RIFORME. Si avvia il secondo atto sul palcoscenico delle riforme. Meloni convoca le opposizioni, non è chiaro se per scrivere insieme il copione, o per diffidarle ad accettare il ruolo di […]
Giorgia Meloni alla Camera - foto LaPresse
Si avvia il secondo atto sul palcoscenico delle riforme. Meloni convoca le opposizioni, non è chiaro se per scrivere insieme il copione, o per diffidarle ad accettare il ruolo di comparse. Nemmeno sappiamo se c’è, e nel caso quale sia, la proposta della destra. Unico dato è l’investitura popolare diretta. Ma di chi e per fare cosa?
In ogni caso, sarebbe una innovazione incompatibile con l’architettura fondamentale della Costituzione vigente, fondata sulla forma di governo parlamentare.
Inevitabilmente stravolgerebbe il ruolo e i poteri del presidente della Repubblica, sia che fosse il prescelto per l’unzione popolare, sia che invece lo fosse il capo del governo. Una riscrittura di tale portata da rendere insignificante la diatriba sul ricorso all’art. 138 o altri metodi. Quale che fosse la modalità prescelta, si tratterebbe in ogni caso di una successione tra ordinamenti. Una Costituzione muore, una Costituzione nuova nasce.
Può stupire che la destra sia rimasta ancorata alle vecchie bandiere. L’investitura popolare non è più sinonimo di stabilità e solidità politica e istituzionale. Nel mondo di oggi l’elezione diretta divide e contrappone, non unisce. I due modelli di riferimento – gli Usa per il presidenzialismo e la Francia per il semipresidenzialismo – lo dimostrano in questa fase storica con
Leggi tutto: Riforme, un presidenzialismo fuori tempo e il baco delle Autonomie - di Massimo Villone
Commenta (0 Commenti)Mi preoccupa l'idea di affidare ai tecnici e al tecnicismo delle regole quella che è la scelta dei fondamenti politici e dei principi fondamentali
La pubblicazione, curata da Giordana Pallone, raccoglie i contributi dei relatori presenti alla giornata di discussione promossa dalla Cgil nella sede nazionale di Corso d'Italia a Roma il 20 gennaio 2023, dal titolo "Tra autonomia differenziata e presidenzialismo, per un'altra idea di Repubblica fondata sul lavoro e la coesione sociale". Questa una parte dell'intervento del presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.
Credo che per esaminare da tecnico i due grandi temi che avete proposto, presidenzialismo e autonomia, si debba partire da due questioni di fondo sulla Costituzione: il metodo, come agire per riformarla, come ragionarci sopra con il dialogo; e il merito, che cosa contiene e che cosa eventualmente vada aggiornato, modificato. Sono preoccupato che sia rispetto ai principi fondamentali fissati dalla Costituzione – quindi nel merito – sia nella prospettiva della riforma – cioè nel metodo – si battano strade molto nuove e molto poco approfondite. Parto dal presupposto che l’ipotesi di un’assemblea costituente non è
Leggi tutto: Nel nome della Costituzione - di Giovanni Maria Flick
Gentile volontaria/o o associazione,
Un sentito grazie di cuore da parte di tutta la comunità per la disponibilità che tempestivamente ci avete comunicato per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza maltempo.
Come sapete ad oggi, la necessità maggiore riguarda lo sgombero e la pulizia delle aree più colpite.
Con questa e-mail, siamo a comunicarvi le modalità di accesso alla zona rossa del Borgo per la giornata di domani sabato 6 maggio 2023.
Le 25 squadre specializzate della Protezione Civile stanno continuando a occuparsi delle operazioni necessarie per permettere ai residenti di accedere alle unità immobiliari (pulizia strade, svuotamento delle cantine dall’acqua).
Nelle aree dove questo intervento è già stato effettuato, sarà possibile iniziare ad entrare con i lavori di pulizia delle case, anche con l’aiuto di volontari e associazioni.
