Aria di stagnazione, anzi di recessione, lo spread è alto, la crescita sarà più bassa del previsto, mentre il deficit cresce... queste sono alcune parole chiave che sentiamo in televisione e leggiamo sui giornali, contrapposte a quelle del Governo, che afferma "...credo che un nuovo boom economico possa nascere..." naturalmente, come conseguenza della manovra approvata dalla maggioranza, che vede come punti forti la cosiddetta "quota 100" e il "reddito di cittadinanza".
Non è compito nostro esprimere giudizi compiuti sulle politiche economiche complessive: quelle del Governo e quelle degli altri soggetti economici, finanziari, imprenditoriali, che governano l'economia reale.
Siamo invece molto interessati a valutarne gli effetti reali, a partire dalle nostre realtà territoriali, e - ancor prima - a capire i giudizi e le aspettative soprattutto di: chi si trova in condizione di povertà; chi un lavoro non ce l'ha; o pur avendolo, in forma precaria e magari irregolare, è comunque un “lavoratore povero”; ma più in generale di chi vive del proprio lavoro, dipendente o in altre forme, per settori e aziende più strutturate, ma che potrebbero avere problemi di mercato, o compiere scelte di delocalizzazione, come già è successo in diverse occasioni.
Per questo, con i modesti mezzi di questo sito, vorremmo ascoltare e riportare i punti di vita in campo: dei sindacati, di rappresentati dei lavoratori, patronati, rappresentanti di associazioni imprenditoriali, centro per l'impiego, ecc., per capire le criticità dei nostri territori e valutare che impatto concreto potranno avere qui, misure come quota 100 per le pensioni, e il reddito di cittadinanza, per chi fosse sotto le soglie di povertà previste.
Ripetiamo, non è nostro compito valutare a priori queste misure – che indubbiamente hanno dei limiti, possono e debbono essere criticate – ma i problemi di chi, pur in età avanzata e con lavori gravosi, non riesce ad andare in pensione, sussistono; così come sono cresciute, assieme all'aumento delle diseguaglianze, situazioni di povertà e di esclusione sociale, che interessano giovani e adulti, immigrati e italiani, che necessitano di risposte concrete.
Non abbiamo dubbi che l'inclusione sociale, non può essere solo assistenza, e passa anche attraverso un coinvolgimento lavorativo, ma quali lavori - e quindi quale sviluppo - potrebbero essere disponibili nei nostri territori? Dato che non saranno i Centri per l'impiego o i “navigator” a crearli.
Che esperienza trarre dal funzionamento, sperimentato finora nelle nostre zone, di strumenti analoghi, come il Reddito di Inclusione (REI) e ancora prima, in Emilia Romagna, del Reddito di Solidarietà (RES) ?
Si apre un terreno di azione che dovrebbe interessare tutti i soggetti in campo, a partire dalle Amministrazioni locali, attraverso i servizi sociali, ma anche da tante altre realtà sociali, sindacali, economiche e imprenditoriali, e non solo dal volontariato.
Noi, tenteremo di fare la nostra piccola parte, per sviluppare questo confronto.
La Redazione di Qds
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Per raccontare un'altra storia sull'immigrazione
Di immigrazione si parla soprattutto per i naufragi e i morti in mare di richiedenti asilo; per le implicazioni incostituzionali del “decreto sicurezza”; per le (per noi) insopportabili affermazioni di Salvini su “aiutiamoli a casa loro” o “i porti resteranno chiusi”. Ma la realtà è anche un'altra.
Nel nostro territorio si stanno svolgendo, anche in questi giorni, diverse iniziative:
che tentano di allargare lo sguardo sulla reale incidenza delle migrazioni, per capire di più su una realtà che non presenta situazioni di emergenza ma si integra, cambiandolo, il nostro contesto, sociale, culturale, produttivo.
Questa realtà può produrre anche alcune situazioni di criticità (che vanno conosciute e affrontate), ma porta anche benefici, contribuisce al normale funzionamento delle nostre comunità.
Vorremmo continuare questa riflessione anche sollecitando contributi, che pubblicheremo puntualmente.
