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Fonti di stampa riportano la bozza di un “decreto legge” che il Consiglio dei Ministri si appresta a deliberare su proposta del Ministro dell’interno, recante “disposizioni urgenti in materia di ordine e sicurezza pubblica”.
Fermo restando che costituisce una grave scorrettezza annunziare un “decreto legge” e pubblicarne il testo prima che la procedura sia stata portata a termine, trattandosi di un espediente rivolto a condizionare la libertà di autodeterminazione del Governo e del Presidente della Repubblica, quello che allarma non è la violazione del galateo istituzionale, ma i contenuti gravemente incostituzionali che fanno apparire il decreto come un atto sovversivo dei valori che la Costituzione ha posto a fondamento della Repubblica italiana.

Innanzitutto gli invocati presupposti di straordinaria necessità ed urgenza sono frutto di una evidente falsificazione ideologica della realtà dal momento che la pressione migratoria dei flussi provenienti dal Mediterraneo si è ridotta negli ultimi due anni del 98%, mentre, sotto il profilo dell’ordine pubblico, l’unica urgenza deriva dalla recrudescenza dei crimini d’odio per i quali non viene proposta alcuna forma di contrasto.

Nel merito, l’art. 1 del decreto introducendo una sanzione inconcepibile per tutte le imbarcazioni che si trovino

Roma, 10 maggio 2019

Roma, insegnanti istituto Salacone a Mattarella: "Siamo coi rom, ma lo Stato dov'è?"

Alla cortese attenzione di
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Ministro dell’Interno Matteo Salvini
Responsabile del Dipartimento per le pari opportunità presidenza del consiglio
Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti
Sindaca di Roma Virginia Raggi
Prefetto di Roma Paola Basilone
Assessora alla persona del Comune di Roma Laura Baldassarre
Responsabile Affari generali del Comune di Roma Lucietta Iorio
Dirigente responsabile delle politiche abitative del Comune di Roma Maurizio Bianchini
Al Presidente del VI Municipio di Roma Roberto Romanella
Responsabile dei Servizi Educativi del VI Municipio
Responsabili dell’Ufficio Settore Accoglienza del VI Municipio

Siamo genitori e insegnanti dell’I.C. Simonetta Salacone, la scuola che frequentano tre delle quattro figlie di Suzana, la
donna rom (nata in Italia) che ha finalmente avuto la possibilità di dare una casa alla sua famiglia con l’assegnazione di
un alloggio popolare a Torrenova.
Un diritto che si è conquistata regolarmente e legalmente.
Ciò nonostante da quando è entrata nel suo alloggio è stata ed è continuamente minacciata, insultata, molestata da
persone fomentate e sostenute dalla formazione di estrema destra Azione frontale, il cui presidente, tale Ernesto Moroni,
è l’autore dell’invio di teste di maiale alla comunità ebraica di Roma nel gennaio del 2014: organizzano presidi sotto casa
sua, la insultano con slogan razzisti di giorno e di notte, insultano le sue bambine appena si affacciano nel cortile
condominiale; qualche sera fa le hanno staccato la corrente elettrica.
Fortunatamente Suzana ha trovato ad accoglierla anche splendidi vicini di casa, che la stanno sostenendo come possono.
E la stiamo sostenendo anche noi, genitori e insegnanti, organizzando dei turni per non lasciarla sola di notte, aiutandola
ad arredare la sua casa, continuando a motivarla nella sua coraggiosa scelta di lasciare il campo per una nuova vita nella
sua casa.
Facciamo tutto questo con gioia e senso di appartenenza ad una comunità, la nostra scuola, inclusiva, democratica e
antifascista, ma ci chiediamo se sia normale.
Possibile che delle persone debbano organizzare dei turni per salvaguardare l’incolumità di una di loro?
Possibile che delle bambine debbano essere terrorizzate? Insultate? Che le autorità conoscono gli autori di queste violenze
e lasciano che continuino a perpetrarle?
Le bambine di Suzana sono le nostre bambine. Suzana è una di noi.
Non possiamo tollerare che le compagne delle nostre figlie e dei nostri figli subiscano quotidianamente violenze e
umiliazioni. In quale paese viviamo?
Continueremo a presidiare la casa di Suzana fino a quando non sarà sicura, continueremo ad impegnarci con lei
perché prevalgano l’inclusione e l’interazione sull’odio fascista e l’intolleranza.
La nostra scuola è intitolata a Simonetta Salacone. Simonetta diceva che “la scuola può tutto”.
E noi le crediamo.

