Il bis di von der Leyen Il no di sinistra e M5s: «Commissione spostata a destra». Fitto non è il primo problema. Zingaretti: «Un team di stampo conservatore». Schlein non commenta
Nel Pd la delusione per l’Ursula bis è difficile da dissimulare. «Nasce la nuova Commissione Ue. Un passo indietro, stampo conservatore e dipendente dal consenso dei governi. Una cesura dal passato», il commento di un moderato come l’ex ministero per gli Affari europei Enzo Amendola. A Fitto auguro di liberarsi della narrativa sovranista del suo governo».
Alla fine, per i dem, Fitto non è certo il primo dei problemi: non ha avuto deleghe di primo piano, in fondo è un ex democristiano e non viene dal Msi. Certo, l’esame al parlamento Ue sarà «senza sconti», confermano fonti dem a Bruxelles. «Ma alla fine lui resterà in piedi, perché tenere dentro il suo gruppo, Ecr, fa comodo a molti, a partire dalla presidente».
Una profezia che difficilmente sarà smentita. Il vero tallone d’Achille di Fitto è il suo curriculum giudiziario, con alcune inchieste relative al periodo di presidenza della regione Puglia (dal 2000 al 2005), ma non ci sono state condanne tanto che Meloni ha potuto nominarlo ministro.
Per il Pd il problema principale è che sull’Ursula bis si romperà il campo largo: la Sinistra ha già annunciato voto contrario, il M5S probabilmente farà lo stesso (ha già votato no alla presidente). Schlein non può permettersi di seguire gli alleati. «Toccherà votarla col naso turato», la convinzione nella delegazione a Strasburgo. Ma i dem sperano di riuscire ad affossare qualche commissario durante le audizioni, a partire dallo sgraditissimo Oliver Varhelyi, indicato da Orban nell’Ursula I con delega all’allargamento e ora promosso alla Salute. «Quella presentata oggi è solo la proposta di squadra di von der Leyen. Nel 2019 durante le audizioni caddero tre commissari, tra cui quello francese. Ci auguriamo che succeda anche questa volta», dicono fonti Pd.
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A sua immagine, un’Unione più nera e pro businessMa la delusione è forte. L’Ursula II, con o senza Fitto, difficilmente potrà realizzare l’Europa di cui Schlein ha parlato in campagna elettorale, più sociale e green. «Nasce una Commissione conservatrice specchio dei governi europei di questo momento. Un passo indietro», il giudizio del capodelegazione Nicola Zingaretti. «Ci sono stati dei passi indietro», mette a verbale Peppe Provenzano, responsabile esteri, che esprime la linea ufficiale della segreteria (Schlein sceglie di non commentare). «Noi faremo valere le nostre idee e i nostri voti in Parlamento. Ascolteremo Fitto in audizione, vedremo cosa dirà, perché le cose che Meloni ha sostenuto alle elezioni europee non fanno bene né all’Europa né all’Italia. Ma ora sciolgano le contraddizioni, sono al governo europeo e non hanno più alibi», dice Provenzano.
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Deleghe e portafogli, la confusione regna sovranaAl netto di Antonio Decaro, pugliese come Fitto, che lo definisce «un interlocutore attento e disponibile» (ma gli chiede di «separare la fedeltà alla sua leader di partito dall’impegno istituzionale» in Ue), dal Pd è un coro di perplessità sulla nuova squadra. Anche esponenti moderate come Alessandra Moretti vedono il bicchiere mezzo vuoto. Una compagine «debole dal punto di vista dei diritti, inesistente l’agenda sociale, si parla poco di lavoro e diritto alla casa. Grave l’assenza di un commissario alle pari opportunità», attacca Moretti, numero due delle delegazione dem. «L’esordio non è certamente promettente: si tratta di nomine molto schiacciate sul Ppe, di orientamento conservatore, senza il giusto livello di ambizione e innovazione, con un grande accentramento di potere nelle mani della presidente», le fa eco Lia Quartapelle.
Assai più duri i giudizi di Sinistra italiana. «Il nostro gruppo, The Left, ha votato contro von der Leyen e il nostro giudizio non può che essere negativo anche sulla Commissione», spiega Nicola Fratoianni. «Che questa Commissione fosse destinata ad uno spostamento significativo a destra era prevedibile». «Inaccettabile l’attribuzione di incarichi di particolare rilievo a rappresentanti di governi sovranisti che ostacolano i progetti di integrazione europea e sono subalterni a logiche di guerra», il giudizio degli europarlamentari eletti con Avs. Dal M5S bocciatura netta per la nuova squadra, e in particolare per Fitto. «L’Italia è stata dileggiata, perdiamo l’economia in cambio di una delega minore alla Coesione». «Fitto premiato per i suoi fallimenti sul Pnrr», taglia corto Chiara Appendino