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Vertice di Parigi La premier: coinvolgere gli Usa. Ok della Lega. Il Capo dello Stato: «Le forze armate devono avere un approccio di deterrenza e prevenzione per difendere il diritto internazionale». Crosetto in Parlamento: «Servono più investimenti militari»

Meloni frena: «No a militari italiani». Mattarella: «Sulla difesa l’Ue decida» Sergio Mattarella – Ansa

«Appare essenziale una riflessione sul nuovo contesto strategico internazionale che naturalmente richiederà conseguenti processi decisionali. Vale per le decisioni nel contesto dell’Alleanza atlantica e vale per le decisioni nell’Unione europea che non sono più rinviabili». Sergio Mattarella parla dopo l’incontro con i vertici dell’Aeronautica militare per il 102esimo anniversario dalla fondazione, al Quirinale.

E nel suo ragionamento, giocoforza, entra il caos geopolitico. «Le tensioni globali, la competizione – piuttosto caotica, per la verità – tra potenze per il dominio del mondo, l’inatteso ritorno del conflitto convenzionale in Europa, le nuove minacce ibride stanno alterando il contesto di regole faticosamente costruito, dalla comunità internazionale, dopo la Seconda guerra mondiale».

Ed è per questo, dice il Capo dello Stato, che le decisioni in sede Ue non sono più rinviabili. Senza per questo cedere ad una logica puramente bellicista. «La missione affidata alle Forze armate è quella di difendere gli ordinamenti democratici del Paese e il rispetto del diritto internazionale, operando sempre con un approccio di deterrenza, di prevenzione, di difesa collettiva», spiega Mattarella.

Nel suo discorso non ci sono riferimenti diretti al vertice di Parigi convocato da Macron sull’Ucraina, né sul piano di riarmo di von der Leyen. Meno che mai alle divisioni in politica estera tra le forze di maggioranza. Meloni a Parigi ha ribadito due concetti: il no dell’Italia alla partecipazione ad una forza militare in Ucraina e la richiesta di coinvolgere anche una delegazione Usa al prossimo summit dei «volenterosi».

Una «pace giusta e duratura» necessita del continuo sostegno all’Ucraina e di garanzie di sicurezza solide e credibili», si legge in una nota di palazzo Chigi, che per Meloni devono «trovare fondamento nel contesto euroatlantico, anche sulla base di un modello che in parte possa ricalcare quanto previsto dall’articolo 5 del Trattato di Washington».

Su questa ipotesi su cui la premier insite da tempo, garantire a Kiev il soccorso Nato in caso di nuova aggressione russa (pur senza una adesione dell’Ucraina alla Nato) , Macron « ha sollevato l’opportunità di un approfondimento tecnico», che Meloni «ha accolto con favore».

Una posizione molto prudente, rispetto agli slanci di Francia e Gran Bretagna, che la Lega ha salutato con soddisfazione: «Bene la linea del governo italiano, saggia e prudente, con la richiesta di coinvolgere gli Stati Uniti», dicono fonti leghiste. «Mai come in questo momento è doveroso abbassare i toni e soffocare le pulsioni belliciste».

In mattinata i ministro di Esteri e Difesa Tajani e Crosetto, sono stati ascoltati in Parlamento. « Per quanto riguarda l’attuazione e il monitoraggio del cessate il fuoco, sosteniamo da tempo un ruolo profilato delle Nazioni Unite, nella cornice autorizzativa del Consiglio di Sicurezza, di cui fanno parte anche Russia e Cina», ha detto Tajani.

Crosetto è uscito dallo schema della prudenza: «Nei prossimi mesi o anni le Camere dovranno decidere su un nuovo modello di difesa che preveda un aumento di organico, così la formazione, gli investimenti in difesa. Noi continuiamo a sostenere che l’interesse dell’Italia non è perseguire il riarmo ma costruire la difesa. Oggi la mancanza di investimenti, che dopo la caduta del Muro sono scesi drasticamente». E ancora: «Il ministro della Difesa deve chiedersi: “Se l’Italia domattina subisse un attacco di tre ore come quello ricevuto da Israele sarebbe in grado di difendersi?”. Se la risposta è no, deve agire. Il suo compito è impedire che quelle bombe cadano sulle città, sugli ospedali, sull’Italia».