I genitori e gli insegnanti dell’I.C. Simonetta Salacone

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di Massimo Villone
dal "Il Manifesto" del 10 maggio 2019

Come era prevedibile, nella colluttazione governativa la revoca del sottosegretario Armando Siri spinge la Lega a richieste aggressive su altri fronti. Tra questi il regionalismo differenziato, che ancora una volta la ministra Stefani definisce come ormai «sdoganato».
Su queste pagine ho descritto il regionalismo differenziato come disegno politico volto a scommettere sul divario tra Nord e Sud, per liberare dal peso dei vagoni più lenti la locomotiva del Nord e favorirne l’aggancio all’Europa. Ecco qualche citazione a sostegno della mia tesi.
Il 4 maggio 2019 Guido Tabellini scrive sul Foglio: «Le politiche più efficaci per avvicinare l’Italia all’Europa sono anche quelle che aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del paese. Per contrastare questi divari senza ostacolare la parte più moderna del paese,occorre investire di più in istruzione e far funzionare meglio la Pubblica amministrazione nelle aree disagiate. Più facile a dirsi che a farsi, purtroppo, soprattutto nei tempi brevi imposti dalla politica».Tabellini non è un quivis de populo. Ex rettore della Bocconi, studi e insegnamento all’estero, tra i 35 saggi di Letta per le riforme istituzionali, ministro dell’economia in pectore nel mai nato governo Cottarelli – in cui avrebbe preso il posto di Savona  e altro ancora. Una perfetta espressione dell’establishment.
Il 7 maggio sullo stesso giornale Pier Carlo Padoan, predecessore di Tria per 4 anni nei governi Renzi e Gentiloni, commenta Tabellini e la legge di bilancio gialloverde. Padoan accetta in premessa che la crescita del paese è trainata dalla crescita del nord, ma questa avviene a scapito della crescita del sud». L’effetto negativo si può evitare, ma “dipenderà dalla efficacia del meccanismo di diffusione della tecnologia dalla parte più avanzata verso la parte meno avanzata del paese», che richiede la disponibilità da parte delle regioni periferiche «delle risorse, capitale umano, immateriale,istituzionale e sociale, necessarie per tradurre l’assorbimento delle nuove tecnologie generate nelle regioni centrali. Se la diffusione sarà efficace la distanza tra Milano e Napoli tenderà a ridursi invece che ad aumentare e così tutto il paese e non solo Milano potrà avvicinarsi all’Europa».
In sostanza, Tabellini e Padoan dicono la stessa cosa: in ogni caso, avanti i più forti. E nello scritto di Padoan i passaggi chiave

Legambiente e la Rete rifiuti Zero chiedono alle attuali Amministrazioni dell'Unione della
Romagna Faentina, e ai candidati sindaco di quelle future, quando partirà la raccolta porta a
porta e la tariffazione puntuale in cui si pagano solo i rifiuti effettivamente prodotti.


La riorganizzazione del sistema di raccolta, annunciata e partita in questi giorni, da parte di Hera,
rappresenta forse un rallentamento dell'estensione della raccolta porta a porta che secondo la legge
regionale deve entrare in vigore ovunque entro la fine del 2020?

