Lo sciopero dei lavoratori di Hera annunciato dalla Cgil per martedì 28 aprile contro la vendita delle azioni dei Comuni, la modifica del patto di sindacato e dello statuto della multiutility, è stato sospeso, ma la mobilitazione per questi obiettivi continua.
Infatti, se la proprietà pubblica scendesse dall'attuale 57% al 38%, non solo si allenterebbe ulteriormente il controllo pubblico - che in realtà non veniva esercitato neanche con il possesso maggioritario delle azioni - ma si arriverebbe alla definitiva privatizzazione.
Questa prospettiva renderebbe impraticabile il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico, sostenuto in modo inequivocabile dall'esito del referendum del giugno 2011, e affiderebbe solo alle logiche della Borsa e del mercato gli altri servizi pubblici locali - come il ciclo dei rifiuti e l'energia - che noi consideriamo “beni comuni” e che in quanto tali devono essere gestiti dal pubblico.
Per questo, “L'Altra Faenza” sostiene le mobilitazioni dei “Comitati acqua bene comune” dell'Emilia-Romagna e chiede che il Consiglio comunale di Faenza, ormai a fine mandato, non approvi le delibere sulla modifica del patto di sindacato degli azionisti di Hera e sulla disponibilità alla vendita delle azioni.
L'accordo-ponte sindacale, siglato nei giorni scorsi da Cgil-Cisl-Uil e i soci pubblici di Hera, ha riconfermato
l'impegno del vecchio protocollo d'intesa di non scendere sotto il 51% della proprietà - impegno che il sindaco di Imola Manca, in qualità di rappresentante dei Comuni, voleva disattendere - ma questo protocollo resta in vigore fino al 30 giugno e prima di quella data andrà rinegoziato.
Le decisioni finali quindi si prenderanno nei prossimi mesi (l'assemblea straordinaria dei soci di Hera del 28 aprile ha comunque all'ordine del giorno la modifica dei patti tra gli azionisti), ma è chiaro che esse dipenderanno dalla mobilitazione che sapremo mettere in campo come movimenti per la difesa del pubblico e dei beni comuni, insieme ai lavoratori e alle loro rappresentanze sindacali e a quegli amministratori locali che continuano a voler difendere il ruolo del pubblico.
Tra questi non ci sono i Sindaci della Romagna, che hanno addirittura rimproverato al Sindaco di Bologna Merola la scelta di non voler vendere le proprie azioni di Hera. Non abbiamo sentito alcuna dichiarazione da parte del Sindaco di Faenza Malpezzi, ma sappiamo che quando i “poteri forti” chiamano, difficilmente si sottrae.
Invece c'è un'alternativa per gestire i servizi pubblici locali e per garantire la salvaguardia del diritto all'acqua e all'ambiente. Alcuni percorsi di “ripubblicizzazione” del servizio idrico e dei vari servizi pubblici locali sono in atto anche nella nostra regione: sta accadendo a Reggio Emilia e nei 44 Comuni limitrofi con una società pubblica per la gestione dell'acqua; sta accadendo nei Comuni del forlivese attraverso una società territoriale interamente pubblica per la gestione della raccolta dei rifiuti.
Di questo “L'Altra Faenza” vuole discutere in campagna elettorale, confrontando i programmi e chiedendo al Pd e al Sindaco Malpezzi con quali argomenti e quale coerenza ieri hanno sostenuto il referendum per l'acqua pubblica e oggi vogliono vendere le azioni di Hera.
Faenza, 27 aprile 2015