MORRA CINESE. Visita di Von der Leyen e Macron: «Riporti la Russia alla ragione» Il leader cinese: «Chiamerò Zelensky, ma al momento opportuno»
von der Leyen arriva al Palazzo dell’Assemblea Nazionale dei Rappresentanti del Popolo - Ap
Tra Pechino e la Simi Valley c’è di mezzo l’oceano Pacifico. Ma in una giornata di diplomazia, discussioni e segnali incrociati, Cina e California non sembravano così lontane. Da una parte Xi Jinping che riceve Emmanuel Macron e Ursula Von der Leyen, per provare a intravedere una possibile soluzione politica della guerra in Ucraina. Dall’altra la presidente taiwanese Tsai Ing-wen che incontra lo speaker della camera Usa Kevin McCarthy, con qualcuno che teme l’apertura di una nuova crisi sullo Stretto di Taiwan.
IN REALTÀ, Pechino ha finora mostrato di volersi concentrare esclusivamente sul rilancio o meglio mantenimento dei rapporti con l’Unione europea. Xi ha riservato a Macron un’accoglienza da grandi occasioni:
Commenta (0 Commenti)Tutti si aspettavano i nazionalisti messianici, ma è arrivata prima la polizia israeliana. Notte di violenze a Gerusalemme: granate, lacrimogeni e manganelli dentro la moschea di al-Aqsa. 200 palestinesi feriti, 350 arrestati. Condanna globale, l’Onu: «Siamo scioccati»
Agenti israeliani arrestano una donna palestinese sulla Spianata delle Moschee - Mahmoud Illean/Ap
La versione di Benyamin Netanyahu è che, martedì notte, a Gerusalemme Est la polizia sarebbe stata costretta ad intervenire con pugno di ferro sulla Spianata di Al Aqsa per fare un favore ai palestinesi musulmani. Proprio così. Perché, ha detto ieri il premier israeliano respingendo le proteste arabe e internazionali che grandinavano su Israele, «estremisti islamici si sono barricati nella Moschea (di Al Aqsa)» dove «avevano rinchiuso fedeli musulmani e impedito ad altri fedeli di raggiungere la Moschea per pregare». E, ha concluso, «Israele opera per mantenere lo status quo e calmare gli animi sul Monte del Tempio», ossia la Spianata. Una versione che fa a pugni con i racconti dei testimoni, con i video e le foto dell’accaduto che girano nei social e anche con quanto riferito dal più autorevole dei giornali israeliani, Haaretz.
In un articolo dal titolo «Gli attivisti ebrei hanno alimentato le fiamme ma la polizia israeliana ha acceso l’incendio del Monte del Tempio», Nir Hasson, corrispondente del
Commenta (0 Commenti)SINDACATI CONFEDERALI. La «mobilitazione unitaria» si riduce a sole tre manifestazioni interregionali a Bologna, Milano e Napoli.Landini e Bombardieri costretti a una protesta blanda pur di recuperare l’unità. Lasciata la porta aperta per Roma a giugno ma se il governo darà un segnale, Sbarra accetterà
Pierpaolo Bombardieri, Maurizio Landini e Luigi Sbarra nell'ultima mobilitazione unitaria del 3 dicembre 2021 - Foto Ap
Dodici giorni dopo l’annuncio di una «mobilitazione unitaria», finalmente Cgil, Cisl e Uil hanno trovato l’accordo sulle modalità. Niente scioperi e nemmeno un manifestazione nazionale. Alle «assemblee unitarie» già annunciate seguiranno solo tre manifestazioni interregionali: per il centro Italia a Bologna 6 maggio, per il nord a Milano il 13, e per il sud a Napoli il 20.
IL PARAGONE CON L’ONDATA di scioperi e proteste nel resto d’Europa – Francia, Germania, Regno unito, Portogallo – è impietoso.
Pur di riconquistare l’unità confederale, Landini e Bombardieri hanno dovuto accettare la linea moderata della Cisl di Sbarra: niente scioperi e mobilitazione blanda.
Si punta sulla quantità – tenere a lungo il pallino della mobilitazione – più che sulla qualità – una grande manifestazione contro il governo.
