Sotto l'albero di Natale e nella calza della Befana solo cenere e carbone. Questo il regalo di Renzi agli italiani che hanno vissuto o vivono del loro lavoro. Sblocchitalia; jobs act e legge di stabilità sono i segni di un passaggio che di storico ha solo le macerie che lascia.
A poco contano gli auguri, se non a chi si accontenta della simbologia retorica delle celebrazioni, per i cittadini che hanno compiuto quell'atto tradizionale. Bello e da mantenere. Ma non basta per rimuovere le conseguenze dell' opera del governo Renzi, di chi lo ha sostenuto e di chi non lo ha ostacolato come doveva. Quelle conseguenze farebbero morire di invidia milioni di cittadini verso chi soffre di anoressia. Ovvero, eccesso di inappetenza. Altroché pubblicità televisiva sui prodotti dietetici del “perdi 5 chili in 5 giorni”.
Renzi ha dato la medicina giusta per far dimagrire gli italiani che già lo erano prima.
Queste saranno le conseguenze di quella ricetta: un mondo del lavoro più ricattabile e più ricattato, ridotto in qualità e quantità; un sistema di servizi pubblici e di tutela dei cittadini, più povero di risorse finanziarie e umane e umiliato. E, infine, un debito pubblico più alto, assieme ad un sistema corruttivo meno ostacolato.
Questo è il “Buon anno” che Renzi lascia agli italiani. Le eccezioni si conoscono, ma sono da altra parte della barricata sociale.
E ancora, non si è visto nulla. Non cerco la sfida nella jellatura lamentosa. Cerco quella di scoprire le carte della verità. Per capire che si può fare di meglio. Gli italiani possono cambiare le carte in tavola se si assumono su loro stessi, la responsabilità di decidere ciò che va fatto e ciò che va respinto. Non come individui isolati. Ma nella pratica della partecipazione politica. Le deleghe ad un qualsiasi “unto del Signore”, a durate ventennali, portano drammi agli italiani.
L'invito di Napolitano a fare “ciascuno la propria parte” potrebbe valere tanto di più se lui stesso, dalla sua alta responsabilità, avesse adempiuto a quel compito. Quando doveva difendere la Costituzione: il suo articolo 1; le prerogative di barriera democratica che essa rappresenta quando sancisce la “sovranità del popolo”. Tradita dalle “riforme costituzionali” di Renzi e Berlusconi. Alla persona del presidente, rendiamogli l'omaggio del saluto di commiato, come si deve e con rispetto ad una persona che ha svolto un incarico importante. Libro chiuso. Se ne apra un' altro migliore.
Non sono mancate le prime reazioni positive agli avvenimenti di questi ultimi tempi. E' cresciuto il protagonismo di una grande parte del movimento sindacale, in ripresa – finalmente – dal cantuccio cui lo aveva destinato il “rottamatore” delle cose giuste e utili. Le grandi lotte hanno costituito e costituiscono un punto fermo e decisivo per la svolta. Costituiscono un freno anche alla crisi di rappresentanza di una grande parte della sinistra. Una sinistra che non coglie (o non vuole cogliere) la gravità degli atti compiuti. Quella parte di sinistra del PD non ha ancora capito (salvo piccole eccezioni) che la sua azione di disturbo è stata solo illusoria. Perché cambia solo gli eccipienti ma non i principi attivi delle pillole somministrate dal “suo” governo.
Al prossimo Buon anno, dobbiamo arrivare con più determinazione a far valere i diritti delle persone, più di quelli della finanza, del profitto e del potere esercitato contro la maggioranza degli italiani.
Tireremo le fila al prossimo anno. Ma fino ad allora non staremo con le mani in mano.
Germano Zanzi