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"Invitiamo le nostre iscritte e i nostri iscritti a scegliere una regione solidale e inclusiva, una rete di servizi diffusi e integrati, una sanità efficiente e pubblica, un'idea di sviluppo sostenibile" 

Domenica prossima le cittadine ed i cittadini dell'Emilia-Romagna saranno chiamati ad un importante appuntamento con la democrazia. Si voterà per decidere chi e come governerà la Regione. La Cgil, insieme a Cisl e Uil, ha dato un contributo al dibattito elettorale proponendo un Nuovo Patto per il Lavoro. 

"Abbiamo avanzato proposte affinché la nostra regione prosegua nel percorso di sviluppo, di crescita e di inclusione - si legge in una nota della segreteria regionale della Cgil - L'Emilia Romagna ha bisogno di continuare ad essere una regione aperta: all'Italia, all'Europa, al mondo". 

"Se questa regione si affidasse all'odio, alle paure, se si chiudesse in visioni sovraniste o nazionaliste, tradirebbe la sua natura e comprometterebbe la qualità del proprio futuro - continua il sindacato -  La Cgil invita alla massima partecipazione al voto. Sappiamo che votare significa scegliere e dunque invitiamo le nostre iscritte e i nostri iscritti a scegliere col voto un'Emilia-Romagna solidale e inclusiva, una rete di servizi diffusi e integrati, una sanità efficiente e pubblica, un'idea di sviluppo sostenibile sul piano sociale e ambientale, e un metodo di governo partecipato, proprio com'è stato in questi anni caratterizzati dal Patto per il Lavoro".

              

 

Il Coordinamento regionale comitati acqua pubblica Emilia-Romagna e la Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna in occasione delle elezioni regionale hanno avanzato ai candidati presidente alla Regione e a tutte le forze politiche che si presentano una serie di punti sulla gestione di acqua e rifiuti su chi hanno chiesto una risposta di merito.

 

Nel metodo si chiedeva di istituire un tavolo di confronto con i due movimenti per l'intera legislatura e nel merito si chiedeva di sostenere la proposta proposta di legge regionale che mira a favorire la ripubblicizzazione di questi due servizi e a procedere sulla base del principio di sussidiarietà per ridare potere decisionale ai comuni, uno stop alle maxigare per favorire la ripubblicizzazione, una politica di rigorosa tutela e di risparmio della risorsa idrica, il rispetto dell'esito referendario sull'acqua pubblica e il sostegno alla proposta nazionale di ripubblicizzazione, una politica di exit strategy dall'incenerimento, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas climalterante, attraverso la raccolta porta a porta, tariffa puntuale, selezione del rifiuto residuo, incentivo alle pratiche di riduzione e di riuso alla qualità delle raccolte differenziate, il compostaggio domestico, di comunità e di prossimità, alla ricerca sulle tecnologie di riciclaggio, la premialità ai comuni e aziende virtuose, l'uso dei fondi europei le l'economia circolare e verde, gli acquisti verdi, nonché la totale trasparenza e l'accesso ai dati su acqua e rifiuti garantito a tutti.

 

Dei 7 candidati a presidenti hanno risposto con parere positivo sostanziale sui diversi punti:

  • Simone Benini candidato del M5S

  • Stefano Lugli candidato per L’Altra Emilia-Romagna

  • Marta Collot candidata per Potere al Popolo

Delle forze politiche hanno risposto

  • Europa Verde lista che si presenta nella coalizione di centro sinistra con risposta positiva e con impegno a portare avanti le istanze all'interno della coalizione;

  • la lista 3V Vaccini Vogliamo Verità, lista che si presenta da sola e la cui risposta positiva presumibilmente vale anche per il candidato presidente Domenico Battaglia;

  • per la Lista Coraggiosa del centro sinistra hanno risposto i candidati Igor Taruffi, consigliere uscente di SI e già firmatario della proposta di legge, e Edward Jan Necki ambedue con risposta positiva;

Si fa presente che la proposta di legge dei nostri due movimenti era stata già sottoscritta sia dal capogruppo del M5S che da consiglieri regionali appartenenti ai gruppi di Sinistra Italiana, l’Altraemiliaromagna e Misto.

 

Nessuna Risposta è pervenuta da:

  • Stefano Bonaccini candidato della coalizione del centro sinistra,

  • Lucia Bergonzoni candidata della coalizione di centro destra,

  • Laura Bergamini candidata del Partito Comunista.

Inoltre:

  • Nessuna delle liste del centro destra (Lega, FdI, FI, Lista Bergonzoni, Popolo delle Famiglia, Giovani Ambiente) ha dato una risposta.