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I dati che seguono sono tratti dal Rapporto 2018 dell'Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio
Cittadini stranieri residenti nella provincia di Ravenna
al 1° gennaio 2018 sono 47.791, pari al 12,2% della popolazione complessiva, valore percentuale appena superiore alla media regionale del 12,1% e che pone Ravenna al quarto posto per incidenza fra le nove province emiliano-romagnole.
Gli stranieri residenti nella provincia sono quasi quadruplicati in un quindicennio. In valori assoluti, nel periodo 2003-2018 la popolazione residente complessiva è cresciuta di neanche 35mila persone, mentre i residenti stranieri sono aumentati di 35.780 unità.
Ciò significa che la crescita della popolazione della provincia in questi quindici anni è interamente imputabile alla componente straniera e che senza tale contributo demografico la provincia avrebbe registrato una marcata contrazione del numero di residenti.
Distribuzione territoriale
Nel dettaglio dei distretti socio-sanitari si trovano situazioni abbastanza diversificate all’interno della provincia. Si rileva infatti un’incidenza più elevata per il distretto di Lugo (12,7%), quello di Ravenna (12,0%) e quello di Faenza (11,9%) risultano sotto la media provinciale.
Cittadini stranieri residenti, distinti per genere e incidenza percentuale sul totale popolazione residente.
Dati per distretto socio-sanitario della provincia di Ravenna al 1° gennaio 2018
Distretto |
maschi |
femmine |
totale |
% femmine |
% sul tot. popolazione |
Minori residenti |
% minori sul totale stranieri |
Lugo 6.327 6.750 13.077 51,6 12,7 2.781 21,3 |
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Faenza 5.222 5.333 10.555 50,5 11,9 2.193 20,8 |
|||||||
Ravenna 11.697 12.462 24.159 51,6 12,0 4.333 17,9 |
|||||||
Provincia 23.246 24.545 47.791 51,4 12,2 9.307 19,5 |
Fonte: Elaborazione su dati Statistica self-service della Regione Emilia-Romagna.
Caratteristiche dei cittadini stranieri residenti
Genere ed età
per l’insieme degli stranieri residenti nella provincia si conferma, così come a livello medio regionale, una prevalenza femminile: le donne straniere residenti sono il 51,4% del totale (in Emilia-Romagna il 53,1%).
Gli stranieri residenti in provincia hanno un’età media di 34,7 anni (32,4 se si considerano i soli uomini),
mentre quella degli italiani è di 48,2 anni (46,7 per i soli uomini).
Al 1° gennaio 2018, nella provincia di Ravenna, il 16,6% dei residenti di 0-14 anni è costituito da cittadini stranieri (non necessariamente nati all’estero).
Un’incidenza elevata si registra anche con riferimento alle classi di età comprese fra i 15 e i 24 anni (16,2%) e, ancor più, in quella successiva dei 25-34enni (26,6%).
I paesi di cittadinanza
I cittadini stranieri di paesi Ue sono 15.945 (di cui, la netta maggioranza, oltre 12.200, costituita da rumeni) e rappresentano un terzo (33,4%) degli stranieri residenti.
La seconda comunità più rilevante è quella albanese, con 7.268 residenti (15,2%), seguita al terzo posto dal Marocco (10,0%) e poi dal Senegal con il 5,4%.
Se si calcola l’incidenza dei soli cittadini extra-Ue sul totale della popolazione residente nella provincia di Ravenna si giunge al 1° gennaio 2018 a un tasso dell’8,1%.
Cittadini stranieri e mercato del lavoro
Nel 2017 in Emilia-Romagna i cittadini stranieri occupati sono quasi 255.800, pari al 13% degli occupati (più del loro peso demografico, 12,1%).
Ma vi sono anche molti disoccupati, gli stranieri sono il 27,4% del totale dei disoccupati.
Dal 2008 ad oggi la crisi ha pesato: disoccupati stranieri +177%, italiani + 98%.
Gli occupati nei vari settori economici (nel 2017)
Italiani S tranieri
Agricoltura 3,7 6,6
Industria in senso stretto 25,7 24,1
Costruzioni 5,0 7,2
Servizi 65,6 62,1
di cui lavoro domestico 0,6 17,9
Totale 100% 100%
N. (in migliaia) 1.717 253
Secondo i dati dell'Osservatorio sul lavoro domestico Inps nel 2017
i lavoratori domestici stranieri in Emilia-Romagna sono circa 63.600, l'83,4 del totale degli occupati nel settore.