Ce lo chiediamo perché le novità fin qui annunciate si limitano alla riproposizione dei classici, e di
alcuni nuovi, cassonetti stradali, ora raggruppati in “isole ecologiche di base”, che avranno dei
costi di ammortamento che possono rimandare nel tempo la piena realizzazione di un sistema di
raccolta porta a porta, in cui ognuno paga per i rifiuti realmente prodotti.

Estendere, ovunque possibile, la raccolta “porta a porta” in modo da giungere al superamento dei
cassonetti stradali serve anche a contrastare efficacemente gli “abusi” quotidiani che si verificano
ovunque.
Affrontare la gestione dei rifiuti come questione ambientale non è però più un’opzione, ma un
obbligo, reso pressante dal fatto che le questioni ambientali, il cambiamento climatico e lo sperpero
delle risorse molto al di sopra delle possibilità di rigenerazione del pianeta, sono oggi una certezza
conclamata.

Come dimostrano i dati statistici dei comuni della nostra regione, i migliori risultati in quantità e
qualità sono raggiunti dai comuni porta a porta integrale con tariffa puntuale.
“Nel Carpigiano i rifiuti indifferenziati da smaltire, dai 250 iniziali sono ormai sotto i 60 kg per
abitante contro il doppio dei comuni a calotta - ha dichiarato Natale Belosi, coordinatore della
Rete Rifiuti Zero - mentre le impurità e quindi gli scarti delle frazioni differenziate nella calotta o
nei contenitori stradali sono almeno 3 volte rispetto al porta a porta. Risultato: lo spreco di risorse
da bruciare o interrare si moltiplica.

“La situazione richiede che si affrontino le criticità e i costi del sistema, che ricadono sui cittadini
e le imprese. È necessaria una partecipazione attiva e puntuale dei cittadini alla gestione, basata
sul principio “chi inquina paga” - ha dichiarato Massimo Sangiorgi presidente del circolo
Legambiente “Lamone” - l'obiettivo prioritario deve essere infatti la riduzione dei rifiuti prodotti,
che si potrebbe raggiungere penalizzando l'eccesso di imballaggi, ma anche responsabilizzando le
imprese produttrici e distributrici”.

Tra le misure possibili, che chiediamo siano le Amministrazioni Comunali a pretendere – e non
invece delegate a Hera - c'è la creazione di “Centri comunali per il riuso”, dove portare beni che
possono avere ancora una vita utile; c'è la promozione della sostituzione dei distributori di acqua
in bottigliette di plastica con erogatori di acqua microfiltrata, come stanno chiedendo gli studenti
in diverse scuole, anche sull'onda del movimento Friday For Future.

Cosa hanno dunque intenzione di fare i Comuni dell' Unione della Romagna Faentina, dopo le
elezioni del prossimo 26 Maggio, che vedranno il rinnovo di 4 consigli comunali su 6 ?

La Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna e Legambiente chiedono ai candidati a Sindaco e a tutte le
forze politiche di pronunciarsi per confermare la scelta della raccolta porta a porta con tariffa
puntuale su tutto il territorio, meglio se implementata su tutte le frazioni, da attuarsi entro i tempi
stabiliti per legge.

Renderemo note le risposte, in tempi utili prima delle elezioni amministrative, affinché i cittadini
possano valutare la coerenza dei futuri amministratori.

Circolo Legambiente Lamone Faenza, Rete Rifiuti zero

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“MIGRARE” AL CIRCOLO PROMETEO: A MAGGIO TRE INIZIATIVE SULLA GESTIONE DEI FLUSSI MIGRATORI, LE LORO CAUSE E LE COMPETENZE DELL’UNIONE EUROPEA

 

Tre incontri per approfondire le cause delle migrazioniche stanno interessando l’Italia, le competenze nella loro gestione da parte degli Stati e dell’Unione Europea e le modalità concretamente sperimentate nel territorio faentino per dirigere il fenomeno. Continua il ciclo di eventi “Migrare”, organizzato dal circolo ARCI Prometeo, che da ottobre 2018 ha già visto altri eventi di discussione e di dibattito relativamente al tema dei rifugiati in fuga dai conflitti, anche grazie alla collaborazione con il gruppo Emergency di Faenza, il Gruppo Fotografia Aula21 e la Consulta delle cittadine e cittadini stranieri di Faenza.

