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Ue Ruolo top alla socialista spagnola. Vicepresidente esecutiva, a lei la transizione giusta, pulita e competitiva

Teresa Ribera - Ap Teresa Ribera – Ap

Alla fine è Teresa Ribera a prendere l’ambito posto di Vicepresidente per la transizione giusta, pulita e competitiva. Ministra della transizione ecologica e vicepresidente del governo spagnolo dal 2018, si occupa di clima e ambiente da quasi un trentennio. All’ultimo incontro negoziale delle Nazioni Unite sul riscaldamento globale – la non entusiasmante Cop28 di Dubai – ha giocato un ruolo da protagonista. Non stupisce che la sua nomina esalti l’esecutivo Sánchez, che si vede assegnare un ruolo di peso e vicino ai cordoni della borsa. Ma la nomina della figura più ecologista che il lato progressista della sua coalizione le potesse offrire non era scontata. La sua opposizione al nucleare è fortemente osteggiata dal Ppe.

Il secondo mandato di von der Leyen inizia infatti sull’onda del green backlash, il rifiuto delle politiche verdi – reali o annunciate che siano – che ha premiato la destra un po’ ovunque. Tanto più che un altra poltrona di peso è stata proposta per il meloniano Raffaele Fitto – un braccio teso verso Fratelli d’Italia che non aiuterà di certo la transizione. Gli ottimisti possono vedere nella scelta di Ribera un segno di buona volontà di von der Leyen nel mantenere gli impegni presi durante la scorsa legislatura. Per i critici, è un contentino ai socialisti nell’ambito di una maggioranza che si sposta a destra. «Il centrodestra odia e teme Ribera in egual misura» scrive Politico, «ma non può votare contro la sua nomina perché, beh ragazzi, non avete proposto abbastanza donne». Teresa Ribera è infatti una delle undici commissarie di genere femminile in un esecutivo dominato al 60% da uomini.

Al suo fianco la vicepresidente troverà un amico – l’ex ministro dell’ambiente danese Dan Jørgensen, delega all’energia – e due possibili ostacoli, l’olandese Wopke Hoekstra e la svedese Jessika Roswall. Entrambi conservatori, il primo è commissario al clima e al net-zero, la seconda all’ambiente. Ma non sembrano figure tali da preoccupare Ribera. Per lei, il problema saranno i voti in Parlamento europeo e lo spostamento a destra di Liberali e Popolari, Ursula Von der Leyen compresa. Sempre, bentinteso, che la paladina della transizione spagnola voglia mantenere intatta la sua fama anche a Bruxelles