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Al Presidente dell'Unione della Romagna Faentina
Ai Sindaci
e p.c. ai Consiglieri comunali dei Comuni dell'Unione della Romagna Faentina

Oggetto: Osservazioni al Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) dell’Unione della Romagna Faentina

Facendo seguito all’incontro delle associazioni sottoscritte con i sindaci dell’Unione della Romagna Faentina del 16 febbraio scorso, inviamo le nostre osservazioni e proposte.
Premessa
A nostro avviso, la 2a bozza di PAES presentata al pubblico è poco ambiziosa e poco adeguata, rispetto agli obiettivi del “Patto dei Sindaci”, e presenta numerosi elementi di criticità.
L'impegno ad andare oltre gli obiettivi fissati dalla UE al 2020 (riduzione del 20% delle emissioni di gas serra – che è sinergicamente legato – alla riduzione del 20% dei consumi energetici e alla produzione di energia da fonti rinnovabili almeno pari al 20% dei consumi energetici finali) non è indicato nelle intenzioni. PAES di altri Comuni, come ad esempio Forlì, si sono dati obiettivi per la riduzione delle emissioni superiore al 25%.
Ricordiamo che gli stessi obiettivi al 2020 dell'Unione Europea sono ormai traguardati al 2030, con livelli (almeno un po') più ambiziosi, che perciò andrebbero perseguiti da subito, nell'ambito degli impegni contro il cambiamento climatico che, nella Conferenza dell' ONU di fine di quest'anno a Parigi, dovrebbero portare ad un accordo globale sul clima.
Nella fase preparatoria del piano, è mancato un vero processo partecipativo, aver individuato come stakeholders primari solo

gli Ordini professionali, le Associazioni di categoria, gli Istituti Bancari e finanziari, non è corretto. Non solo noi, come Associazioni ambientaliste, ma i comitati di cittadi- ni, i sindacati dei lavoratori, dei consumatori, degli inquilini, e poi tutti i cittadini sono portatori di interesse, che hanno diritto di essere sentiti. Questo non solo per correttezza democratica, ma perchè solo con la partecipazione attiva di tutti i portatori di interesse e con il coinvolgimento dei cittadini è possibile realizzare le azioni che si progettano, cambiando anche i comportamenti e gli stili di vita. Questo è il senso dell'impegno del “Patto dei Sindaci” a mobilitare la società civile al fine di sviluppare, insieme a loro, il Piano di Azione.
Nella base dei dati per l'inventario delle emissioni non vengono presi in considerazione integralmente alcune importanti analisi e dati del nostro territorio, che comunque sono necessari per la programmazione pubblica del territorio, e che chiediamo siano integralmente allegati:
− il Piano Regolatore dell'Energia allegato del RUE 20141; dal quale emerge vi è una sovracapacità produttiva di energia elettrica (su 485.339 MWh prodotti, il 21% è esportato) e che l'88% della produzione proviene complessivamente da biomasse e rifiuti; l'incidenza sulle emissioni della combustione di CDR (combustibile da rifiuti) per la produzione energetica sarebbe di 44.687 tCO2 eq, pari al 12% del totale delle emissioni;
- i dati sulla qualità dell'aria, tenendo conto dei strumenti di programmazione provinciali: in ambito provinciale è stato raggiunto, in termini di energia autorizzata, l'obiettivo di produzione di energia da fonte rinnovabile fissata dal PAES provinciale per cui occorre perseguire l'obiettivo di non provocare emissioni aggiuntive in atmosfera in raccordo con l'indirizzo del Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell'Aria (PRQA), che classifica Faenza come agglomerato ove occorre predisporre piani d'azione a breve termine per il miglioramento della qualità dell’aria;
- non si considera la perdita di carbonio dei terreni agricoli, che non è un elemento specifico dei PAES, ma che per il nostro territorio costituisce un’emergenza. 

