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Fratello grande Il Capo dello Stato dopo i tweet contro i giudici: «Chi fa parte di governi amici non ci dia prescrizioni». Il miliardario lo sfida: non mi fermo. Il precedente del 2022, quando il Colle frenò le critiche a Meloni della Francia. Nel 2023 il monito del presidente contro gli oligarchi del web che concentrano poteri e «non vogliono regole». L’Anm: perchè il governo non reagisce? Anche questi sono confini da rispettare. Schlein: i sovranisti italiani si fanno dare la linea da un magnate Usa

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella foto Francesco Ammendola Sergio Mattarella – Ansa

«L’Italia sa badare a se stessa nel rispetto della sua Costituzione» e nessuno dall’estero «può impartirle prescrizioni». Sergio Mattarella replica con ferma durezza a Elon Musk, che in due tweet – tra martedì e ieri- aveva scritto «questi giudici devono andarsene», per poi definire i magistrati italiani «un’autocrazia non eletta che prende le decisioni».

Ma il miliardario fresco di nomina nella squadra di Trump, che aveva messo nel mirino i giudici italiani sul caso Albania, sente l’amica Meloni e replica a stretto giro: «Continuerò a esprimere le mie opinioni tutelate dal Primo emendamento e della Costituzione italiana». Tra i due tweet anti-giudici, era riuscito a scriverne un altro per definire la ong Sea-Watch un’«organizzazione criminale».

LA REPLICA DI MATTARELLA, pur senza citare Musk, è molto diretta. E arriva circa due ore dopo il terzo tweet di Musk, quello sull’autocrazia. «Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni».

Nel suo messaggio, il capo dello Stato ricorda che già nell’ottobre 2022, quando Meloni vinse le elezioni, aveva utilizzato le stesse parole per replicare alla ministra francese Laurence Boone, che aveva annunciato una sorta di «vigilanza» sull’operato del governo di destra centro. «L’Italia sa badare a stessa» ripete il Capo dello Stato esattamente due anni dopo rivolgendosi a Musk, appena nominato capo del Dipartimento per l’efficienza del governo americano.

NEPPURE DOPO IL SECONDO tweet del miliardario vicino a Trump, da palazzo Chigi e dintorni nessuno aveva sentito il bisogno di dire qualcosa. Ci ha pensato il Quirinale che, sempre nel rispetto delle sovranità di tutti i paesi, da tempo avverte dei rischi democratici rappresentati da individui e imprese multinazionali che nello scenario globale pesano più dei singoli stati.

Parlando alle alte cariche dello Stato a fine dicembre 2023, Mattarella aveva evocato 1984 di Orwell, ricordando per i giganti del web «l’esigenza di regole per evitare che pochi

gruppi possano condizionare la vita di ciascuno di noi e la democrazia». Un’esigenza fondamentale che «incontra difficoltà a causa delle dimensioni e del potere di condizionamento degli operatori del settore». La cui «presunzione di divenire protagonisti che dettano le regole, anziché essere destinatari di regolamentazione, si è già manifestata in più occasioni».

SEMPRE SENZA FARE nomi, il Capo dello Stato aveva sottolineato altri rischi derivanti dall’azione di personalità come Musk: la «privatizzazione della forza». «Dimensioni come lo spazio o l’ambito sottomarino sono, sempre più spesso, terreni dove si combattono conflitti fra interessi privati, fuori dal controllo degli stati. Oligarchi di diversa estrazione si sfidano nell’esplorazione sottomarina, in nuove missioni spaziali, nella messa a punto di costosissimi sistemi satellitari (con implicazioni militari) e nel controllo di piattaforme di comunicazione social, agendo, sempre più spesso, come veri e propri contropoteri».

A settembre 2023, parlando a Confindustria, il presidente aveva criticato lo «pseudo-assolutismo imprenditoriale, magari veicolato dai nuovi giganti degli “Over the top” che si pretendono, spesso, “legibus soluti”».

ALLE PAROLE DELLO SCORSO Natale aveva replicato Andrea Stroppa, informatico e referente di Musk in Italia, di recente indagato per concorso in corruzione nell’inchiesta che ha portato all’arresto del dg di Sogei. Le parole del presidente rappresentano «un danno alle dozzine di piccole imprese italiane che collaborano con le aziende di Elon e alla nostra agenzia spaziale», le parole di Stroppa che si era lamentato su X con i consiglieri di Mattarella.

Ieri, sempre tramite i suoi «referenti in Italia», Musk ha fatto sapere di aver avuto nel pomeriggio una «amichevole conversazione» con la premier Meloni in cui ha espresso «rispetto per il presidente della Repubblica e la Costituzione italiana». Ma ha anche difeso la propria libertà di espressione. E ha annunciato che «continuerà a esprimere liberamente le proprie opinioni». Auspicando di poter «incontrare presto» Mattarella.

Verso cui lancia invece un velenoso guanto di sfida, facendosi scudo dell’amicizia con Meloni. Poco prima aveva ritwittato le parole di Eva Vlaardingerbroek, opinionista olandese di estrema destra, che commentando le parole di Mattarella aveva scritto: «Musk e Meloni hanno ragione. Il fatto che i giudici di Roma ritengano di essere al di sopra del governo e del processo democratico è una follia».

L’INTERVENTO DEL PRESIDENTE della Repubblica, oltre che a fermare ingerenze esterne nel dibattito italiano, arriva anche dal capo del Csm che tutela l’indipendenza della magistratura. Anche l’Anm si fa sentire: «Musk si intromette nelle questioni dell’Italia dando giudizi immotivati, ingenerosi nella migliore delle ipotesi senza che nessuno pensi al governo di rispondere dicendo che questi sono affari dell’Italia su cui non ha titolo ad intervenire. Si difendono tanto i confini proprio in materia di immigrazione clandestina, anche questi sono confini», le parole del repsidente Giuseppe Santalucia.

DURISSIME LE OPPOSIZIONI: «È grave e imbarazzante che i sovranisti di casa nostra si facciano dettare la linea da un miliardario americano come Musk», dice Elly Schlein. «Musk non conosce neanche l’Abc dei sistemi parlamentari democratici», attacca anche Giuseppe Conte, che martedì era stato silente. «Che voglia esercitare il suo strapotere economico in politica e andare a dare patenti di democrazia agli altri è pericoloso». Replica anche Sea- Watch: «Non ci facciamo intimidire da bulli antidemocratici»