Per quanto riguarda le retribuzioni, a parità di ore lavorate, gli stranieri (in particolare le straniere, che sono più del 90% del totale) hanno retribuzioni più basse.
Il lavoro autonomo e l'imprenditoria
Al 31 dicembre 2017 i cittadini stranieri titolari di imprese attive, in Emilia-Romagna, sono oltre 38.600, pari al 16,7% del totale delle imprese attive (In Italia sono il 14,4%).
Queste imprese sono concentrate: nelle costruzioni per il 40% (in Italia il 25,5%); nel commercio al dettaglio e all'ingrosso il 26,1% (in Italia 40,8%).
L'87,3% dei titolari di impresa sono cittadini non UE. Come paesi di provenienza prevalgono: Cina 12,1%; Marocco 12%; Albania 12,6%.
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Lutti in Europa
Jan Palach, Praga, gennaio 1969
Pawel Adamowicz, Danzica, gennaio 2019
Senza dimenticare
Rosa Luxemburg, Berlino, gennaio 1919
In questi giorni si oscilla - oscillo - fra dolore, sconcerto e vergogna.
Guido Crainz, la settimana scorsa, ha dato voce al dolore di chi – non saremo una moltitudine, ma ci siamo – nel cinquantesimo anniversario del sacrifico di Jan Palach - 16 gennaio 1969 - trova insopportabile che sia la destra europea, la peggiore, quella che disprezza i diritti, tutti, senza distinzione alcuna, che siano civili o sociali - Orban docet – a proporsi come erede di Palach. Questa destra! Qualcuno di loro vede nell’esempio di Jan qualcosa che li riguarda? Morire invocando libertà e giustizia? Potrebbe farlo solo chi, come l’opposizione sociale e civile in queste settimane a Budapest, o come le donne in sommossa per difendere la loro dignità, a Varsavia, si oppone a quei governi, sempre più neri. Non possono sentirsi eredi di Jan i neri amici di Orban, di Salvini e i nemici della vittima di ieri, Pawel Adamowicz, lui sì erede di Jan. Danzica, città simbolo di guerra - i primi colpi della seconda guerra mondiale sparati a pochi chilometri dalla città - e di rinascita, con l’epopea di Solidarność. Danzica, città meravigliosa, aveva un grande sindaco, da venti anni in difesa dei diritti civili e sociali, città divenuta, dopo tanti orrori della storia, luogo di solidarietà e di accoglienza, in una Polonia governata invece dal partito di Kaczynsky, capofila del gruppo “sovranista” detto di Visegrad. Pawel andava in tutt’altra direzione e la sua città era con lui. Forte, coraggioso, aggredito e ucciso mentre pronunciava parole di solidarietà. Si sta costituendo una internazionale nera? Sembra che sia così. Bisognerà al più presto connettere le forze, che ci sono, e dare gambe a una internazionale della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà. Ogni impresa necessita di simboli. Li abbiamo. Jan Palach, ieri, Pawel Adamowicz, oggi. In Italia, il piccolo sindaco combattente di Riace, Mimmo Lucano, i genitori di Lodi che sostengono la mensa per tutt* i bambini. E mille altre storie.
Noi giovani comunisti italiani, allora, il 16 gennaio del 1969, ci sentimmo sorelle e fratelli di Jan Palach. Soffrimmo per il suo sacrificio, ma non abbiamo avuto dubbi. Lui, e noi, con quei carri armati dell’URSS non avevamo nulla a che spartire. E due mesi dopo la sua morte andammo a Praga, a rendergli omaggio. Una mano anonima aveva posto un cartello che copriva il toponimo antico, rinominando la piazza con il nome di Jan. Ora, dal 1989, la piazza si chiama Jan Palach. Un ritardo di venti anni, venti anni perduti nella storia d’Europa. Perdita che continua a pesare. Ma che non può stravolgere l’oggi e i suoi simboli. E non può trasformare il bianco in nero. I “sovranisti” si tengano lontano da Palach, e dalla sua storia. Vi immaginate una Europa che indietreggia verso un caos di piccole egoiste nazioni? C’è da tremare.