  • Nella coalizione del centro sinistra non hanno risposto PD, Lista Bonaccini, + Europa e Volt.

 

Si allegano le richieste da noi formulate e le risposte pervenute.

 

Coordinamento regionale comitati acqua pubblica Emilia-Romagna

 

Rete Rifiuti Zero Emilia-Romagna

 

di seguito il link alle Domande poste ai candidati e i link alle RISPOSTE RICEVUTE (in PDF) :

Elezioni: 5 anni per il clima

Ecco le forze impegnate concretamente nella lotta all’Emergenza Climatica.

Legambiente consegna agli elettori le risposte ricevute alle sue proposte

 

In vista delle elezioni regionali del 26 gennaio, una parte delle forze politiche emiliano-romagnole prende impegni molto chiari sulle sfide climatiche dei prossimi 5 anni e si propone per portarle avanti in Consiglio Regionale. Altre, invece, non lo fanno.

Questo è ciò che emerge dalle risposte ricevute da Legambiente rispetto a 6 punti che l’associazione aveva lanciato alle liste in corsa.

Le risposte sono giunte dall’area del centro sinistra – ma non dal PD - mentre nessun segnale è giunto dal centro destra, a sottolineare una forte sottovalutazione del tema in questa coalizione.  Nessuna risposta ufficiale nemmeno dal M5S anche se il candidato presidente, Simone Benini, ha proposto un incontro a Legambiente che deve ancora tenersi.

L’associazione ha scelto di avanzare richieste incentrate sul Cambiamento Climatico e sulla decarbonizzazione dell’economia, tema cruciale per il futuro che caratterizzerà anche le politiche ed i fondi europei dei prossimi anni.  Richieste molto precise e concrete, alla portata di un Governo regionale, che avevano l’intento di evitare risposte evasive o generiche.

Una proposta di politiche e di investimenti che abbraccia tutti i settori, dalla mobilità (rinuncia ai progetti autostradali e investimento sulle opere di trasporto pubblico), alla manutenzione del territorio (piano straordinario di messa in sicurezza), alle politiche energetiche (riorientamento verde dell’comparto del fossile, promozione delle rinnovabili e forti politiche di risparmio energetico) passando per l’agricoltura (risparmio idrico, autosufficienza energetica,  continuità alle politiche sul biologico attuate in questi anni). Tutte le proposte tengono in considerazione la necessità di mantenere una forte attenzione al tema del lavoro.

A questo link le richieste di Legambiente in dettaglio.

Nello specifico da Europa Verde, Emilia Romagna Coraggiosa, e L’Altra Emilia Romagna è arrivata un’adesione completa ai punti proposti dall’associazione.  Una risposta è giunta anche da Volt - lasciata sulla propria pagina Fb -  sottolineando la “sintonia” della proposta di Legambiente col proprio programma, anche se non è chiara la posizione della lista rispetto alle richieste precise (ad esempio sugli investimenti in strade).

Legambiente sottolinea che l’ urgenza dei Cambiamenti Climatici - circa 11 anni secondo le analisi dell’IPCC per evitare che il disastro sia irreversibile - impone a tutti (cittadini, istituzioni, mondo economico) di attuare subito scelte coerenti con questa battaglia.  In questo percorso, oltre a frenare le emissioni di gas climalteranti, è vitale attuare tutte le politiche possibili per proteggere cittadini e attività economiche dai Cambiamenti Climatici già in atto. I prossimi 5 anni saranno dunque cruciali a ogni livello di governo.

Infine, Legambiente segnala che le proposte presentate non esauriscono i temi ambientali da affrontare - dall’urbanistica, ai rifiuti, dai parchi all’inquinamento - e che le varie forze politiche hanno proposte differenti e articolate anche su questi aspetti. Non da ultimo l’associazione ritiene centrale richiamare l’importanza di principi di equità, solidarietà e giustizia sociale che devono essere alla base di qualsiasi proposta politica e che sono indissolubili dai modelli di transizione ecologica: legami richiamati tanto dal mondo ambientalista, quanto dai documenti dell’ ONU, fino all’enciclica Laudato si’ di Papa  Francesco.

Nota metodologica: l’associazione ha mandato le proprie richieste alla stampa e pubblicandole sulle proprie piattaforme di social media. Ha inoltre mandato specifica comunicazione ai riferimenti reperibili nelle pagine ufficiali dei candidati o delle sezioni regionali delle singole forze politiche (laddove esistevano).