E' un piano debole perché :

  • interviene in misura limitatissima sulla riduzione dei consumi energetici e di materia prima;

  • ignora la mobilità delle persone e delle merci che è uno dei principali responsabili delle emissioni;

  • gli interventi complessivi sull'efficienza energetica sono complessivamente limitati negli edifici privati e pubblici, anche considerando che per le pubbliche amministrazioni esiste progressivamente l’obbligo di rinnovare annualmente una frazione degli edifici pubblici, a partire da quelli più energivori;

  • non affronta organicamente la questione della riduzione e del riciclaggio dei rifiuti e l’obiettivo di raggiungere, come previsto dal Piano Regionale Gestione Rifiuti (PRGR) del 14 Aprile 2014, il 75% di raccolta differenziata per i comuni di pianura e il 60% per i comuni di montagna, il cui mancato raggiungimento comporterebbe il pagamento di penali;

  • non prende in considerazione il significativo apporto alle emissioni dovuto alla combustione di combustibile da rifiuti (CDR) per la produzione di energia (che chiediamo di eliminare);

  • è troppo sbilanciato verso l'acquisto (o la promozione all’acquisto) di energia elettrica certificata (14/24 kt di CO2, ovvero il 58% del piano), dato che:

  • Faenza produce ed esporta già energia elettrica certificata (soprattutto da biomasse);

  • non si tratta di una riduzione reale di emissioni di CO2, ma di un conteggio di rete e vi è quindi il rischio che la commissione europea che valuta il PAES lo bocci

  • lo stesso Comitato Scientifico dell’Agenzia Europea per l’Ambiente ha sottolineato come la sostituzione di combustibili fossili con biomasse non porta di per sé a una riduzione delle emissioni di CO2

  • il denaro pubblico e dell'imprese sarebbe meglio speso nella riduzione dei consumi;

  • può essere interpretato come concessione a ulteriore produzione di energia da combustione sul territorio.

     

Per tutti questi motivi il piano presentato ci sembra inadeguato. Pur tuttavia, in un’ ottica di critica costruttiva, siamo a formulare le richieste qui allegate.

RICHIESTE

  • Inserire nel PAES, come allegato ed integralmente, il Piano Regolatore dell’Energia allegato al RUE adottato;

  • Modificare e/o inserire le AZIONI come qui di seguito specificato:

     

AZIONE scheda S177 – proponiamo di modificarla e integrarla

Titolo del Piano: Miglioramento della struttura tecnica di supporto per l'implementazione del PAES

Descrizione: Sostituire il testo daAlcune delle attività che la struttura tecnica...” fino a “... pro- muovere la costituzione di un'agenzia per l'energia Faenza-Imola con lo scopo di unificare gli obi- ettivi energetici dei due territori”, con il seguente:

La struttura tecnica deve promuovere e realizzare una reale partecipazione di tutti i portatori di interesse e di tutti i cittadini (non solo le Associazioni di categoria, Ordini professionali, Istituti bancari e finanziari) anche attraverso:

- l’attivazione di uno o più tavoli permanenti di confronto, ai quali parteciperanno a pieno titolo le Associazioni ambientaliste e i Comitati di cittadini e, anche sulla base di un apposito protocollo di intesa, saranno organizzati gruppi di lavoro misti di tecnici comunale e incaricati dai comuni, as- sociazioni civili, ambientaliste, ordini tecnici e professionali, con funzione propositiva, consultiva e di valutazione, che valutino l'applicazione complessiva del piano e ne rivedano gli obiettivi.

In particolare saranno considerate le tematiche:

  • rifiuti e compostaggio

  • efficienza nell'edilizia pubblica e privata

  • efficienza e sostenibilità, qualità dell'aria e tasso di carbonio nel suolo comprese, nella pro-

duzione di energia e nelle certificazioni energetiche

  • mobilità, compresa l'analisi dei flussi

  • promozione di stile di vita per la riduzione dei consumi.

