cui seguiranno le nostre motivazioni e tutte quelle di quanti condivideranno le nostre ragioni.
Roma, 7 Luglio 2015
Flai-CGIL Nazionale
Via Leopoldo Serra, 31 - 00153 Roma
La Camera del Lavoro di Ravenna esprime piena solidarietà al popolo greco vittima del tentativo della Commissione Europea , dell' FMI e dei governi dell'Unione Europea , di piegare il Paese ad accettare un nuovo ciclo di politiche di austerità con l'evidente obiettivo di punire politicamente il tentativo del Governo greco di aprire una fase nuova e diversa nelle politiche economiche che presiedono all'Unione Monetaria.
Le pressioni esercitate sul Popolo e sul Governo greco per impedire il libero esercizio della sovranità popolare attraverso il referendum sono inaccettabili.
L'indizione del Referendum è un atto di responsabilità democratica davanti alla impossibilità di condurre il negoziato verso una conclusione rispettosa dell'esito delle elezioni politiche.
Ma il popolo Greco è posto di fronte a una scelta comunque drammatica.
Malgrado il notevole stato di avanzamento della trattativa nel dettaglio delle singole misure che compongono il potenziale piano di risanamento greco, i rappresentanti dei “creditori” insistono a voler imporre misure di forte matrice liberista, nonostante l’ormai evidente fallimento delle politiche di austerità e mercantilistiche.
La CGIL condivide lo sforzo del Governo greco di proporre misure economiche che, pur in assenza di una politica economica espansiva, si caratterizzino per maggiore equità e giustizia sociale, oltre che maggiore efficienza economica e finanziaria, come la lotta all’evasione e l’introduzione di una imposizione patrimoniale progressiva, e lo sostiene anche nella difesa della contrattazione collettiva e nel rinnovamento delle relazioni industriali come leva per la crescita e l’occupazione.
La CGIL è convinta che sia necessario chiedere ai governi dell'Unione, alla Commissione e agli organismi finanziari internazionali di riaprire la trattativa. Sono ampi i margini per definire misure condivise e raggiungere gli obiettivi di consolidamento del debito sovrano greco con nuova crescita, più occupazione e maggiore equità sociale.
Anche per questo, la CGIL crede sia opportuno che venga espressa con chiarezza e decisione la posizione del Governo italiano sulla questione greca. Non è corretto, assumere – come apparso fino ad ora - atteggiamenti opportunistici su una vicenda tanto drammatica quanto rilevante per il destino dei popoli europei, un comportamento che consegna il nostro Paese alla irrilevanza.
La CGIL sostiene che il nostro Paese debba assumere una posizione di sostegno all’elaborazione di politiche economiche alternative all’austerità, a partire proprio dalla riapertura al dialogo e al confronto in sede europea sulle politiche economiche, monetarie e finanziarie utili a risolvere la crisi greca e, in generale, la crisi europea.
Le istituzioni sovranazionali devono ridare centralità alla politica e alla democrazia, rilanciando il disegno di pace, il modello sociale e il progetto di sviluppo dell’Europa.