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Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796
 

I principali parametri economici sono ancora positivi, ma si apre una fase di recessione che per la Fiom deve essere affrontata con investimenti pubblici e col ripristino degli ammortizzatori sociali. I temi che il governo della Regione dovrà affrontare

Una operaia in fabbrica, foto di Squillantini/Buenavista

Sarà un voto per il governo del territorio, quello che tra poche settimane, il 26 gennaio 2020, vedrà impegnata l’Emilia Romagna. Un voto per l’amministrazione di una regione fondamentale per il nostro Paese, tra le più virtuose o tra le meno problematiche, a seconda di come la si vede. Ma il riverbero sul piano nazionale è chiaro a tutti. Non a caso da Bologna è partita l’ultima novità politica italiana, le Sardine, con immediata estensione al resto d’Italia. E l’esito dell’appuntamento elettorale – se il cammino della destra proseguirà, o se sarà arrestato, e in quale misura – inevitabilmente modificherà gli equilibri nazionali.

Ma l’Emilia Romagna, e in particolare il mondo del lavoro di questa regione, di cosa ha bisogno? Cosa chiede a chi la governerà? Quali emergenze segnala, quali risposte attende e in quale stato di salute si trova? Su questi temi ha fatto il punto in un documento la Fiom Cgil regionale, concentrandosi ovviamente sul settore metalmeccanico, per poi allargare lo sguardo a questioni più generali e di “governo della polis”, come da tradizione della Fiom e come si evince dalle parole di Samuele Lodi, segretario generale della categoria regionale: “Per la Fiom la ‘via maestra’ sia sulle tematiche del lavoro, sia su quelle dei diritti civili e sociali è rappresentata dalla nostra Costituzione”.

I metalmeccanici riconoscono che nei parametri economici principali – occupazione, disoccupazione, Pil ed esportazioni – la regione è tornata in linea con i dati della fase precedente alla crisi economica scoppiata dopo il 2010, ma rilevano l’innesco di una nuova stagione difficile, e registrano “crescenti difficoltà nelle imprese, tassi di crescita pressoché azzerati, anche a causa di una forte contrazione delle esportazioni, e un aumento continuo del ricorso agli ammortizzatori sociali”. L’argine alla probabile recessione – sostiene la Fiom – non può che venire da “forti investimenti pubblici che facciano da volano a quelli privati, all’interno di una strategia definita di politica industriale”. Quanto al capitolo ammortizzatori sociali, la Fiom richiama l’urgenza di una “vera riforma”, “anche a livello della nostra Regione, affinché siano ripristinati gli ammortizzatori in deroga ed evitati drammi sociali nei settori maggiormente in difficoltà (ad esempio i servizi o l’artigianato). Questa Regione – si legge nel documento Fiom – un contributo lo può dare, a partire dal ripristino del blocco dei licenziamenti già presente nel Patto per attraversare la crisi del 2010, che deve assumere carattere vincolante per tutti i settori e tutte le imprese”.

Alla politica e al governo regionale che verrà il sindacato chiede “l’applicazione dei giusti contratti di lavoro”, la verifica della “regolarità negli appalti respingendo la logica del massimo ribasso”, la lotta alla precarietà “sostenuta anche a livello regionale con la definizione di buone pratiche che garantiscano percentuali massime di utilizzo di lavoratori ‘precari’ nelle imprese e prevedendo ovunque percorsi certi di stabilizzazione”. Inoltre “vanno combattuti – anche con gli strumenti a disposizione della Regione – i falsi stage e tirocini e quei percorsi di alternanza scuola lavoro che nascondono lavoro gratuito”. C’è poi una questione salariale ineludibile, per la Fiom, perché “le retribuzioni dei lavoratori dipendenti, soprattutto operai e impiegati, sono ferme da troppi anni”, e di questo si sente il peso anche in Emilia Romagna, “nonostante la contrattazione aziendale avanzata che si pratica in tante imprese”. Dunque per i metalmeccanici “non è più il tempo della moderazione salariale”, e chi governerà la Regione dovrà accogliere le rivendicazioni di Fim, Fiom e Uilm per il rinnovo del contratto nazionale.

Il sindacato assegna poi un ruolo centrale, nell’Emilia Romagna dei prossimi anni, al “processo di riconversione delle produzioni in un’ottica di sostenibilità ambientale”. La Fiom chiede esplicitamente alle imprese della regione di “trainare questo processo insieme al sindacato e alla Regione che deve avere un ruolo centrale nell’immaginare e realizzare un green new deal”. Però nella “transizione ambientale i lavoratori e le lavoratrici devono avere il diritto a non sentire messo in discussione il posto di lavoro: la formazione e percorsi condivisi di riqualificazione diventano elementi centrali come la definizione di ammortizzatori sociali aggiuntivi e specifici”.

