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Il governatore: non taglierò mai il settore, aprire al privato non dà benefici. “Sull’Irpef più tasse per un milione di cittadini: per due non cambia nulla”

https://www.ilrestodelcarlino.it/emilia-romagna/politica/manovra-de-pascale-sanita-ticket-w6eezl4t?live

Per sanare il ‘buco’ della sanità ed evitare tagli, de Pascale ha aumentato le tasse. Nel tondo, Michele de Pascale, 40 anni, neo governatore dell’Emilia-Romagna Per sanare il ‘buco’ della sanità ed evitare tagli, de Pascale ha aumentato le tasse. Nel tondo, Michele de Pascale, 40 anni, neo governatore dell’Emilia-Romagna

ologna, 15 febbraio 2025 – Il giorno dopo di Michele de Pascale. Giovedì pomeriggio la nuova giunta regionale dell’Emilia-Romagna da lui guidata ha illustrato la sua prima manovra, definita da molti da ‘lacrime e sangue’. Per le famiglie crscono Irpef, ticket sanitari e bolli auto (aumento complessivo anche di decine e decine di euro al mese), per le imprese sale l’Irap. Ieri il presidente della Regione ci ha spiegato nei dettagli il perché della sua scelta.

"Non sono stato costretto a fare questa manovra: evitare tagli di 250 milioni alla sanità è una scelta politica”. Il governatore dell’Emilia-Romagna Michele de Pascale, dopo l’intervento lacrime e sangue su Irpef, Irap, bollo auto e ticket sanitari, spiega la ratio dell’intervento. A partire dalla platea che subirà l’aumento dell’addizionale regionale, che tocca i redditi superiori a 28mila euro. A fronte di 2,8 milioni di persone, i tassati saranno un milione di emiliano-romagnoli, mentre 1,8 milioni – avendo redditi inferiori ai 28mila euro – scamperanno alla ’stangata’. Un criterio di progressività alla base anche della svolta sui ticket farmaceutici che toccherà indicativamente chi avrà un Isee superiore ai 35mila euro.

Presidente, il prezzo della scelta di non tagliare la sanità è alta...

“Bisogna dare una dimensione all’operazione. A fronte di un milione di persone che avrà aumenti dell’Irpef regionale, i redditi vicini ai 28mila euro subiranno rincari ridotti: 20 euro annui per chi guadagna 30mila euro, 70 euro per chi ha un reddito di 35mila. In pratica parliamo rispettivamente di aggravi mensili di 1,67 euro e 5,83. Se guardiamo complessivamente ai 200 milioni che arriveranno dall’aumento dell’Iperf, più della metà (oltre 100 milioni, ndr) peserà sui redditi oltre i 50mila euro”.

Non c’erano alternative a una manovra impopolare?

“Nel 2024, io ero presidente da quindici giorni, lo squilibrio nella sanità ha toccato quota 300 milioni. Cento milioni li abbiamo attinti da risorse straordinarie, 200 non erano recuperabili, come comunicato al Mef. In soldoni: la nostra Regione post pandemia spende sistematicamente più di quanto lo Stato ci trasferisce. Non do la colpa all’esecutivo, ma ho una visione diversa: per Giorgia Meloni la spesa sanitaria nazionale del governo è giusta, per me è insufficiente. Insufficiente per l’Italia e per la Regione”.

Morale: era inevitabile...

“Nel 2025 abbiamo due strade: fare 250 milioni di tagli alla sanità o coprire quei 250 milioni. Rispetto a quanto dissi al dibattito del ’Carlino’ per le Regionali, sono coerente: non taglierò un euro alla sanità. Non voglio chiedere al sistema sanitario dell’Emilia-Romagna lo stesso livello di oggi, costando meno. Ma voglio migliorare le prestazioni costando uguale”.

Teme la fine della luna di miele con gli emiliano-romagnoli?

“Un presidente della Regione che invece di chiedere 70 euro annui di Irpef a chi guadagna 35mila euro fa pagare due visite private 400 euro, magari è più simpatico, ma non più bravo... Faccio un esempio anche sulle risorse per il fondo per le persone non autosufficienti (150 milioni in tre anni, di cui 85 solo nel primo anno): senza questo intervento, se non trovi posto e devi rivolgerti a una struttura residenziale convenzionata alla fine spendi 3mila euro al mese”.

L’altro pezzo della manovra riguarda oltre al bollo auto (che aumenta del 10%) anche la riforma del ticket sanitario. Che cosa dobbiamo aspettarci?

“Il bollo auto lo adeguiamo a quello delle altre Regioni. Lo stesso faremo per il ticket sui farmaci che hanno tutti a parte noi. L’idea è prevederlo per chi ha redditi alti, indicativamente sopra i 35mila euro di Isee (si stima meno di un milione di persone coinvolte). Per loro ci sarà una spesa di 1,2,3 euro a medicinale (quelli con la ricetta rossa, ndr). Un’operazione che incentiverà anche una corretta prescrizione dei farmaci. Per chi ha redditi più bassi, comunque, non cambierà nulla”.

Lo stesso criterio verrà adottato per le prestazioni sanitarie?

“No. Rimarrà tutto invariato, salvo un aspetto: stiamo lavorando per utilizzare come criterio l’Isee al posto del reddito totale famigliare: è una questione di equità”.

Quando ci sarà questa rivoluzione sul ticket?

“Tra aprile e maggio: prima serve un confronto con sindacati e farmacie”.

Aprendo più servizi al privato accreditato non si potrebbe diminuire il carico fiscale complessivo?

“È un’illusione. Che non mi convince politicamente ed è confermato in letteratura. Uno squilibrio verso il privato non dà benefici di sostenibilità al sistema”.

La manovra è stata attaccata da tanti: i sindacati lamentano il “mancato confronto”

“Sul metodo hanno ragione, ma stavano circolando informazioni frammentarie e abbiamo deciso di accorciare i tempi. Ma siamo disponibili all’ascolto anche su come indirizzare le risorse”.

Per FI il bilancio andava presentato in Aula, FdI che rimpiange Bonaccini, Elena Ugolini la critica per non aver annunciato in campagna elettorale come correggere i conti...

“Quella degli azzurri è una contestazione surreale. Prima si fa una proposta in giunta, poi si passa in assemblea. Ugolini sapeva che c’erano 300 milioni di squilibrio nella sanità. Lo disse la Corte dei Conti... Se oggi fosse al mio posto avrebbe trovato le risorse tagliando la sanità”.

Ma qualche errore, visti i conti, Bonaccini l’ha fatto?

“Dipende da quali sono gli obiettivi. L’Emilia-Romagna ha 5mila dipendenti sanitari in più rispetto al 2019. Non penso che si debbano tagliare. E lo stesso ha pensato Bonaccini, coprendo questo costo aumentato con risorse straordinarie. Probabilmente avrei fatto lo stesso”.