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“Diritto al lavoro, il teatro come informazione, memoria, lotta”

Intervento di  Angelo Emiliani

I numeri da soli non consentono di comprendere gli effetti di una crisi senza precedenti, ma è da questi che dobbiamo partire. Dall’ottobre 2008 sono 477 le aziende del territorio faentino che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, contratti di solidarietà). Occupavano 7.660 lavoratrici e lavoratori, passati – il dato è del dicembre scorso – a circa seimila. Ciò significa che nello stesso arco di tempo si sono persi più di 1.600 posti di lavoro, uno su cinque.
Il saldo pesantemente negativo è dovuto sì a pensionamenti, a dimissioni volontarie e

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Per fare il punto della situazione insieme a tutti voi, per raccogliere critiche e suggerimenti oltre che offerte di collaborazione è stata convocata un'assemblea dei collaboratori, dei simpatizzanti e degli utenti di Qualcosadisinistra.info per

 Martedì 20 gennaio 2015 alle ore 20:30
presso la sala del Centro sociale Laderchi
C.so Garibaldi, 2 piano terra.

Care lettrici e cari lettori,
www.qualcosadisinistra.info è on line da quasi due mesi. In questo periodo abbiamo avuto circa 8000 contatti. Un risultato positivo che ci spinge ad andare avanti ma che non può essere considerato un punto di arrivo.
In questo periodo il sito è stato continuamente aggiornato e si è arricchito di 78 nuovi articoli oltre alle numerose segnalazioni di eventi e manifestazioni politico-culturali.

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Promossa dalla Diocesi Faenza-Modigliana nel quadro della Giornata mondiale della pace, si è svolta nel pomeriggio del Capodanno, giovedì 1º gennaio, l’ormai tradizionale Marcia cittadina avente per tema quest’anno “Non più schiavi ma fratelli”.

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Il cosiddetto odg sulla famiglia naturale ha portato Faenza agli onori della cronaca nazionale.
Non so se è un bene per il buon nome della città, ma qualche effetto positivo lo sta producendo. Una parte degli iscritti del Partito democratico sembra svegliarsi da un prolungato torpore e quasi gridando: “Ma in che mani siamo finiti?” reagisce rivendicando una più moderna concezione della famiglia fondata sugli affetti, sul rispetto reciproco, sulla responsabilità nei confronti dei figli e sbandierando un principio di laicità che da tempo, invero, mi pareva appannato nel partito democratico specie in quello faentino.
Il fatto è che la questione non è soltanto di natura ideologica anche se certamente questo è il piano verso cui sta palesemente scivolando buona parte della destra italiana. Lo dimostra la presentazione nei Comuni di mezza Italia di ordini del giorno di questo tenore (a tale scopo è utile la lettura del testo originario presentato da Forza Italia). È il terreno dove è più facile giocare con il “richiamo della foresta”, non diversamente da quanto fa la Lega di Salvini sui temi dell’immmigrazione e - presto vedrete - su molti temi sociali resi brucianti dal perdurare e dall’aggravarsi delle povertà.

Quello che più stupisce in questa vicenda, non è la scelta di numerosi esponenti del Partito democratico, fra cui una consigliere regionale fresca di nomina, il Sindaco e il Presidente del Consiglio comunale già competitor del sindaco alle primarie di quattro anni fa, (per i sostenitori della laicità, non c’era proprio scampo!) di votare seguendo una propria convinzione maturata immagino sulla base di un rispettabilissimo percorso educativo e di una personale riflessione filosofica o religiosa.
Ma qui di altro si tratta: perché in quel ordine del giorno si impegna Il Comune di Faenza:

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In un’epoca in cui le parole si sprecano e perdono di valore, anche gli auguri di fine anno rischiano di apparire la stanca e scontata riproposizione di formule vuote. Sono, questi, giorni in cui ritornano i soliti “ce la faremo”, le professioni di ottimismo, i tentativi di accantonare difficoltà e incertezze.

Ma la realtà è sotto gli occhi di tutti. Otto anni di crisi stanno segnando nel profondo la vita della nostra città. Più di 1.600 persone hanno perso il lavoro, per tante altre il posto è a rischio o resta una meta mai raggiunta.

Un’intera generazione di giovani non sa quale significato attribuire ai termini fiducia e speranza. Le famiglie devono sbarcare il lunario disponendo di

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Un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale di Faenza nella seduta del 15 dicembre recante il titolo “Valorizzazione e sostegno alla famiglia naturale” ha suscitato sconcerto e rabbia in buona parte dell'opinione pubblica non solo faentina, ma anche nazionale.
Il suo contenuto, che si potrebbe in sintesi definire, per usare un eufemismo, "retrogrado", ha acceso i riflettori della stampa nazionale sulla città di Faenza, e non è stato un bel effetto. Anche perché quelle frasi e quei concetti sono stati votati e quindi condivisi dal Sindaco, dal Presidente del Consiglio comunale e da metà del gruppo consiliare del Partito democratico, oltre che, ma a molti questo può sembrare naturale, dalla Lega e da Forza Italia, così giusto per ricordare a tutti che questa destra italiana proprio non ha nulla a che spartire con la tradizione del liberalismo.

Perché ciascuno possa autonomamente formarsi un'opinione su quali concetti abbia espresso il Consiglio comunale di Faenza e quali richieste siano state fatte a nome dell'intera collettività, riportiamo qui l'Ordine del giorno approvato.
Per capire lo spirito ed il retroterra ideologico di questa risoluzione in fondo all'odg potete leggere la proposta originaria presentata dal gruppo consiliare Forza Italia - centrodestra italiano.
- Sul sito di Repubblica una sintesi delle reazioni politiche in questo link
Numerose le reazioni sia di esponenti politici sia della società civile. Potete leggere nel nostro sito:
- Una petizione sottoscritta dai consiglieri comunali del Pd che hanno votato contro e da dirigenti, militanti e simpatizzanti di quel partito in contrasto con l'orientanmento del Sindaco
- Una breve nota che ci ha inviato il deputato di Sel di Ravenna Giovanni Paglia
- Una lettera al Sindaco di una cittadina di Faenza
- Il commento di uno dei collaboratori di questo sito
- Il comunicato stampa della Cgil - Camera del lavoro di Ravenna
- Il comunicato de L'Altra Emilia-Romagna
- Un nuovo intervento di un altro collaboratore del sito

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