ANTIFASCISMO. Giovedì 20 si discute al Senato la mozione sulla memoria presentata dalle opposizioni. La Russa dovrebbe presiedere l’aula. La maggioranza considera l’idea di un suo documento
«Mancano pochi giorni al 25 aprile vorrei dire con forza a questo governo, a questa maggioranza e anche alle più alte istituzioni che non permetteremo a nessuno di riscrivere la storia e di cancellare la memoria antifascista della Resistenza al fascismo e alla privazione di libertà che qualcuno oggi ancora cerca di rispolverare facendo del negazionismo». Parole di Elly Schlein, a Siena per la campagna elettorale delle amministrative, rilancia l’attacco alla destra sull’antifascismo. Lo fa a dieci giorni dalla festa della Liberazione, alla vigilia di una settimana di avvicinamento al 25 aprile che si annuncia calda anche sul fronte parlamentare.
GIOVEDÌ in Senato verrà discussa la mozione presentata da tutte le opposizioni che chiede di dedicare particolare attenzione alle date fondative della convivenza democratica: oltre al primo maggio, dedicato ai lavoratori, e al 2 giugno, festa della Repubblica, si sottolinea appunto l’importanza del 25 aprile. La discussione avverrà mentre sullo scranno più alto di Palazzo Madama ci sarà Ignazio La Russa, che di recente ha riproposto narrazioni revisioniste e che fa fatica a dichiararsi antifascista. Il presidente del Senato ha confermato che quel giorno sarà in aula, ma di fronte alla richiesta di presa di posizione nel merito della mozione ha evitato di esprimersi. Pare la solita tattica della destra missina da Almirante in poi: lanciare provocazioni e poi fare parziali ritrattazioni, insinuare e in seguito provare a spiegarsi confusamente. Allo stesso modo, tutte le forze della maggioranza non hanno ancora trovato il modo di comunicare come si regoleranno giovedì prossimo al Senato. Difficilmente voteranno il testo presentato dal Pd con M5S, Alleanza Verdi Sinistra e anche con l’ex Terzo Polo. Potrebbero presentare un loro documento, che nelle loro intenzioni consentirebbe di prendere posizione senza lasciare il campo della memoria al centrosinistra. La Lega avrebbe anche proposto di valutare nella conferenza dei capigruppo la possibilità che in un’altra data, sempre in tempo utile per il 25 aprile, possa essere presente Liliana Segre. Il terreno è minato, perché se dalle parti della maggioranza si affrontasse il tema dei valori fondanti ancora una volta adoperando complicati giri di parole, eufemismi da capogiro e paragoni storici azzardati pur di evitare di pronunciare la parola «antifascismo», le polemiche sul 25 aprile rischiano di crescere esponenzialmente.
MOLTI TRA i 5 Stelle, che pure voteranno la mozione e non hanno mancato per bocca dello stesso Conte di sottolineare «la difficoltà della destra e di alcuni esponenti di governo a riconoscersi nei valori condivisi della nostra Costituzione»,fanno trapelare il sospetto che gli esponenti della maggioranza spostino di proposito il focus sul fascismo, terreno che considerano tutto ideologico e disincarnato dalla «vita delle gente», per evitare di dibattere sulle misure concrete e sul mancato rispetto delle promesse del programma elettorale di Meloni. Ci troveremmo, è il ragionamento, di fronte a una specie di manovra depistaggio del dibattito pubblico. «Il 25 aprile ci saremo con tutta la nostra energia perché abbiamo ancora bisogno di ricordare chi si è sacrificato prima di noi per costruire le basi dello stare insieme e la nostra Costituzione che noi dobbiamo presidiare», ribadisce Schlein. La segretaria dem sottolinea il nesso tra le politiche del governo contro i diritti dei migranti e l’ambiguità sul fascismo. È un modo per segnalare che l’antifascismo non riguarda soltanto il passato e i principi ideali: ha risonanza nelle scelte politiche quotidiane e sui principi di chi governa oggi