Sulla base di queste posizioni la Segreteria della Camera del Lavoro CGIL di Ravenna parteciperà ed invita a partecipare alla manifestazione di solidarietà con il popolo Greco che avrà luogo
Venerdì 3 Luglio alle ore 20,30 in Piazza Andrea Costa a Ravenna
Da Ravenna alla Grecia : NO ALLA AUSTERITA' SI ALLA DEMOCRAZIA
Presidio in solidarietà con il popolo greco
Segreteria CGIL Ravenna
Ravenna, giovedì 2 luglio 2015
Ordine del Giorno
"Tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della Cisa di Faenza"
Il Consiglio Comunale di Faenza
Premesso che
- i consiglieri comunali sono stati informati dai sindacati e dalla RSU dello stabilimento Cisa Allegion di Faenza che, ad un recente incontro a cui gli stessi venivano convocati a Roma presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l'attuale dirigenza annunciava l'esubero di 258 lavoratori e lavoratrici di cui 238 a Faenza e 20 a Monsanpolo; la proprietà comunicava che tali esuberi sarebbero stati concentrati nel comparto produttivo dell'azienda;
- la proprietà motivava tale scelta adducendo la necessità di esternalizzare le produzioni per recuperare marginalità in una fase che, negli ultimi sette anni, ha visto un graduale e costante calo del fatturato all'interno di un settore, come quello edilizio, in forte contrazione;
- la proprietà di fronte a tale scelta ha omesso la presentazione di un piano industriale:
- a fronte di tale unilaterale comunicazione, i sindacati presenti non ricevevano alcuna notizia sulla presenza di un piano industriale che contemplasse strategie, investimenti e valorizzazione della Cisa, oltre che certezze sullo stesso mantenimento dei siti nella nostra città;
- a quanto risulta, i bilanci degli ultimi anni della Cisa sono in ordine e già oggi si riscontrano importanti profitti per la proprietà: non siamo, dunque. in presenza di un'azienda che versa in gravi difficoltà né economiche, né finanziarie
- il marchio Cisa è universalmente riconosciuto in ambito mondiale come sinonimo di qualità e sicurezza e tale ottima reputazione è stata costruita negli anni grazie alla professionalità, alla generosità ed i sacrifici delle sue lavoratrici e dei suoi lavoratori:
- a fronte di tale situazione, vi è il giustificato timore che questo sia solo il primo passo verso una delocalizzazione totale dell'azienda con la perdita completa dei posti di lavoro
- a tale timore, si aggiunge la forte preoccupazione della possibile negativa ricaduta di tali gravi scelte su settori connessi all'attività produttiva che si intende delocalizzare, soprattutto con riguardo alle imprese artigianali operanti nel territorio dell’Unione della Romagna Faentina.
Considerato che
- è legittimo il perseguimento di un profitto da parte di un imprenditore, ma è assolutamente inqualificabile l'atteggiamento di chi vuole raggiungere tale obiettivo attraverso la cinica eliminazione di posti di lavoro, a maggior ragione in una realtà come quella di Cisa Allegion, che si ritiene già economicamente sostenibile
- in Italia, non vi sono strumenti normativi che disincentivino od impediscano la delocalizzazione di interi comparti produttivi, soprattutto quando l'unica motivazione alla base di tali scelte non è solita crisi economica, ma un forte desiderio di maggior profitto conseguibile:
- tale assenza normativa è paradossale. a fronte dell'integrale copertura costituzionale che la Repubblica Italiana garantisce alle lavoratrici e ai lavoratori di questo Paese:
- la Regione Emilia-Romagna, sia per la sua presenza al tavolo ministeriale che attraverso i progetti cofinanziati dall'Unione Europea per riqualificazione e investimenti, può svolgere un ruolo importante per il buon esito della vicenda:
- la nostra città non può restare silente ed indifferente rispetto a questa situazione. che genera gravi preoccupazioni e timori per il futuro di molti nostri concittadini
Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Faenza
esprime
piena solidarietà e sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori di Cisa Allegion e alle lavoratrici e lavoratori dell'indotto, schierandosi al loro fianco e dando completa disponibilità ad operare in ogni direzione per il buon esito della vicenda e aderisce alla manifestazione prevista per sabato 4 luglio alle ore 09.15 davanti allo stabilimento CISA 2 in Via Granarolo.