E, in questi giorni tristi, per noi, in Italia, si aggiunge la vergogna. Il “sovranista” ministro degli Interni va ad accogliere vestito da militare un delinquente sedicente rivoluzionario. Mancava solo il mitra. E aggiunge che il delinquente deve “marcire in galera”. Ignoranza totale della nostra Costituzione. Si rilegga, Salvini, il compito che la nostra Costituzione affida al carcere. Siamo di fronte a una vergogna nazionale. La vergogna è la sua, non la nostra. Rivoluzionario chi? Il delinquente fuggitivo? Il ministro? In realtà, è il ministro di un governo che alcuni suoi componenti hanno recentemente definito “rivoluzionario”. Stanno stracciando in molti punti quei diritti civili e umani che Palach chiedeva e che la nostra Costituzione impone. In effetti potrebbe essere una rivoluzione, ma all’incontrario.
Un altro lutto antico i presenti giorni ci ricordano. Gennaio 1919. Berlino. Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, trucidati. Loro sicuramente rivoluzionari. Con eccessi di speranze. Non di delitti. Fiduciosi, fino alla fine, che socialismo, libertà e giustizia fossero facce della stessa medaglia.
A proposito di Europa. Juncker dice che con la Grecia l’Europa ha sbagliato. Gli chiedo, da europeista convinta, come sono. Adesso lo dici?
Maria Paola Patuelli
16 gennaio 2019
Date che si rincorrono
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A me sembra una gran bella idea, anzi: un’ideona. Una ruota panoramica di trenta metri in piazza, a Faenza, fra il pregiato Duomo rinascimentale e la storica fontana del seicento. Così grande che si possa vedere la città dall’alto.
Bello, già me la vedo: un colpo d’occhio stupefacente. E’ un po' come mettere un Luna Park dentro al Colosseo, organizzare le gare con i motoscafi nel Canal grande di Venezia o montare una pista per l’autoscontro fra le macerie di Pompei. Beh, cosa ci sarebbe di male? Finalmente un po’ di vita, un po’ di brio, con tutte quelle pietracce vecchie e ammuffite. Poi sono anni che si cerca di rianimare il centro storico della nostra città. Anni di convegni, dibattiti, studi dettagliati e proposte inutili. Ora finalmente la nostra Amministrazione comunale ha l’asso nella manica e da quello che si legge sui giornali non stanno scherzando è l’ideona che tutti cercavano.
Sì, è vero, se ad una persona normale, diciamo pure ad un faentino qualunque, capitasse fra le mani una ruota panoramica di trenta metri non penserebbe certo di metterla davanti al Duomo, magari cercherebbe di collocarla dove c’è uno spazio ampio, tipo in Piazza d’armi, oppure al campo sportivo. A qualcuno d’altri tempi, anche solo l’idea di metterla dentro un contesto architettonico di un certo valore come la nostra piazza, parrebbe di cattivo gusto, quasi una bestemmia; un po’ come collegare con una teleferica il grattacielo alla punta del campanile o organizzare una gara di tiro a segno ai vasi e ai piatti dentro al Museo delle ceramiche, tanto per dire. E’ vero, ma ad una persona d’altri tempi non sarebbe nemmeno venuto in mente di vendere l’Arena Borghesi ad un supermercato, o a collocarne quattro o cinque, di supermercati, a poche centinaia di metri uno dall’altro, tanto per continuare a dire.
E’ proprio questo il punto, qui non stiamo parlando di persone qualunque e d’altri tempi, questa è la moderna provincia italiana, dove i suoi fantasmagorici amministratori locali ormai viaggiano altissimi, al di fuori di ogni dimensione del tempo e dello spazio: volano sui tetti delle case, sfrecciano nello cyberspazio e dall’alto, in mezzo alle scie chimiche, come i replicanti di Spielberg vedono cose che noi umani non possiamonemmeno immaginare.
Ora capisco il perché di tante buche nelle strade, forse loro sono sempre troppo in alto per vederle.