  • I risultati, gli obiettivi e le azioni saranno valutati annualmente dai gruppi di lavoro, presentati direttamente dai gruppi ai consigli comunali e all'unione dei comuni, e riapprovati dai comuni con cadenza annuale. - azioni di informazione, promozione, formazione, rivolte ai diversi ambiti sociali, incluso le scuole, queste azioni non possono essere affidate ad agenzie che gestiscono i servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, produzione di energia) o comunque a soggetti che potrebbero avere un conflitto di interesse. - costituire un'agenzia partecipata dell’Unione dei Comuni Faentini con lo scopo di unificare gli obiettivi energetici dei territori.”

 Azioni sull’efficienza energetica degli edifici:

AZIONE scheda S178: - proponiamo di modificare assumendo l'ipotesi A1 e A2 del Piano regola- tore dell'energia.

Titolo del piano: Promozione del risparmio energetico dell'efficienza energetica e uso FER degli edifici

Descrizione: sostituirle con le azioni delle ipotesi A1 e A2 del Piano regolatore dell'energia Riduzione delle emissioni di CO2: 9.500 t (pg 165 del Piano regolatore dell'energia, scenario 2) Indicatori di monitoraggio: Modificarli come da tabella pg 156 del Piano regolatore energia

AZIONE scheda S183 – proponiamo di modificarla assumendo almeno in parte l'ipotesi A3 del Piano regolatore dell'energia

Titolo del piano: Promozione potenziata del risparmio energetico dell'efficienza energetica e uso FER degli edifici

Descrizione: sostituirle con le azioni dell'ipotesi A3 del Piano regolatore dell'energia.

Riduzione delle emissioni di CO2: ulteriori 35.000 t (pg 165 del Piano regolatore dell'energia, scenario 3)

Indicatori di monitoraggio: Modificarli come da tabella pg 156 del Piano regolatore energia Commenti: quest'azione è alquanto ambiziosa, si può assumere per quanto basta a raggiungere l'obiettivo del PAES della riduzione di 22.000 t di CO2.

AZIONE SUGLI EDIFICI DA INSERIRE - Rinnovo del 3% degli edifici pubblici

Titolo: Questa azione è descritta nel PAES-bozza con codice 1Bb

Riduzione delle emissioni di CO2: 1.218 t/a

Commenti:

Per procedere in questa direzione tuttavia occorre indicare e promuovere ad ogni livello interventi più precisi di efficentamento energetico degli edifici e di sviluppo delle Fonti di Energia Rinnovabile (FER), sia negli edifici pubblici e nelle abitazioni civili, che negli stabili industriali e commerciali. Vanno previsti molti più interventi di coibentazioni, isolamenti, cappotti, impianti geotermici, sostituzione di caldaie, di infissi, di nuove pompe di calore, installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici.
A questo proposito sarebbe necessario adeguare i regolamenti edilizi troppo restrittivi per poter installare molti più impianti sui tetti (aderenti o integrati con la stessa inclinazione e orientamento della falda); sviluppare, quanto previsto dal piano regolatore dell'energia, per “aumentare il fotovoltaico sui grandi edifici industriali”; oltre che promuovere la diffusione dei Sistemi Efficienti di Utenza (SEU), ossia la fornitura diretta di energia autoprodotta e autoconsumata in loco, con un beneficio sia per il produttore che per il consumatore.

Azioni di acquisto di energia elettrica certificata:

AZIONE scheda S180 – chiediamo di abolirla

Titolo del piano: Acquisto di energia elettrica verde certificata

AZIONE scheda S181 – chiediamo di abolirla

Titolo del piano: Acquisto di energia elettrica verde certificata

AZIONE scheda S182 – chiediamo di abolirla

Titolo del piano: Promozione per l'acquisto di energia elettrica certificata

Azioni sui rifiuti:

AZIONE SUI RIFIUTI DA INSERIRE - riduzione della combustione di rifiuti CDR

Titolo del piano: Abbattimento della combustione dei rifiuti CDR per la produzione di energia Descrizione: Abbattimento della combustione di CDR per la produzione di energia

Riduzione delle emissioni: In questo caso i margini di recupero di abbattimento delle emissioni sono enormi, sono stimate, nel Piano regolatore dell'energia, 44.687 tCO2 eq, pari al 12% del totale delle emissioni.

