Il disegno di legge di riforma costituzionale del Senato, già approvato dal Senato stesso, presto sarà in discussione alla Camera.
È stato propagandato dal governo Renzi e dalla stampa allineata come una razionalizzazione dell’antiquato bicameralismo paritario in favore del modello della “Camera delle autonomie” (tipo Germania per capirci): in un articolo apparso di recente su “Il manifesto” Gaetano Azzariti, noto costituzionalista docente all’Università “la Sapienza” di Roma, smaschera questa interpretazione minimalista della riforma costituzionale.
Il nuovo Senato (che nel frattempo ha perso anche l’etichetta di “Senato delle autonomie”) propone in realtà una degenerazione
del modello ‘camera delle autonomie’: siamo mille miglia lontani dall’esempio tedesco. Azzariti, nell’articolo citato, Nuovo senato debole, governo fortissimo, riprende quanto disse alla Commissione Affari costituzionali del Senato in occasione della sua audizione e rivela come il vero scopo sia quello di “ridurre ancora il potere legislativo del parlamento. In favore dell’esecutivo.”
L’effetto finale sarà quello di rafforzare enormemente il potere del Governo che potrà imporre totalmente al parlamento la sua volontà soprattutto con “l’introduzione dell’istituto del «voto a data certa»”: con questa novità “il governo può chiedere il voto sul suo testo entro 60 giorni in tutti i casi semplicemente indicando che il disegno di legge è ritenuto «essenziale per l’attuazione» del suo programma.” (….) “Nulla impedirà infatti, - nota ancora Azzariti - di far ritenere essenziale per l’attuazione del programma ogni disegno di legge, anche il più esoterico.”
Passo dopo passo ….. verso il presidenzialismo.