Per ragioni di sicurezza, domani sabato 6 maggio 2023 l’accesso sarà limitato a n. 200 volontari a partire dalle ore 09.00. Raggiunto il numero massimo di volontari all’interno dell’area rossa non faremo accedere altre persone all’area rossa fino al turno successivo. Vi chiediamo la massima comprensione nel caso in cui qualcuno dovesse arrivare e non potesse entrare (per il raggiungimento del limite massimo), ma per ragioni di sicurezza non possiamo organizzarci in altro modo.
Per questo motivo, abbiamo definito alcune regole:
Tutti le volontarie e i volontari dovranno essere obbligatoriamente maggiorenni.
La precedenza assoluta sarà riservata ad amici, conoscenti e parenti dei residenti. A queste persone, al gazebo di Piazza Lanzoni, verranno richieste le generalità per poter mappare la presenza di volontari nell’area rossa.
Alle associazioni chiediamo la cortesia di presentarsi in gruppo, così da consentire un più facile conteggio e censimento degli accessi.
A tutti i liberi cittadini che vogliono dare una mano, sarà fatto firmare un Patto di Collaborazione, con cui si diventa volontari per il Comune di Faenza che, facendosi carico delle spese, adempie agli obblighi assicurativi.
Sarà permesso l’accesso solo alle persone che possono garantire un turno di almeno 4 ore (dalle 09.00 alle 13.00 o dalle 14.00 alle 18.00). Per la giornata del 6 maggio 2023 non sono previsti turni di durata inferiore.
Ad esclusione di amici, conoscenti e parenti dei residenti, verrà seguito esclusivamente l’ordine di arrivo.
Vi invitiamo a indossare e/o portare tutto il materiale di cui disponete per aiutare nella pulizia e nello sgombero (guanti, stivali di gomma o scarpe antinfortunistica, badili ecc).
Per quanto possibile, vi invitiamo a raggiungere il punto di ritrovo di Piazza Lanzoni a piedi o in bicicletta per non congestionare il traffico.
Vi ringraziamo ancora di cuore per la generosità e la solidarietà dimostrate in queste giornate.
Con chi di voi potrà essere dei nostri, ci vediamo domani mattina.
Un caro saluto,
Davide Agresti
Assessore al Welfare
Il sistema idrico regionale non ha retto alla pioggia, esondati i fiumi. Due i morti e centinaia di sfollati. Faenza allagata
Due cittadini aiutano i soccorsi con la canoa a Faenza - Ansa
Questa volta l’alluvione non era inattesa. Dopo mesi di siccità, le piogge incessanti di questi giorni lasciavano presagire il peggio. Era stata diramata l’allerta meteo, livello rosso, dalla notte tra martedì e ieri e molti comuni avevano iniziato a chiudere scuole e strade a rischio. Ma la prevenzione non è bastata. Ieri l’Emilia Romagna si è svegliata allagata e spaventata.
IN ROMAGNA È CADUTA in trentasei ore l’acqua che normalmente si vede in tre mesi. Troppo per il sistema idrico regionale. A pagarne il prezzo sono soprattutto le pianure del ravennate, dove il reticolo di piccoli torrenti si è trasformato in un dedalo di fiumi in piena.
Le immagini più impressionanti vengono da Faenza, dove il fiume Lamone è esondato travolgendo il quartiere Borgo. Sui social sono diventati virali i video delle auto sommerse fino al tettuccio e dei soccorritori costretti a raggiungere in gommone i cittadini fuggiti dai primi piani delle case. Sono centinaia gli evacuati, in gran parte ospitati nel locale palazzetto dello sport. «Siamo stupiti e spaventati. In trent’anni passati qua non ho mai visto niente di simile» ci dice un abitante del quartiere. «Stamattina mi sembrava di non riconoscere i posti in cui sono cresciuto. Sappiamo che il clima sta cambiando, ma non lo avevamo ancora visto sui nostri territori». Una paura che diventa rabbia nelle parole del portavoce di Legambiente Faenza, Massimo Sangiorgi. «L’Italia è un paese in pericolo, lo sappiamo da sempre. E invece di pensare al dissesto idrogeologico si progetta il Ponte sullo stretto». Il locale circolo dell’associazione ecologista, ironia della sorte, è intitolato proprio al Lamone.