AZIONE SUI RIFIUTI DA INSERIRE – riduzione dei rifiuti, incremento del riciclo

 Titolo del piano: Riduzione della produzione di rifiuti urbani, incremento dei rifiuti riciclati e compostati, riduzione dei rifiuti smaltiti.

Descrizione: i Comuni si impegnano a passare alla raccolta porta a porta dei rifiuti con tariffa puntuale, con un piano di raccolta studiato da un ente terzo con ampia esperienza nella raccolta porta a porta, coadiuvato dagli uffici intercomunali.

Riduzione delle emissioni di CO2: >5.000 t/anno di CO2, derivanti da una riduzione di 124 Kg procapite/anno della produzione, dall’aumento di 118 Kg di rifiuto riciclabile e compostabile e dalla diminuzione di 242 Kg di rifiuto residuale.

 Commenti: Si nota che, secondo le cifre citate nel PAES-bozza, pg. 286, di 528 Kg per abitante non corrispondono a quanto certificato dal rapporto dell' osservatorio regionale rifiuti, che indica la produzione 2012 pari a 690 Kg.

Sulla base di questi riferimenti la riduzione sale almeno a 124 Kg, corrispondenti a una riduzione di 3.546 ton di CO2, al posto dei 377 calcolati, a cui aggiungere la riduzione relativa ai maggiori quantitativi di rifiuti riciclati, quelli dovuti ai forti quantitativi di rifiuti non inviati a incenerimento o a discarica con relative emissioni di CO2 sia di derivazione rinnovabile che fossile, e infine occorre aggiungere gli effetti del sequestro del carbonio dovuto al compostaggio. La sommatoria porta sicuramente a superare le 5.000 ton di riduzione di CO2. (vedi scheda e allegato).

SCHEDA TECNICA: OSSERVAZIONE SUL PARAMETRO EUROPEO DI PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI SCELTO COME RIFERIMENTO ALLA RIDUZIONE DEI RIFIUTI.

 Il riferimento alla produzione europea procapite di rifiuti urbani è opinabile, perché frutto di situazioni diversissime e di scelte molto diverse rispetto ai criteri di assimilazione e di conteggio. Meglio sarebbe stato prendere in considerazione la media italiana, che comunque non è dissimile perché pari a 504 Kg procapite nell’anno di riferimento 2012.

Ma anche questo riferimento alla media italiana non è pertinente perché è la media di sistemi di gestione dei rifiuti molto diversi che portano a risultati di produzione, rese di raccolta differenziata, produzione di rifiuti residuale e produzione di rifiuti non riciclati molto diversificati.

Quanto calcolare di riduzione, di invio a riciclo e di invio a smaltimento tramite discarica o incenerimento dipende dalle scelti del modello che si vuole applicare, ed è il risultato statistico dei parametri ricordati di questi diversi modelli che occorre prendere come riferimento e non generici parametri medi di situazioni diversissime.

A seconda del modello scelto la gestione dei rifiuti può dare un contributo significativo o meno al risparmio energetico e alla diminuzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.

Un recente studio statistico dell’Ecoistituto di Faenza (che si allega quale parte integrante della scheda) sui dati ufficiali dei 138 comuni dell’Emilia Romagna gestiti da HERA nel 2013, che conferma i risultati ottenuti da altri 5 studi su campioni molto più ampi svolti su Veneto e Lombardia, ha evidenziato che i comuni che hanno adottato una raccolta porta a porta con tariffa puntuale hanno ottenuto i seguenti risultati rispetto alla raccolta stradale quale oggi viene praticata nell’Unione faentina:

  • una riduzione della produzione di rifiuti urbani rispetto alla raccolta stradale superiore al 25%;

  • una resa di raccolta differenziata all’80%;

  • una riduzione del rifiuto residuo di 2/3 rispetto alla raccolta stradale, con produzione di rifiuto residuo entro i 100 Kg procapite;

  • un costo procapite inferiore, a regime, del 6,5%.