Inoltre,
Chiede al Sindaco
- di attivarsi presso la Regione Emilia-Romagna, i parlamentari di riferimento del territorio e il Governo affinché mettano in campo tutte le azioni necessarie per il riconoscimento e la tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di Cisa Allegion;
Chiede all'Unione della Romagna Faentina
- di adoperarsi affinché tutte le amministrazioni locali siano coinvolte nelle azioni di sostegno e tutela dei posti di lavoro e di salvaguardia delle attività imprenditoriali del territorio
Chiede alla Regione Emilia-Romagna
- di sollecitare la proprietà Allegion a presentare il piano industriale, rinunciando alla ingiustificata strategia degli esuberi;
- qualora ve ne fosse bisogno, di predisporre tutti gli strumenti necessari alla riqualificazione del personale coinvolto e alla condivisione degli incentivi per nuovi investimenti:
Chiede al Governo
- di adoperarsi presso la proprietà Cisa Allegion, affinché il 16 luglio 2015 venga presentato un serio e approfondito piano industriale, che consenta l'individuazione e la condivisione di soluzioni diverse da quella di delocalizzare il comparto produttivo, evitando così il taglio del personale in esubero:
- di attivarsi con immediatezza perché anche in Italia vengano approvate nuove norme che disincentivino e, nei casi più gravi, impediscano alle proprietà di delocalizzare le aziende con corrispondente perdita di posti di lavoro, cosi da rispettare il dettato costituzionale che fonda la nostra Repubblica sulla tutela e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori
30 giugno 2015
(Approvato all'unaninimità)
NO ALL'AUSTERITÀ. SÌ ALLA DEMOCRAZIA!
Venerdì 3 luglio Giornata di mobilitazione nazionale
Rispondiamo insieme all'appello europeo che chiama tutti e tutte a impegnarsi d'urgenza a fianco del popolo greco e per cambiare l’Europa.
Facciamo insieme uno sforzo straordinario di partecipazione per riempire l'Italia venerdì 3 luglio sera di manifestazioni unitarie visibili e partecipate in tante città.
Invitiamo domani martedì 30 giugno in tutta Italia a organizzare riunioni unitarie per far partire da subito la mobilitazione locale.
Ciascuno faccia tutto quello che è possibile, da subito in tutta Italia. Serve la contro-informazione contro le bugie dei media di regime e del nostro governo, schierato come sempre dalla parte dell'austerità.
Mercoledì 1 luglio invitiamo a costruire dove possibile azioni di denuncia contro la follia irresponsabile delle istituzioni e dei governi europei, che operano fuori di qualsiasi mandato democratico.
Data, orario e caratteristiche di tutte le iniziative di questi giorni e delle manifestazioni unitarie di venerdì sera devono essere comunicate a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Invitiamo a firmare e diffondere la petizione europea che si trova sul sito: www.change4all.eu
L'Europa è a un bivio. Non stanno solo cercando di distruggere la Grecia, stanno cercando di distruggere tutti e tutte noi. È il momento di alzare la nostra voce contro i ricatti delle oligarchie europee.
Domenica prossima il popolo greco potrà decidere di rifiutare il ricatto dell'austerità votando per la dignità, con la speranza di un'altra Europa. E' un momento storico, che impone a ciascuno in Europa di schierarsi.
Diciamo NO all'austerità, ad ulteriori tagli alle pensioni, ad altri aumenti delle imposte indirette. Diciamo NO alla povertà e ai privilegi. Diciamo NO ai ricatti e alla demolizione dei diritti sociali. Diciamo NO alla paura e alla distruzione della democrazia.
Diciamo insieme SÌ alla dignità, alla sovranità, alla democrazia e alla solidarietà con il popolo greco.
Questa non è una questione tra la Grecia e l'Europa. Riguarda due visioni contrapposte di Europa: la nostra Europa solidale e democratica, costruita dal basso e senza confini. E la loro versione che nega la giustizia sociale, la democrazia, la protezione dei più deboli, la tassazione dei ricchi.
Basta! È troppo! Un'altra Europa è possibile ed è davvero necessaria.
Costruiamo un forte OXI, un chiaro NO europeo. Troviamo il nostro modo per dire NO in tutte le lingue d’Europa! Troviamo il nostro modo per dire OXI!
Domenica sarà un giorno decisivo per l'Europa. Per noi, popolo europeo. Per i nostri sogni, per le nostre speranze. Difendiamo insieme la dignità, i diritti, la democrazia.
Cambia la Grecia Cambia l’Europa - riunione unitaria di organizzazioni, reti e movimenti del 29 giugno 2015