In memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
Il tempo non scalfisce il dolore.
CRISI UCRAINA. Le ragioni per cui le sanzioni economiche possono essere anche peggiori della guerra
Un campo di grano nella regione di Kiev il 16 maggio 2022 - Yomiuri Shimbun via Ap
Il famoso pronunciamento del 28° presidente degli Stati uniti, Woodrow Wilson, sul finire della Prima guerra mondiale, secondo cui le sanzioni economiche sarebbero peggiori della guerra, pare ormai relegato al passato. Dopo un secolo, Biden ha cercato di resuscitarlo dicendo che l’unica alternativa ad esse sarebbe una terza guerra mondiale. Ma non è andato al di là del richiamo orrorifico.
Le ragioni sono più d’una.
La reciproca dipendenza economica tra gli Stati anche in un quadro, quale quello attuale, di de-globalizzazione, moltiplica e diffonde gli effetti delle sanzioni economiche e allo stesso tempo le depotenzia.
Non solo perché la loro efficacia dipende in modo decisivo dal ruolo dominante che assume nella geoeconomia e nella geopolitica la potenza che le impone. E la Ue è ben lontana dall’ambire a quel ruolo, mentre gli Usa cercano di invertire o almeno
Leggi tutto: Sanzioni, perché dalla guerra ognuno esce perdente - di Alfonso Gianni
Commenta (0 Commenti)«NO GAS, NO NUKE». Sabato 21 maggio manifestazioni in tutta Europa, anche a Milano e a Roma
Il gasdottoYamal in Germania - Patrick Pleul /dpa via Ap
Oggi, sabato 21 maggio, in Europa cittadini, associazioni e movimenti ecologisti si mobilitano contro la proposta di tassonomia – la classificazione degli investimenti “verdi” – della Commissione Ue, che include gas e nucleare tra le fonti sostenibili, equiparandoli alle energie rinnovabili.
La proposta della Commissione, oltre ad essere una clamorosa operazione di greenwashing, contribuirebbe a dirottare nei prossimi anni, quelli decisivi per affrontare la crisi climatica, una enorme quantità di risorse economiche verso il fossile e il nucleare, sottraendole agli investimenti per l’efficienza energetica, il risparmio dei consumi e le rinnovabili.
In Italia una coalizione di 27 sigle aderisce alla mobilitazione con
Leggi tutto: Tassonomia «verde» europea, giornata di proteste
Commenta (0 Commenti)SCENARI. Il conflitto ucraìno non è al top dell’agenda di Biden, alle prese con le divisioni nella Nato allargata. Su di lui incombono le elezioni di midterm di novembre, l’inflazione e la crisi sociale
Joe Biden - Ap
Di ritorno da New York, sono e resto convinto che la guerra ucraina sia il sintomo di un pericolo globale che si alimenta della debolezza dei contendenti in campo: l’aggressore russo e il presunto beneficiario statunitense. Non certo l’Europa, che vede una parte del proprio territorio nuovamente ridotto a teatro di orrori e distruzioni causate da un conflitto a cui dovrebbe, e forse potrebbe, porre fine.
Basta osservare la propaganda di guerra che scaturisce da Washington e da Mosca e che si diffonde in tutta Europa, fino a diventare
Leggi tutto: La guerra in Europa e l’ambigua debolezza degli Stati uniti - di Gian Giacomo Migone
Commenta (0 Commenti)REPOWER EU. Indipendenza dal gas russo. Deroga al Patto di stabilità?
Rigassificatore in Lituania - Ap
Mettere fine «il più presto possibile» alla dipendenza dalle energie fossili russe ed evitare, nel breve periodo, di subire eventuali ricatti di Mosca, come è già successo a Polonia e Bulgaria (gas) e Finlandia (elettricità): ieri, la Commissione – che si appresterebbe a sospendere per un altro anno il Patto di stabilità – ha presentato il piano RePowerEu, con investimenti previsti di quasi 300 miliardi nei prossimi 5 anni, che naviga tra due necessità, l’emergenza energetica e l’emergenza climatica. Rispondere alla prima, protestano gli ecologisti, significa mettere a rischio la seconda.
La Ue dipende ancora del 26% di importazioni dalla Russia per i consumi di gas (era al 40%), del 28% per il petrolio e ogni mese paga a Mosca circa un miliardo di euro, che servono a Putin per finanziare la guerra contro l’Ucraina. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ritiene che la Ue debba mettere fine alla dipendenza «molto prima del 2030».
Per questo accelera con il piano: a breve, significa
Commenta (0 Commenti)https://www.change.org/p/tacciano-le-armi-appello-per-la-pace-e-contro-la-guerra-in-ucraina?signed=true
La guerra scatenata dall’aggressione della Russia di Putin contro l’Ucraina è giunta al suo settantaduesimo giorno senza il minimo spiraglio per il cessate il fuoco. Si tratta della più grande catastrofe umanitaria verificatasi in Europa dopo la sanguinosa guerra nei Balcani degli anni ’90. Quell’esperienza non ha insegnato nulla né ai paesi appartenenti alla Nato, né all’Unione europea, né alle Nazioni unite. Rispetto alle guerre precedenti sono in costante aumento le vittime civili e i profughi a testimoniare l’insensatezza di ogni guerra. I paesi coinvolti e le loro organizzazioni internazionali avrebbero potuto e dovuto impegnarsi a fondo preventivamente per far sì che la crisi ucraina potesse e dovesse essere risolta senza il ricorso alle armi.
All’indomani dell’apertura delle ostilità, sembrava che fosse dovere principale di tutti i paesi civili di impegnarsi perché le ostilità stesse fossero chiuse attraverso negoziazioni e trattati. Il doveroso richiamo alla necessità dell’incontro e del dialogo non è stato ascoltato nei
Leggi tutto: Tacciano le armi. Appello per la pace contro la guerra ***