Nei giorni scorsi gli organi d’informazione hanno riportato dichiarazioni del sindaco Giovanni Malpezzi circa un ipotetico progetto di riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria di Faenza, con l’obiettivo di intercettare i previsti fondi regionali destinati alla rigenerazione urbana.
Il sindaco Malpezzi ha anticipato che il progetto prevede inoltre l’ampliamento del parcheggio nello scalo merci e la realizzazione di un sottopasso su via Filanda Nuova. Il tutto è stato confermato in occasione del recente passaggio delle deleghe per le attività produttive dal sindaco stesso all’assessore Piroddi, nella convinzione che queste siano strategicamente connesse con la gestione dell’urbanistica. Un concetto, questo, sul quale ci permettiamo di esprimere riserve.
A parte il modus operandi di comunicare a mezzo stampa temi così importanti per la città senza condividerli con le altre forze politiche e sociali – ma ormai, come L’Altra Faenza ha in più occasioni denunciato, sta diventando prassi l’eludere il confronto nelle sedi proprie, in primis il Consiglio comunale – ci sono aspetti che è opportuno chiarire.
Il nuovo progetto di fatto pare smentire e azzerare tutte le argomentazioni enunciate da questa Amministrazione: essa infatti, a fronte delle problematiche evidenziate da cittadini e pendolari, ha sempre sostenuto che si sarebbe dovuto aspettare la costruzione del nuovo scalo merci per vedere realizzato un nuovo parcheggio e, forse – RFI, Trenitalia e relativi fondi permettendo – anche il sottopasso su Via Filanda Nuova. La necessità di tali opere è sostenuta da anni dai pendolari nei confronti dell’Amministrazione, assieme alla richiesta di riorganizzazione della mobilità, dei punti informativi in stazione, dei parcheggi bici privati e delle bici blu, questi ultimi di fatto “nascosti” e inutilizzati.
I piani urbanistici prevedono ad oggi la trasformazione dell’attuale scalo merci in area residenziale con i conseguenti adeguamenti della mobilità. Il progetto al quale si è sempre fatto riferimento (progetto Metropolis) prevede lo spostamento dello scalo merci, la realizzazione di un’area residenziale, il trasferimento della stazione delle corriere dov’è ora lo scalo merci, la costruzione di una struttura ricettiva, la realizzazione di un sottopasso ciclabile attrezzato fra via Masaccio e via Scalo Merci, il prolungamento dell’attuale sottopasso di stazione.
Cosa c’è dunque di realmente nuovo? Si prevede di attuare questo progetto o di apportarvi delle modifiche? Oppure il progetto Metropolis viene accantonato? Come potrà essere inserita e spesata nel quadro complessivo la realizzazione del sottopasso ferroviario se è un’opera relativa a fabbricati e aree di Cento Stazioni – RFI? Si prevede la realizzazione di un parcheggio in via Filanda come suggerito da anni dai pendolari, magari nell’area ex Stafer o nell’ex parcheggio (oggi chiuso) del Conad Filanda sul modello di Imola e Castel S. Pietro? Quali azioni vuole mettere in campo il Comune in un’area già pesantemente impattata dal punto del vista del traffico e con problemi di viabilità ed inquinamento come quella di Via Filanda Nuova?
A queste e ad altre domande devono essere fornite risposte chiare e convincenti, promuovendo i necessari momenti di confronto, di ascolto, di reale coinvolgimento partecipativo con i portatori di interessi e con i cittadini. Si sta parlando di interventi destinati a modificare l’assetto urbano, la mobilità, le infrastrutture di servizio di una porzione considerevole della città. E’ necessario finalmente poter ragionare, partecipare, concorrere all’assunzione delle decisioni in modo democratico. Bisogna evitare che si ripeta la brutta pagina della riconversione dell’area ex Cisa, con i cittadini e lo stesso Consiglio comunale espropriati del diritto di conoscere per tempo e di esprimere liberamente le proprie opinioni.
Faenza, 26.5.18
L’Altra Faenza