“Con queste iniziative vogliamo portare avanti una riflessione per inquadrare meglio quella che è una questione complessa, che ha forti ripercussioni sul sentire politico nazionale e internazionale” spiega Luca Mazzotti, membro del direttivo del circolo “grazie al contributo di operatori del settore ed esperti universitari intendiamo mettere in campo una serie di iniziative che presentino assieme la questione locale con i grandi temi dell’attualità politica: come e chi ha gestito i rifugiati giunti a Faenza dal  2015 ad oggi? Cosa può fare l’Unione Europea relativamente ai profughi? Qual è la reale situazione in Libia e nell’Africa subsahariana? Cercheremo di rispondere a queste domande in modo completo e puntuale”. 

Saranno tre le occasioni di confronto organizzate durante il mese di maggio presso la sede del circolo ARCI Prometeo (vicolo Pasolini 6). 

Venerdì 10 maggio, ore 20.45, “Migrare | l’accoglienza a Faenza”:grazie al contributo del dr. Giuseppe Neri, direttore dell’ASP della Romagna Faentina, si parlerà delle modalità di assistenza organizzato a Faenza e nei Comuni limitrofi, individuando anche le prospettive future che si delineano in uno scenario che ha visto calare radicalmente il numero degli arrivi e le risorse a disposizione per la gestione dei richiedenti asilo. Interverranno inoltre durante la serata alcuni operatori della Cooperativa Sociale Zerocento, direttamente coinvolti nella gestione dello Sprar minori di Faenza. 

Venerdì 17 maggio, ore 20.45, “Migrare | regole e competenze dell’Unione Europea”: grazie alla spiegazione del prof. Marco Borraccetti, docente di diritto europeo all’Università di Bologna, si approfondirà l’evoluzione del diritto europeo dell’immigrazione, fra libera circolazione dei cittadini, regolamento di Dublino e politiche di accoglienza. Un tema particolarmente spinoso dal momento in cui spesso vengono attribuite all’Unione Europea competenze in merito alla gestione dei flussi migratori che essa non ha, secondo i trattati istitutivi. 

Martedì 28 maggio, ore 20.45, “Migrare | dall’Africa alla Libia: cause e condizioni dei flussi migratori”: la prof.ssa Anna Maria Gentili, docente emerita di relazioni internazionali all’Università di Bologna, si concentrerà sulle cause che portano alla crisi migratoria degli ultimi anni, con particolare attenzione alle motivazioni ambientali, economiche e geopolitiche che spingono migliaia di persone a voler lasciare i propri paesi di origine. A inizio e fine serata si avrà il contributo video da Bruxelles del dr. Giuseppe Famà, funzionario del think tank International Crisis Group e già attivo nelle missioni UE in Libia e in Mali. 

Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese :

"Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi".

Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue.

Da allora ad oggi, nel mondo, molte cose sono cambiate, altre meno. Restano ancora disattesi i diritti di molti che un lavoro ce l'hanno e di quelli che non ce l'hanno, ma le forme di sfruttamento hanno trovato anche altre strade: investono non solo i diritti delle persone nel lavoro, ma in tante altre loro attività (nei consumi, nel tempo libero); con una idea di sviluppo insostenibile che rapina le risorse naturali, producendo crisi non solo sociali ma anche ambientali e climatiche.

Per questo ci piace ricordare le parole di Sharan Burrow, Segretario Generale dell’ITUC – International Trade Union Confederation:

 Non può esistere lavoro in un pianeta morente”