Fabio Mongardi
nella foto la ruota panoramica che fu installata a Forlì dal 14 ottobre al 12 novembre del 2017. Commenta (0 Commenti)L’arresto del sindaco di Riace con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina segna (al di la della questione giudiziaria) un punto dl attacco allo stato di diritto e di solidarietà inimmaginabile per l’Italia che ho conosciuto
Di questo passo quanto tarderanno quelli del governo della lega e dei 5 Stelle? Un mese? Due? Sei mesi e saranno capaci di emanare leggi e decreti per colpire non solo gli immigrati ma anche quegli italiani che aiutano dando ricovero a chi viene nel nostro paese in cerca di un futuro? Nello stesso modo delle leggi razziali fasciste che colpirono 80 anni fa gli ebrei (era il 18 settembre 1938), questo governo che fa dell’uso delle bugie un metodo costante e continuativo per creare nemici interni ed esterni, arriverà a legiferare per colpire chi offre ricovero ai migranti come fece il fascismo le cui leggi razziali non colpivano solo gli ebrei ma anche quegli italiani che aiutavano e davano loro ricovero.
La nostra Repubblica ha istituito “La giornata della Memoria” il 27 gennaio di ogni anno per celebrare le vittime dell’olocausto, La prima parte del testo di legge recita ……. «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
ABBIAMO DIMENTICATO TUTTO? La legge italiana (vedi tratto che ho sottolineato), parla anche di coloro, italiani, che a rischio della propria vita si opposero allo sterminio! E oggi? Non è forse vero che da quando c’è questo governo muore 1 immigrato su 5 solo nel tentativo di attraversare il Mediterraneo? Non sono forse dei perseguitati quelle persone che cercano un futuro fuggendo dalle nazioni africane saccheggiate da governi sostenuti ed armati anche grazie alle multinazionali europee ed americane, cinesi, russe, alla continua ricerca di materie prime? Si potrebbe obiettare che 80 anni fa le leggi razziali fasciste fossero leggi criminali perché andavano a colpire cittadini italiani mentre oggi le persone che attraversano il Mediterraneo sono cittadini stranieri ….. Ma noi ricchi europei dove andiamo a rifornirci di materie prime? Il Petrolio per far muovere auto ed aerei e navi l’abbiamo in casa? Il Cobalto ed il Cadmio per le batterie che dovranno far muovere le auto elettriche dove lo prendiamo? E l’oro per i begli orologi? Ed i nostri bei viaggi organizzati? Ed il controvalore di tutto ciò ha un prezzo equo forse? Che stupido, dimenticavo che oggi vince chi urla “prima gli italiani” ma io penso che anche gli africani abbiano diritto a vivere ed a cercare un futuro PERCHE’ OGGI SIAMO TUTTI CITTADINI DEL MONDO.
Io non sono in grado di denunciare se ci sia o meno un progetto autoritario ben organizzato fra lega, 5 Stelle (ed altri?), però vedo che da quando c’è questo governo “partono” colpi da soli dalle carabine ad aria compressa che vanno casualmente a colpire persone immigrate, oppure vengono esplosi colpi contro persone immigrate che le uccidono, ed ancora muoiono persone immigrate recandosi al lavoro su mezzi sgangherati guidati dai raccoglitori di braccianti …. Senza che nessuno del governo si indigni, neanche quando i partecipanti ad un pacifico corteo di cittadini che a Bari manifestavano la scorsa settimana per l’accoglienza e la solidarietà venivano “tranquillamente” aggrediti e picchiati con oggetti atti a ferire, da decine di fascisti nelle vie della città! Ma come si fa a non indignarsi di vivere in un paese che tollera tutto questo sull’onda delle becere parole del ministro dell’interno Salvini che raucamente dice che la pacchia è finita per gli immigrati, che anche ieri a Napoli ha dichiarato che i problemi della città sono gli immigrati! E la disoccupazione? E la malavita organizzata? E l’economia controllata dalla malavita? Ma anche a Faenza cosa succede? Cosa succede al lavoro nelle campagne? Non li vedete qui da noi tutte le mattine e la sera al buio completo quegli uomini, quei ragazzi e quelle donne che vanno a lavorare in campagna o nei magazzini, in questi giorni a vendemmiare, su delle biciclette scassatissime, che a volte se ne tornano in anticipo verso la città senza copertura contro la pioggia?
