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Il Conte 2 Dopo la richiesta di Grillo si riaprono le urne digitali. Il leader riunisce il Consiglio nazionale M5S. In attesa delle mosse del garante

Giuseppe Conte Giuseppe Conte – Roberto Monaldo /LaPresse

Se qualcuno avesse previsto un esito del genere, probabilmente sarebbe stato accusato di voler trarre troppo facilmente una morale dalla storia paradossale del Movimento 5 Stelle. Così, la forza politica che da voti online, rotture, espulsioni, proclami sulla democrazia diretta ha tratto forza, rimane ingarbugliata nella sua stessa storia. E quando, proprio con una consultazione digitale, l’assemblea virtuale degli iscritti ha deciso a maggioranza schiacciante, con tanto di urla di giubilo all’annuncio del risultato, di cancellare con un tratto di penna il ruolo del garante, oltre che fondatore ed elevato (sic), quest’ultimo si è appigliato all’ultima prerogativa chiedendo che le votazioni si ripetano.

Così, le urne digitali, gestite dalla piattaforma Skyvote, riapriranno dal 5 all’8 dicembre prossimi. Tutti gli iscritti al M5S da almeno sei mesi potranno esprimersi soltanto sui quesiti che riguardano la modifica dello statuto, cioè quelli sui poteri del garante, del presidente, sul nome e sul simbolo e sulla composizione dei collegi dei probiviri e dei garanti. Conte aveva incassato il risultato dell’assemblea costituente ma si attendeva la richiesta di Grillo. Ieri ha convocato la war room del Consiglio nazionale, organismo che raccoglie i capigruppo parlamentari, i responsabili territoriali e tematici, i vicepresidenti, il capodelegazione in Ue e la presidente di Regione Alessandra Todde. Qui ha fatto il punto della situazione, ha indetto le nuove consultazioni e ha incassato il voto all’unanimità dei convenuti. Poi si è confrontato con i parlamentari, anche qui trovando largo appoggio. Da molti eletti e gruppi territoriali è partita la campagna all’insegna dell’hashtag #iorivoto.

Dall’altra parte, l’unico che continua a prendere parola è Danilo Toninelli, che ha invitato i filo-Grillo a restare iscritti al M5S per far pesare la loro astensione. Si fanno da tempo i nomi di Alessandro Di Battista, Virginia Raggi e altri esponenti del M5S delle origini che sarebbero pronti a sostenere Grillo. Ma non c’è niente di concreto, perché il duello ha assunto il carattere della sfida personale del fondatore che rivendica il diritto all’estinzione del M5S. A questo punto, dunque, bisognerà vedere che tipo di mosse farà Grillo, per provare a giocarsi la sfida e bilanciare la mobilitazione lanciata dai vertici del M5S e dalla stragrande maggioranza degli eletti.

Da via Campo Marzio si insiste sul fatto che l’Avvocato avrebbe avuto anche i margini legali per contestare la richiesta della ripetizione del voto. Ma che ha scelto di acconsentire, per evitare di finire nelle secche estenuanti della battaglia in tribunale e risolvere la questione una volta per tutte.

Intanto, prosegue la discussione politica dentro le forze alternative alla destra. Ieri il segretario di +Europa Riccardo Magi ha polemizzato sul posizionamento da «progressisti indipendenti» del M5S in particolare sull’immigrazione. «L’espressione ‘taxi del mare’ fu coniata dai 5 stelle – ha detto Magi a Repubblica – E non dimentichiamo i decreti sicurezza giallo-verdi. Il Movimento 5 Stelle ha invitato alla sua Costituente la leader tedesca del partito di ‘sinistra conservatrice’ (così si autodefinisce) Sahra Wagenknecht che sul fenomeno migratorio dice né più né meno quello che dicono Meloni e Salvini. Noi invece siamo convinti che al tema dell’immigrazione si risponda con proposte concrete e lungimiranti a partire dalla riforma della Bossi-Fini e dalla questione della cittadinanza». Conte sull’immigrazione glissa, o continua a riferirsi a non meglio definiti allarmi sulla «accoglienza indiscriminata». Ma questo è uno dei temi di scontro con la destra. E sarà difficile restare a lungo ambigui.