  • L’adozione invece di una raccolta stradale con tariffa puntuale porta a risultati migliorativi rispetto alla raccolta stradale senza tariffazione puntuale, ma decisamente inferiori al modello porta a porta, e più precisamente:

  • una riduzione della produzione del 10%

  • una raccolta differenziata media non superiore al 65%:

  • una riduzione del rifiuto residuo inferiore a 1/3 rispetto a quello attuale con produzione procapite oltre i 200 Kg;

  • un costo paragonabile a quello della raccolta porta a porta con tariffa puntuale.

Escludendo i rifiuti in sgravio tariffa che non passano dal gestore il quadro cambia pere il porta a porta con tariffa puntuale cambia esclusivamente per la produzione è inferiore alla raccolta stradale del 19%, mentre per la raccolta stradale con tariffa puntuale calano la produzione che scende al 9% e la RD che scende al 63%.

L’applicazione della raccolta porta a porta con tariffa puntuale, sulla base dei risultati statistici riportati, avrebbe i risultati seguenti nel territorio dell’Unione faentina, paragonati alla situazione attuale:

 

attuale

dopo l'azione

differenza

Rifiuto Urbano Kg/abitante

620

496

-124

Raccolta Differenziata Kg/abitante

278

397

118

Rifiuto Urbano Residuale Kg/abitante

341

99

-242

 

Anche rispetto agli obiettivi del piano regionale dei rifiuti adottato che prevede entro il 2020 (la stessa scadenza del PAES) una raccolta differenziata media dell’Unione del 74%, (pari a un 65% di inviato a riciclaggio) e una riduzione del 20% della produzione di rifiuti, si capisce chiaramente che l’unica strategia da adottare per ottenere il risultato è attuare una raccolta porta a porta.

Dei 348 comuni della Regione nel 2009 ve ne erano 30 con raccolta porta a porta a regime. Nel 2013 sono saliti a 70. Nel 2014 un numero compreso dai 20 ai 30 comuni, compreso il comune di Parma, sono passati interamente al porta a porta, ma in quest’ultimo anno almeno altri 80 comuni hanno dichiarato che procederanno verso questa scelta.

Si chiede di introdurre l’azione di riconversione della gestione dei rifiuti come azione fondamentale nel piano con una indicazione precisa della raccolta porta a porta con tariffa puntuale, che può essere attuata in tutto il territorio in un tempo massimo di 3 anni, e con conseguente calcolo di tutte le implicazioni di risparmio energetico e riduzione di emissione di CO2 derivante dai risultati attesi.

 

OSSERVAZIONE SUI PARAMETRI UTILIZZATI.

L’unico parametro utilizzato nel piano per l’azione sui rifiuti è quello della riduzione della produzione su cui è stato svolto il calcolo su una riduzione di 13 Kg abitante/anno.

Ma l’introduzione della raccolta porta a porta modifica le condizioni anche per quanto riguarda i rifiuti inviati a riciclaggio e quelli inviati a smaltimento, e tali mutamenti hanno risvolti non secondari rispetto ai consumi energetici, alla produzione di CO2, al sequestro della CO2.

Occorre quindi, sulla base di una scelta di applicazione della raccolta porta a porta con tariffa puntuale che produce i risultati attesi:

  • ricalcolare i quantitativi di emissione di CO2 derivanti dalla riduzione dei rifiuti del 20% sulle produzioni attuali al netto dei quantitativi che non passano dal gestore, pari a meno 124 Kg procapite corrispondenti ad una riduzione di 3.596 ton CO2 eq/anno al posto delle 377 calcolate nel piano.

