5 Stelle Il leader annuncia: «Superata la soglia del 50% dei votanti» Oggi l’esito delle urne su regole interne, alleanze, due mandati
Giuseppe Conte sul palco delle kermesse del M5S – Ansa
Sono le 19.30 quando Giuseppe Conte sale sul palco di «Nova», la kermesse del Movimento 5 Stelle del Palazzo dei congressi, per annunciare che il primo obiettivo è raggiunto con qualche ora di anticipo: il quorum dei quasi 45 mila votanti alla consultazione che si tiene in parallelo online tra gli iscritti è stato raggiunto. Significa che la votazione è legittimata politicamente e, nel caso dei quesiti che cambiano lo statuto, anche formalmente. Non sono serviti, dunque, gli appelli più o meno velati di Beppe Grillo e i suoi a boicottare l’assemblea costituente pensata per proiettare il M5S in una nuova fase della sua storia.
«STIAMO attraversando il punto più basso della politica il momento di massimo inquinamento per questo abbiamo pensato di dare l’esempio – dice Giuseppe Conte aprendo i lavori – E lasciatemi dire che per un movimento che è nato sulla partecipazione democratica invitare a non votare è la contraddizione del principio fondamentale».
OSPITI E RELATORI si avvicendano su di un palco circolare bianco circondato da ogni lato dalle file della platea. Il colpo d’occhio segnala i mutamenti. Il pubblico delle kermesse dell’era Grillo-Casaleggio era sostanzialmente televisivo, per cui aveva un’età media abbastanza alta. In questo format l’asticella anagrafica si abbassa leggermente. Conte ha investito nella creazione di una classe dirigente. Non si può (ancora) dire che l’operazione gli sia riuscita ma dentro il Palazzo dei congressi si agita un corpaccione di quaranta-cinquantenni. Rappresentano l’infrastruttura attuale del M5S, forza politica che in questi anni tra abbandoni, dimissioni, rotture ed esaurimento del ciclo dei due mandati ha consumato parecchie risorse umane.
IL TEMPO di scaldare i microfoni e per un attimo, la sala sembra diventare una delle arene infuocate dei partiti della prima repubblica: una ventina persone urla verso Conte «Dimissioni dimissioni». In mezzo a loro c’è anche Marco Bella, che era deputato nella scorsa legislatura e che contesta il nuovo corso con il gruppo che si è autodenominato «Figli delle stelle» e che indossa magliette con la faccia di Grillo e Casaleggio. «Hanno provato a delegittimarci ma noi siamo aperti anche al dissenso», minimizza l’avvocato. Che cerca di spiegare di aver scavalcato i fondatori sul loro terreno: «Gianroberto Casaleggio per primo ha individuato potenzialità della democrazia diretta su piattaforma digitale – afferma l’ex premier – Ma noi stiamo andando oltre verso la democrazia partecipativa per definire Obiettivi strategici e progetti di cambiamento della società».
PER ANDARE col Pd? Uno dei quesiti sui quali si sta esprimendo la base (oggi pomeriggio, in chiusura, i risultati) riguarda proprio la collocazione. Pasquale Tridico, che è stato uno dei più convinti traghettatori del M5S verso The Left a Bruxelles, interroga il suo collega Joseph Stiglitz su cosa significhi essere di sinistra. «Per un movimento progressista è fondamentale combattere le disuguaglianze – dice Stiglitz – Le coesione sociale aumenta la fiducia dei cittadini. E se vogliamo essere equi per le future generazioni dobbiamo salvare il pianeta».
SAREBBE SBAGLIATO dire che circolano sentimenti trumpisti, ma è indubbio che da più parti si allude al fatto che Trump ha vinto perché l’anti-politica ancora paga. Assunto che cortocircuita con i mutamenti di questi mesi e con quelli proposti da Conte. «Prima l’emergenza era la Casta – riflette ad esempio dietro le quinte un membro dello staff – Adesso l’emergenza è battere la destra».
È INEVITABILE il gioco delle presenze e delle assenze. Non pervenuta Virginia Raggi. C’è Chiara Appendino, che nei giorni scorsi ha espresso qualche dubbio sulle alleanza ma che si dice «felice per il raggiungimento del quorum». Sono pochi i parlamentari del ciclo precedente, quelli del debutto nel Palazzo e della conquista del potere. Ecco allora l’ex capo politico e traghettatore Vito Crimi, oggi funzionario di partito. E Paola Taverna, che da responsabile degli enti locali, distribuisce stelline «natalizie ma con la forma del presidente» ai gruppi territoriali. Come previsto è arrivato Roberto Fico. Si aggira Stefano Buffagni, viceministro allo sviluppo economico nel Conte II un tempo considerato vicino a Luigi Di Maio che l’altro giorno ha criticato Tridico perché «troppo di sinistra». Oggi si prosegue con, tra gli altri, la leader della Bsw tedesca Sahra Wagenknecht. Poi arriverà il responso su regole e coordinate politiche. Anche se il modo in cui sono formulate le domande, senza risposte secche e con più opzioni, difficilmente restituirà un esito che confligge con le condizioni dettate da Conte.