A FAENZA I DANNI sono economici. Ma poco più a nord est le cose peggiorano. Un uomo di ottanta anni è morto a Castelbolognese, provincia di Ravenna. A ucciderlo l’esondazione del Senio. Secondo le prime ricostruzioni, ancora da confermare, la vittima stava percorrendo in bicicletta una strada chiusa quando è stato travolto dalla piena.
A San Lazzaro di Savena, provincia di Bologna, l’amministrazione ha fatto evacuare chi vive vicino al fiume. A Conselice, provincia di Ravenna, la tracimazione del Sillaro ha portato alla
Leggi tutto: L’alluvione, prevista, mette in ginocchio l’Emilia-Romagna - di Lorenzo Tecleme
Commenta (0 Commenti)COMMENTI. Tutto sarebbe filato liscio al Concertone del Primo Maggio se non ci fosse stato l’intervento del fisico Carlo Rovelli. Sfilata di cantanti sui quali gli esperti hanno subito stilato una […]
Tutto sarebbe filato liscio al Concertone del Primo Maggio se non ci fosse stato l’intervento del fisico Carlo Rovelli. Sfilata di cantanti sui quali gli esperti hanno subito stilato una classifica, convinta conduzione necessariamente retorica ma manco troppo, e soprattutto decine e decine di migliaia di giovani e non, sotto la pioggia ad ascoltare, a partecipare al solito rito.
Che stavolta è sembrato a tutti meno ripetitivo, meno sottrazione del conflitto e più restituzione di temi veri, perché ridotto all’osso del confronto tra il triste presente del lavoro precario e i contenuti della Costituzione. Intanto nelle stesse ore, quasi a contraddire la giornata «altra» dei giovani in piazza per il Concertone che resta organizzato e voluto dalle tre confederazioni sindacali, la presidente del Consiglio Meloni – che chiama Cgil-Cisl-Uil con il termine spregiativo “la triplice” come del resto i fascisti hanno sempre fatto nel Belpaese – mandava in onda, volutamente in alternativa al protagonismo sindacale delle piazze, uno spot sulla «sua» febbrile giornata lavorativa, sullo sfondo i ministri ridotti a comparse, con un piano sequenza che scavava negli angoli di Palazzo Chigi, così indimenticabile da far apparire quello della “Giornata particolare” di Ettore Scola come una prova d’esami dello Sperimentale di cinematografia. Poi l’intervento di Carlo Rovelli che ha fatto ancora di più la differenza.
Il fisico, teorico e studioso dei «buchi bianchi», considerato tra i maggiori divulgatori scientifici al mondo, gentile e pacato come sempre si è rivolto ai giovani leggendo un suo testo nel quale ad ogni tratto ha ripetuto un intercalare: i problemi seri del mondo dove «non tutto è meraviglioso» possono essere affrontati solo dai giovani, «solo voi potete affrontarli».
«C’è una catastrofe ecologica che sta arrivando e rischia di rovinarvi il futuro – ha detto – e nessuno prende le decisioni per fermarla perché a qualcuno dà fastidio, ci sono diseguaglianze che crescono, ma voglio dirvi che stiamo andando verso una guerra che cresce e invece di cercare soluzioni i Paesi si sfidano, invadono paesi, soffiano sul fuoco della guerra e la tensione internazionale non è mai stata così alta come adesso».
Poteva bastare la catastrofe ambientale, si poteva pure sopportare la denuncia delle diseguaglianze che dilagano e che si aggraveranno con i provvedimenti del governo Meloni come in piazza hanno denunciato i segretari confederali e in particolare Landini, ma l’insistenza sulla guerra è stato davvero «troppo», uno «scandalo»: «Spendiamo più di due trilioni di dollari in spese militari – ha continuato Rovelli senza alcuna
Leggi tutto: Il buco nero della guerra - di Tommaso Di Francesco
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