Il documento della Fiom ribadisce la centralità dei servizi pubblici e della sanità “garantita a tutti”, sostiene una scuola laica e pubblica “senza seguire una pericolosa deriva di balcanizzazione implicita nei percorsi di autonomia regionale portati avanti da più regioni italiane, tra le quali l’Emilia Romagna”. Per i metalmeccanici, infine, l’Emilia Romagna deve essere, deve restare, “una regione accogliente e solidale”: “È il momento di dire basta a chi individua nello straniero il responsabile di ogni male nel Paese per non volere affrontare i veri nodi che da sempre condannano l’Italia alla periferia dell’Europa”.

Restando in un quadro generale, lo scorso dicembre 2019 l’Ires Cgil Emilia Romagna (l’istituto di ricerca della confederazione) ha presentato il suo settimo rapporto sull’economia della regione. Nel presentare il rapporto su Rassegna, il presidente dell’istituto, Giuliano Guietti, ha riconosciuto una crescita economica “tangibile” nel triennio 2016-2018 (Pil complessivo al +5%, un punto sopra la media nazionale), confermata nonostante la frenata anche nel 2019 (+0,5%). Ma i disoccupati, sebbene in calo, superano ancora il “periodo pre-crisi: nel 2018 erano ancora quasi il doppio rispetto al 2008. Inoltre – spiega Guietti – l’aumento degli occupati non trova piena corrispondenza nell’incremento delle ore lavorate”. La difficoltà, per il dirigente Cgil, nasce da diversi fattori: “Il ricorso alla cassa integrazione, specie straordinaria, tornato a crescere nell’ultimo anno; l’aumento della quota di contratti temporanei, giunta quasi a toccare nel 2018 il 18% di tutto il lavoro dipendente; (...) infine, la forte espansione del part time”. In sintesi: “Più occupati, ma con meno ore di lavoro per ciascuno”, e quindi con meno reddito.

Un capitolo a parte, in questo appuntamento elettorale, merita la questione dei giovani in Emilia Romagna: dati demografici, quanto e come lavorano, quanto guadagnano, il loro livello di istruzione e formazione. Si veda questo Focus, che riprende i dati dell’Ires Cgil.

 

 

Si avvicina la data delle elezioni regionali in Emilia-Romagna, anzi siamo già in piena campagna elettorale. Si tratta di un appuntamento importante, probabilmente decisivo oltre che per  il futuro della nostra regione e della qualità della nostra vita anche per le sorti dell’intero paese. Non solo perché la Lega e il suo capo ne hanno fatto l’occasione di scontro per liquidare il fragile governo Conte 2 ma perché rappresenta il momento, forse cruciale per molti anni a venire, nel quale si fronteggiano due diverse concezioni della politica e della democrazia stessa. La destra italiana, rapidamente compattata dietro le leadership populiste sovraniste e postfasciste, mostra il suo volto più antico, reazionario autoritario e bellicista: va fermata subito, a partire da qui, dall’Emilia-Romagna che della tradizione socialista e popolare è stata la culla.

La redazione di questo sito ha discusso e ha considerato che è necessario, in tali circostanze, innanzitutto che vi sia una massiccia partecipazione al voto e, in secondo luogo, esprimere un voto che sia utile a battere la protervia e la sfida di Salvini, ma sappia anche raccogliere quel consenso di cittadini già di sinistra o di giovani elettori che sfiduciati dalle politiche neoliberiste portate avanti dal centro-sinistra in questi anni, si erano rifugiati nell’astensione o nel voto ai movimenti populisti.

L’iniziativa di Elly Schlein di dar vita a una lista aperta a sinistra e al mondo verde che metta al primo posto le scelte ambientaliste e un modello di economia sostenibile e che riporti la giustizia sociale e i diritti del lavoro ad essere una priorità delle politiche della coalizione di sinistra in regione, ha consentito di connotare a sinistra l’alleanza che sostiene il candidato presidente Bonaccini collaborando in tal modo a battere questa destra pericolosa e reazionaria.

La redazione si riconosce in questa scelta e sostiene la lista CORAGGIOSA che a Faenza (facente parte del collegio di Ravenna) presenta come candidati ben due faentini, Edward Jan Necki e Luca Ortolani, oltre a Isabella Marchetti e Federica Vicari.

Il sito, naturalmente, fedele alla sua ispirazione originaria, continuerà a essere (come dice il nostro documento di intenti) “Uno spazio aperto, pluralista, che favorisca una convergenza unitaria per l'iniziativa politica e sociale a livello locale, ma anche nazionale, europeo e globale …“ ed è pertanto a disposizione per ricevere interventi, informazioni e proposte di dibattito anche dalle altre liste che si collocano nell’ambito politico culturale di QualcosadiSinistra.info.

La redazione

9 gennaio 2020