Ed è proprio contro queste persone, quelle che non possono votare perché non hanno la cittadinanza italiana ma che lavorano qui, quelle che non sono del colore della pelle dei ministri a cui sciaguratamente abbiamo dato il voto; ed è proprio contro chi tenta di portare avanti i progetti di integrazione ed a volte li realizza come a Riace ed in altri comuni italiani che presto con il famigerato “decreto sicurezza” di Salvini e soci 5 Stelle vedranno l’impedimento a portare avanti i progetti di integrazione (torneranno quindi sulla strada tutti quegli immigrati che ora svolgono attività lavorative sostenute?), che i nuovi governanti della lega e dei 5 Stelle si scagliano godendo dell’arresto del sindaco di Riace che avrà trasgredito la legge e quindi vedremo il proseguo della Giustizia, ma intanto cosa accadrà di Riace? Tornerà in seno al metodo in vigore da quelle parti, la Locride, dove dettano legge le criminalità organizzate? Non lo so ma dopo aver visto il ministro Salvini gioire dell’arresto del sindaco …. cosa pensare? E’ ormai chiaro che questo governo un progetto credibile sul tema Immigrazione non ce l’ha e non poteva averlo, è chiaro che non avendo neanche un progetto per il paese Italia, tiene in piedi una continua campagna anti iimmigrati per mantenere il consenso. Dovrebbero invece confrontarsi proprio con quei sindaci e quelle organizzazioni che il tema immigrazione lo praticano e lo conoscono: se il sindaco di Rice ha trasgredito la legge avrà il suo processo, ma se i suoi provvedimenti sono stati ispirati per provare a forzare le regole per cambiarle, per dare cioè un esempio CHE SI PUO’ FARE, la politica ne deve tenere conto, deve vedere come ha fatto il sindaco di Riace a mantenere vivo ed abitato un paese che si stava spopolando dai cittadini (italiani), che emigravano, non si vive in un paese governato da chi cerca solo lo scontro con i soggetti ed i cittadini che hanno invece un progetto di futuro.
Io non vado a messa ma spero Dio ci salvi dai grillo-leghisti gialloverdi. Tantissimi italiani li hanno votati, più i 5Stelle che la Lega anche se oggi i sondaggi li darebbero con esito capovolto, da quando governano insieme ... Salvini della Lega si è caratterizzato per una attività di campagna propagandistica continuativa con un linguaggio che conosce solo la meschinità di chi è colpito dai suoi provvedimenti ed il dileggio dell’avversario politico; Di Maio invece paventa continuamente l’esistenza di tentativi per far incagliare quei bellissimi progetti dei 5Stelle che a dir suo produrrebbero tanto di quel bene all’Italia anche se finora non si è visto niente ed hanno riconfermato i Voucher per i lavoratori; inoltre manifesta una totale intolleranza verso le persone “politicizzate” siano esse insegnanti, dirigenti, giudici, funzionari. Insomma ad entrambi piacciono le persone qualunque, quelle che non si interessano, quelle che….. lo so poi io qual’è il mio interesse e del resto non me ne frega niente! Immaginiamo solo per un attimo che a sorridere mentre brindava con i militanti leghisti in Sicilia la sera del 14 agosto 2018, anziché Matteo Salvini fosse stato Matteo Renzi, o anche Pietro Grasso …. Immaginiamo che ad essere condannato per aver illegalmente percepito 49 milioni di euro di rimborsi elettorali anziché il partito della Lega fosse stato il partito del PD e che questo si fosse accordato con la Giustizia per restituirli in 80 anni (la Lega che li ha illegalmente percepiti si è accordata per restituirli in 80 anni) …. Immaginiamo che ad occupare tutte le cariche dello Stato nel dopo elezioni (i Grillini fino a 6 mesi fa le chiamavano poltrone), fosse stata una ipotetica coalizione PD LEU di CentroSinistra anziché come è accaduto i 5Stelle e la Lega ….. immaginiamo infine purtroppo che fosse stato un governo con il CentroSinistra a non aver ancora ad oggi nominato il commissario alla costruzione del ponte crollato a Genova il 14 agosto scorso …. COSA AVREBBE DETTO GRILLO, AVREBBE RIEMPITO I PALASPORT PER URLARE LA SUA IRA E QUELLA DEL MOVIMENTO CONTRO IL GOVERNO? COSA AVREBBERO FATTO GLI ELETTI 5STELLE IN PARLAMENTO CHE ORA TACCIONO COME AMEBE CHE BOCCHEGGIANO NELLE PAROLE SCRITTE DAL CAPO DI MAIO? COSA AVREBBE MINACCIATO LA LEGA?