  • tener conto delle maggiori quantità di frazioni secche riciclate, poiché, non entrando non più all’inizio dei cicli produttivi, ma a metà, possono considerarsi semilavorati, che riducono considerevolmente il fabbisogno energetico per la produzione di nuovi beni. Per quanto riguarda la plastica, per esempio, tale risparmio energetico è quantificabile in almeno 50-60 Mj per Kg riciclato. A questo si aggiunge il contenuto energetico che rimane incorporato nel materiale, che per la plastica è di circa 31 Mj al Kg. Dalla combustione di quella plastica si otterrebbero al massimo 7 Mj di energia elettrica netta;

  • dal riciclaggio della maggiore quantità di frazioni secche non rinnovabili (plastica…) si ha un sequestro di carbonio che diversamente, attraverso la combustione in inceneritore andrebbe ad aumentare le emissioni di CO2 (le emissioni di CO2 dagli inceneritori derivano per bon oltre il 50% a carbonio fossile);

  • dal compostaggio delle maggiori quantità di rifiuto organico raccolto in modo differenziato si ottiene un consistente sequestro di CO2 che, se incenerito, sarebbe interamente restituito all’atmosfera, se depositato in discarica si trasformerebbe in biogas che, se disperso, avrebbe effetti climalteranti peggiori della CO2;

  • dal compostaggio della sostanza organica da RD si ottiene compost, un ammendante organico, essenziale per la ricarica organica dei nostri suoli, oggi depauperati da anni di agricoltura intensiva e con presenza di humus sotto la soglia del 2%, soglia sotto la quale i terreni vengono classificati in via di desertificazione. Sotto questo aspetto occorrerebbe anche che il piano bloccasse il consumo di biomasse a scopo di produzione energetica, per convogliare le biomasse alla lotta ai processi di desertificazione in atto;

  • dalla consistente riduzione dei rifiuti destinati ad incenerimento si ha infine una netta diminuzione dell’insieme delle emissioni in atmosfera con conseguente miglioramento della qualità dell’aria.

A parte il calcolo relativo alla riduzione dei rifiuti, eseguito con lo stesso parametro utilizzato nel piano, risulta impossibile, nel poco tempo a disposizione per la presentazione delle osservazioni, eseguire il calcolo dei risparmi energetici, della riduzione delle emissioni di CO2 e degli altri benefici, ma sicuramente la riduzione delle emissioni di CO2 si attesterà a livelli superiori a 5.000 ton eq/anno, sostanzialmente ¼ dell’obiettivo, ottenuto senza sostanziali costi aggiuntivi, almeno per le amministrazioni comunali interessate.

Si chiede di introdurre tutti questi parametri quantificando i benefici derivanti.

Ringraziamo dell’attenzione, rimaniamo in attesa di un riscontro e siamo disponibili a fornire ogni chiarimento ci sia richiesto.

Cordialmente,

Massimo Sangiorgi “Circolo Legambiente Lamone” di Faenza

Davide Rava “Comitato Brisighella Bene Comune” di Brisighella

Alessia Bruni “Comitato ambiente e paesaggio” di Castel Bolognese

Damiano Cavina “Comitato Acqua Bene Comune”

Vittorio Bardi “Si rinnovabili No nucleare”

Andrea Venturelli “Comitato Debito Pubblico: decido anch’io”

Gianmarco Carcioffi “WWF Faenza”

Giovanna Brondolino “Presidente Ass.ne Gruppo di Acquisto Solidale di Faenza”

 

Faenza, 23 febbraio 2015

1 RUE 2014, allegato A2 “Il piano regolatore dell'energia” del Comune di Faenza, adottato come elaborato conoscitivo dal Consiglio dell'Unione della Romagna Faentina il 21 luglio 2014; http://www.comune.faenza.ra.it/ Guida-ai-servizi/Settore-Territorio/Regolamento-Urbanistico-ed-Edilizio-RUE-del-Comune-di-Faenza/ ELABORATI-RUE-ADOTTATI