Il segretario generale Cgil a Repubblica lancia l’assemblea del 29 marzo: “L’esistenza dell’Europa è a rischio”. Sui referendum: “Il giorno dopo cambierà tutto”
“La logica della guerra sta prevalendo dentro a un quadro inedito e spaventoso. L’esistenza stessa dell’Europa è a rischio”. Sono parole di grande preoccupazione quelle pronunciate dal segretario generale Cgil Maurizio Landini a Repubblica, in edicola oggi (mercoledì 26 marzo), in merito alla convocazione per sabato 29 marzo di un’assemblea “per l’Europa, la pace, l’ambiente, i diritti” che si terrà in Cgil nazionale.
L’assemblea del 29 marzo
Un’assemblea aperta alle decine di migliaia di persone che sono scese in piazza del Popolo a Roma il 15 marzo, alle associazioni laiche e cattoliche, ai sindaci, alle forze politiche (“ma la piazza la fanno le forze sociali”, precisa il leader sindacale).
“Una scelta di continuità con il cammino di questi anni”, prosegue: “Siamo stati tra i primi a schierarci contro l’invasione della Russia e per la pace in Ucraina. Per noi oggi valgono ancora le rivendicazioni di Europe for Peace del 5 novembre 2022, la più grande manifestazione di cittadini e associazioni in Europa che riempì piazza San Giovanni per chiedere il cessate il fuoco, di aprire negoziati, per spingere l’Italia e l’Europa alla diplomazia”.
Oltre alla guerra in corso, Landini evidenzia anche che “il silenzio sul massacro in Palestina, rotto solo dalle parole di denuncia del Papa, è inaccettabile. Ecco perché sentiamo la necessità dell’assemblea per confrontarci sulle ragioni della crisi che viviamo. Per chiedere di bloccare la corsa al riarmo che estende e non ferma la guerra”.
La Cgil, prosegue Landini, da sempre “è schierata per lavoro, pace, democrazia e difesa dello stato sociale. Servono politiche europee comuni su difesa, economia, fisco, politiche industriali, tutela dell’occupazione. Perché la guerra la pagano i lavoratori e i cittadini. Ecco perché chiamiamo anche i sindaci. Perché temiamo, come loro, che il riarmo tagli la spesa sociale e i servizi. La sicurezza non la fanno le armi, ma il lavoro e i diritti. Soprattutto senza un disegno di difesa comune a livello europeo”.
I cinque referendum
Landini, pur dicendosi “assolutamente” convinto di raggiungere il quorum, evidenzia però un problema di informazione. “Una parte del Paese non sa ancora che si vota l’8-9 giugno”, conclude: “Il giorno dopo il voto può cambiare tutto per 2,5 milioni di persone che non hanno diritti di cittadinanza, per quattro milioni di lavoratori senza articolo 18, per altri quattro milioni in piccole imprese con poche tutele”.
E ancora: “Può cambiare tutto anche per tre milioni di precari sfruttati, per le aziende madri chiamate a responsabilità contro le morti sul lavoro, per tutto il sistema di appalti. Si vota non per un partito, ma per i diritti della maggioranza del Paese non ascoltata e che non vota da anni. È il momento di riprendere la parola, di praticare la democrazia”.
Il Primo Maggio
La Festa dei lavoratori quest’anno è dedicata alla sicurezza sul lavoro. Per Landini si continua a morire a causa di un “modello di fare impresa fondato su precarietà e insicurezza. I provvedimenti del governo sono finti, non si investe in formazione e neppure nei controlli. Siamo all’assurdo che un’azienda viene avvisata dieci giorni prima di essere ispezionata. Intanto la strage continua”.
I comizi quest’anno si faranno “nei luoghi dove ci sono stati morti e infortuni. Pierpaolo Bombardieri sarà a Prato, dov’è morta Luana. Daniela Fumarola sarà a Casteldaccia, vicino Palermo, luogo della strage degli operai dell’impianto fognario. Io a Roma, per ricordare che l’anno scorso solo nel Lazio ci sono stati 100 morti”.
Salari, Irpef e lavoro
L’Italia, ha certificato l’Oil, è ultima per salari nel G20. “Noi lo diciamo da 10-15 anni, da quando in questo Paese sono state fatte leggi balorde per affermare un modello di economia basato su precarietà, bassi salari e sfruttamento”, illustra Landini: “Si pensava che avremmo attirato frotte di multinazionali, invece l’Italia si è indebolita. Per questo chiediamo a tutti di votare i nostri referendum”.
Il segretario generale Cgil saluta con soddisfazione la retromarcia del governo sull’acconto Irpef: “Abbiamo smascherato un inganno, i lavoratori rischiavano di restituire i soldi. È arrivato il momento di una vera riforma fiscale che prenda i soldi dove sono, da rendite e profitti”. E assicura forte sostegno allo sciopero dei metalmeccanici di venerdì 28 marzo: “In questi anni il settore ha avuto profitti senza precedenti. Sono stati distribuiti dividendi, mentre i salari non aumentano e sta ripartendo la cassa integrazione”.