C’è sicuramente da meditare ed avendo raggiunto l’età adulta da tempo cerco di farlo mantenendo però alcuni punti di certezza. Non ho compreso come tanti cittadini possano aver votato per Grillo ed il progetto 5Stelle, capisco in parte chi a sinistra non sapeva più come esprimere la propria insoddisfazione, ma mi aveva tantissimo fatto incazzare prima delle elezioni la dichiarazione di uno come l’attore Marescotti che prima dichiarava sui giornali che avrebbe votato 5Stelle perché ci voleva il cambiamento, poi subito dopo la nascita del governo 5Stelle lega dichiarava che non avrebbe votato 5Stelle se avesse saputo che avrebbero fatto quel governo. Ma almeno stai zitto se non conosci quelli per cui voti, la politica richiede tempo e passione, non si inventa, non si improvvisa come credono tanti elettori che hanno abbandonato la Sinistra per i 5Stelle e non è detto che per essere di sinistra o comunista si debbano seguire quelli che urlano. Qualcuno affermava che grazie ai 5Stelle in Italia non si erano affermate le forze politiche di estrema destra: mi sa che si sbagliava perché da quello che si vede nei 5Stelle sta scomparendo ogni traccia di presenza dei temi sociali come solidarietà, rispetto del prossimo, diritto alla partecipazione politica come pratica per avere l’uguaglianza sociale, cosa si diventa quando scompaiono questi valori e resta solo il mito del capo condottiero che sia Grillo oppure Di Maio? Ci si trasforma in un partito autoritario come sta accadendo ai 5Stelle.
Ma i 5Stelle di prima erano diversi? Più movimentisti lo erano certamente ma il culto del capo c’era anche prima. Sulla pagina di “Qualcosa di Sinistra” subito dopo le elezioni comparve una lettera che titolava “Macerie salutari per la Sinistra, il PD faccia nascere il governo con i 5Stelle”-intervista a Tomaso Montanari. Anche quel testo mi fece star male perché le macerie non sono mai salutari e anche …. come avrebbe potuto il PD fare il governo con i 5Stelle? E se non si capisce in anticipo come queste macerie stanno vedendo la vittoria in Italia di chi dopo tanti decenni si propone con modalità razziste e fasciste dove possiamo andare? Le macerie prodotte dal progetto di un comico come Grillo che in Europa si era alleato con i “sovranisti antieuropeisti” per distruggere l’Europa, che in Italia trascinando tantissimi elettori soprattutto giovani ha portato alla nascita di questo governo che non si sa dove possa portare l’Italia perché finora le uniche azioni rilevanti le hanno svolte contro i più deboli con l’intolleranza democratica, destabilizzando le relazioni, mal sopportando gli avversari politici. In questo contesto dove immense sono le responsabilità di un partito come il PD che in 5 anni ha a sua volta abdicato al ruolo di governo privatizzando ulteriormente l’impossibile, abbandonando i lavoratori con il job act, peggiorato la scuola ridimensionandone il suo ruolo principale di costruzione delle future generazioni, come si fa a ripartire? Si potrà poi provare a stare assieme a chi ha in mente un futuro per tutte le persone presenti e non la mette in rissa, a chi lavora e fa politica per tutti e non solo per una parte, a chi ha fatto esperienza politica ed ha lavorato nei consigli dei comuni o delle regioni, entrando nelle materie trattate e rispettando gli avversari politici.
Grazie, ciao Medardo
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