IL SINDACO DI MILANO, SALA: «È ECONOMICAMENTE INSOSTENIBILE PER UN PAESE GIÀ INDEBITATO». Per rassicurare le cancellerie estere nel testo c’è il «posizionamento dell'Italia a pieno titolo dalla parte dell’Europa, dell’Alleanza atlantica e dell’Occidente»
Giorgia Meloni - Ansa
Tavolo tecnico del centrodestra, ieri, per mettere a punto il programma. Gli sherpa della coalizione (FdI, Lega, Fi, Coraggio Italia, Udc, Noi per l’Italia e Italia al centro) hanno trovato la quadra sul testo finale che dovrà avere il via libera dei leader. Il documento si chiama Italia domani e fa il verso a quello scelto dal governo Draghi per il portale sul Pnrr. Tra i capitoli due novità: la riforma della giustizia e la svolta ecologica, definita «una priorità». Al primo punto, per rassicurare le cancellerie, c’è il «posizionamento dell’Italia a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza atlantica e dell’Occidente», seguono le riforme istituzionali e strutturali a partire da presidenzialismo e autonomia differenziata.
Quindi la giustizia: interventi in linea con la riforma del processo penale come «lo stop ai processi mediatici nel rispetto del diritto all’informazione e il diritto alla buona fama»; la riforma dell’ordinamento giudiziario con «la separazione delle carriere e riforma del Csm», la riduzione dei tempi e la semplificazione delle procedure in sede civile e tributaria. Sull’ambiente si punta a rassicurare Bruxelles con l’impegno a «rispettare gli impegni internazionali assunti dal Paese per contrastare i cambiamenti climatici» e a usare «fino in fondo le risorse del Pnrr per l’ambiente, oltre 70 miliardi, per far decollare la transizione ecologica» e per accompagnare «l’industria pesante nella riconversione e nella creazione di nuovi posti di lavoro green». E ancora, in omaggio all’ultima svolta verde di Berlusconi, «la piantumazione intensiva di alberi» e l’educazione ambientale nelle scuole.
No a qualsiasi forma di patrimoniale e, sull’immigrazione, richiamo ai decreti Sicurezza e a un generico blocco degli sbarchi senza citare quello navale che piace a FdI. Capitolo tassa piatta, dove Salvini e Berlusconi si fanno concorrenza. Per evitare conflitti è stata scelta una formulazione senza percentuali: «Estensione della flat tax per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato, flat tax su incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti con la prospettiva di ulteriore ampliamento per famiglie e imprese».
Salvini, intanto, continua la sua propaganda, tra i bersagli i migranti: dopo Lampedusa promette un nuovo viaggio a Ventimiglia per «domare il caos risultato dall’aver cancellato i decreti Sicurezza». Il leader della Lega vuole tassare gli extraprofitti dei gruppi energetici ma, d’altro canto, sogna la pace fiscale, la rottamazione delle cartelle («Serve il saldo e stralcio, lo stato incassa e libera 15 milioni di italiani dalla busta verde») e la flat tax al 15% anche per i dipendenti. Oltre, naturalmente, al nucleare che promette di rendere realtà in 7 anni.
Berlusconi, che è il campione delle promesse, si spende con altrettanta vigoria. La tassa piatta di Fi era al 23% poi è arrivata la concorrenza della Lega rendendo necessario una controfferta: «Con la crescita avremo l’abbassamento delle tasse anche sotto il 20%. La flat tax è il punto più importante del programma». E poi: «Aboliremo l’Irap e non consentiremo mai nessuna patrimoniale né sulla casa né sui risparmi, né sulle successioni e le donazioni». Ma, per carità, non ci sono solo i ricchi: «Contratti di apprendistato e praticantato almeno a mille euro e la completa detassazione e decontribuzione per le aziende che assumono a tempo indeterminato un ragazzo al primo impiego». Fuori dal coro il centrista di destra Toti: «Chi dice che taglierà le tasse, spieghi agli italiani dove prenderà i soldi per farlo Altrimenti sono solo promesse vuote».
Dal sindaco di Milano, Beppe Sala, una bocciatura senza appello della tassa piatta: «È economicamente insostenibile per un Paese già enormemente indebitato. Non credete a queste balle». Scatenato Carlo Calenda: «Ho fatto due conti, il centrodestra ha promesso 200 miliardi di euro. Berlusconi sta al quinto miracolo italiano, nemmeno nostro Signore».
Ancora aperto il cantiere sulle liste ma Salvini sfoggia sicurezza: «Le candidature sono sostanzialmente definite, regione per regione. Mancano i nomi e ci arriviamo a cavallo di ferragosto». Più complicata la partita sui collegi uninominali perché va definita con i gruppi centristi. In casa Forza Italia, invece, c’è da decidere il futuro del fondatore: «Nel mio partito mi hanno assalito, mi hanno detto che è importante che mi candidi» confessa il Cavaliere che sogna un nuovo giro di valzer dopo l’estromissione dal Senato per la condanna.
Mentre Salvini e Berlusconi si rincorrono, Meloni è sulla linea della prudenza per evitare incidenti visto che è saldamente in testa: FdI primo partito dello schieramento con la conseguente opa della leader su Palazzo Chigi. L’ultimo sondaggio Swg la mette sul podio del gradimento con il 32%. Il centrodestra, in base ai dati diffusi dall’Istituto Cattaneo, sfiorerebbe i due terzi degli eletti del prossimo Parlamento.