Comunicato Stampa Circolo Legambiente Lamone Faenza
L’impegno di Legambiente per la festa dell’albero.
Anche quest’anno il Circolo Legambiente Lamone Faenza partecipa alla grande campagna La festa dell’Albero impegnandosi con incontri nelle scuole, da 14 al 29 novembre, coinvolgendo circa 500 alunni dalle materne alle elementari.
Alle classi e agli alunni verrà distribuita una ghianda, proveniente da una quercia del parco Malmerendi, che potrebbe essere piantata in un luogo idoneo.
Quest’anno Legambiente chiede alle scuole, oltre che – dove possibile – di piantare “un albero per il clima”, di contribuire a coinvolgere tutti in quella che deve diventare una mobilitazione generale per il contrasto ai cambiamenti climatici. Questo impegno ci accompagnerà per i prossimi anni lavorando con il mondo della scuola, chiedendo loro di divenire “Scuole Sostenibili” e di promuovere azioni concrete e momenti di sensibilizzazione sul territorio.
Anche a Faenza vogliamo cogliere questa occasione per costruire un momento di cittadinanza attiva sul tema dei cambiamenti climatici di tutta la comunità, in questo senso pensiamo che la Festa dell’Albero possa essere l’inizio di un percorso che, con forza, chiediamo di fare a tutta la cittadinanza e alle amministrazioni, sulle politiche di contrasto e adattamento ai cambiamenti climatici.
Quest’anno, possiamo incrociare la nostra storica Festa dell’Albero con la convinta adesione all’appello della Comunità Laudato Si’, che lo scorso 12 settembre, ha avanzato una proposta, a firma di Stefano Mancuso, Direttore LINV, Carlo Petrini, Presidente Slow Food e del Vescovo di Rieti, Domenico Pompili, di piantare il più rapidamente possibile 60 milioni di alberi per contrastare la crisi climatica.
Una bella idea. Accolta, ed ampiamente condivisa, dai mass media che però rischia di essere fuorviante se non verrà trasformata in un progetto concreto a scala nazionale, basato su criteri scientifici e integrato con la gestione degli alberi che già vegetano sul nostro territorio.
Non basta dire “piantiamoli”, servono spazi e luoghi idonei, materiale vivaistico controllato e risorse per le cure colturali.