L’assenza di Roma lascia parta la porta a una manifestazione nazionale a giugno ma anche questa è
Leggi tutto: Alla fine vince la Cisl: niente scioperi - di Massimo Franchi
Commenta (0 Commenti)«Non prendo in considerazione l’ipotesi di perdere risorse del Pnrr», dice Meloni dal Vinitaly. La Lega non è d’accordo: «Meglio rinunciare a qualche fondo». Palazzo Chigi: non siamo ancora a quel punto. Ma il governo è in super ritardo. Massimo allarme al Quirinale
FIASCO. Maggioranza nel caos sui fondi del Pnrr. Governo in ritardo sul Recovery, massimo allarme al Quirinale. La Lega: a questo punto meglio rinunciare a qualcosa. Meloni: non è la nostra linea
Giorgia Meloni ieri a Vinitaly - Ansa
C’è sempre qualcuno che dice a voce alta che il re è nudo, sollevando costernazione. Stavolta è toccato al capogruppo della Lega alla Camera, Molinari: «O si cambia la destinazione dei fondi o spenderli per spenderli non ha senso. Forse sarebbe il caso di valutare la rinuncia a una parte dei fondi a debito. Ha senso indebitarsi con la Ue per fare cose che non servono?». Sarebbe una bomba comunque ma lo è tanto più in quanto più o meno nello stesso momento, dal Vinitaly di Verona, la premier garantiva l’esatto opposto: «Non prendo in considerazione l’ipotesi di perdere le risorse ma di farle arrivare a terra in modo efficace. I ritardi non ci preoccupano. Stiamo lavorando molto».
La sortita di Molinari costringe però palazzo Chigi, qualche ora dopo, a tornare sulla faccenda, stavolta in modo informale: «Stiamo lavorando per rimodulare il Piano ma l’idea di rinunciare a parte dei fondi non è sul tavolo». Qualcuno aggiunge una specifica importante: «Almeno per ora».
In realtà tutti, sul Colle come a palazzo Chigi, sanno perfettamente che quel che non è sul tavolo oggi potrà esserci domani e anzi è probabile che proprio così finisca. Per quanto la Ue
Leggi tutto: L’euro pasticcio - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)La premier socialdemocratica Sanna Marin manca la riconferma alla guida della Finlandia. A vincere le elezioni generali, in una corsa combattutissima tra i tre partiti principali, sono stati i conservatori del Partito della coalizione nazionale (Ncp), guidato dall’ex ministro delle Finanze Petteri Orpo, che ha ottenuto il 20,7% e 48 seggi all’Eduskunta, il Parlamento finlandese. “Sulla base di questo risultato, i colloqui per la formazione di un nuovo governo in Finlandia saranno avviati sotto la guida del nostro partito”, ha detto Orpo, che riceverà un incarico espolorativo da primo ministro. Al secondo posto si è piazzata l’ultradestra di Veri finlandesi, guidata da un’altra donna, Riikka Purra, che si è attestata al 20,1%, il miglior risultato della storia del partito (46 seggi). Marin invece è arrivata terza, fermandosi al 19,9% (43 seggi). La leader dell’esecutivo uscente ha ammesso la sconfitta: “Il numero dei nostri seggi è aumentato. È un ottimo risultato, anche se oggi non sono arrivata prima”, ha detto, congratulandosi sia con il centro-destra che con Veri finlandesi.
L'INIZIATIVA DOPO LE DICHIARAZIONI SHOCK SU VIA RASELLA. Di fronte alle parole gravissime del Presidente del Senato non possiamo tacere. Abbiamo raccolto in poche ore le firme su un appello per le dimissioni di La Russa che vi […]
Di fronte alle parole gravissime del Presidente del Senato non possiamo tacere. Abbiamo raccolto in poche ore le firme su un appello per le dimissioni di La Russa che vi chiediamo di pubblicare. In particolare segnaliamo quelle dei partigiani Gastone Cottino e Aldo Tortorella, dell’ex-presidente della Camera Fausto Bertinotti, del presidente dell’Arci Walter Massa, di storici, intellettuali, artisti, attivisti e ex-parlamentari. Da alcuni minuti la petizione è on line e chiediamo di firmarla a tutte le cittadine e i cittadini che si riconoscono nella Costituzione nata dalla Resistenza.