La legge elettorale in discussione in Parlamento concordata tra PD e Forza Italia con la benedizione degli alfaniani e della Lega Nord è un peggioramento delle leggi attuali uscite dalle sentenze che hanno dichiarato parzialmente incostituzionali il Porcellum e l’Italicum. L’armonizzazione delle due leggi poteva essere realizzata uniformando la soglia di sbarramento tra le due Camere al 3% e cancellando per la Camera dei deputati l’abnorme premio di maggioranza alla prima lista (diventato anche inutile perché nessuna otterrà il 40% dei voti) e l’obbrobrio dei capilista bloccati.
Al contrario la nuova legge colpisce come quelle precedenti il diritto degli elettori di scegliere i parlamentari e il principio di rappresentanza. Infatti impone liste bloccate per quasi i due terzi dei deputati e dei senatori, cancellando del tutto le preferenze e attribuendone la scelta interamente ai capipartito. Inoltre per circa un terzo dei parlamentari da eleggere nei collegi uninominali prevede delle coalizioni di cartone senza indicazione di un simbolo, di un programma, quindi buone come specchio per le allodole e pronte ad essere disfatte il giorno dopo le elezioni per dare vita ad un’ammucchiata trasversale. Infine agli elettori è imposto un voto unico per il candidato nel collegio uninominale e una o più liste a questo collegate: se votano per una lista lo fanno anche per il candidato. Il voto per il candidato si trasferisce automaticamente a tutte le liste collegate, in rapporto percentuale ai loro voti.
Anche il principio di rappresentatività viene stravolto. Non vi è un premio di maggioranza esplicito, ma sono privilegiate le coalizioni o i partiti maggiori che conquisteranno gran parte dei seggi nei collegi uninominali e, grazie al voto unico, potrebbero utilizzare la propaganda del “voto utile” anche per i seggi attribuiti alle liste. Inoltre la soglia di sbarramento del 3% non impedisce alle liste civetta coalizzate che ottengano l’1% dei voti di far conteggiare i propri voti a vantaggio della coalizione, ottenendo in cambio qualche seggio parlamentare.
In realtà il nuovo sistema è stato escogitato per soddisfare le convenienze politiche dei partiti proponenti e dei loro leader e per danneggiare una lista unitaria di sinistra e il Movimento 5 Stelle, in vista di un nuovo patto governativo tra Pd e Forza Italia da realizzare dopo le elezioni.
Diciamo NO a questa nuova porcheria e rimettiamo al centro del sistema elettorale i cittadini senza imposizioni dall’alto e senza distorsioni della loro volontà
Scheda
Collegi maggioritari.
Saranno 231 collegi, pari al 36% dei Seggi della Camera. I partiti si potranno coalizzare per sostenere un comune candidato.
Proporzionale.
Dei restanti 399 deputati, 12 continueranno a essere eletti nelle Circoscrizioni Estere, con metodo proporzionale. In Italia un deputato è eletto in Valle d’Aosta in un collegio uninominale; i restanti 386 deputati saranno eletti con metodo proporzionale in listini bloccati di 2-4 nomi. Le liste proporzionali sono bloccate, vale a dire che l’elettore non ha nessuna possibilità di scelta cosicché i candidati saranno eletti secondo l’ordine deciso dai capi dei partiti. Poiché sono possibili le pluricandidature, fino a cinque, i capi dei partiti e delle correnti sono praticamente certi della loro rielezione.
Il testo delega il governo a definire questi collegi plurinominali.
Le Circoscrizioni, importanti per il recupero dei resti, saranno 28. In Senato saranno 20.
Soglia.
Nella parte proporzionale la soglia a cui dovranno fare riferimento i partiti sarà il 3% sia alla Camera che al Senato. Per essere eletti a Palazzo Madama lo sbarramento si calcola su base nazionale e non più solo regionale.
Le (finte) coalizioni, vere protagoniste della legge, devono superare il 10%. I partiti che superano l’1% ma non il 3% regalano i loro voti all’intera coalizione.
Una scheda, voto unico.
Diversamente dal Mattarellum, in cui c’erano due schede (una per il collegio ed una per il listino proporzionale, con la possibilità di un voto disgiunto), con il “Rosatellum 2.0” ci sarà una scheda unica. In essa il nome del candidato nel collegio sarà affiancato dai simboli dei partiti che lo sostengono, così l'elettore non è più pienamente libero di esprimere la sua volontà .
Voto disperso.
I voti degli elettori che avranno barrato il nome del solo candidato del collegio uninominale saranno distribuiti proporzionalmente ai partiti che sostengono il candidato del collegio.
Barrando sul simbolo del partito il voto andrà al candidato del collegio e al partito per la parte proporzionale. Dunque gli elettori non avranno due voti, ma uno solo. Quindi, non potranno scegliere il candidato che preferiscono nel collegio uninominale e una lista di un altro partito nella parte proporzionale com’è non solo possibile e desiderabile, ma ampiamente praticato con la legge proporzionale vigente in Germania.
Sotto la soglia dell’1% i voti andranno dispersi.
Scorporo.
Non è previsto lo scorporo come accadeva invece nel Mattarellum.
In caso di pareggio il candidato più giovane vince.
Nel caso in cui due candidati in un collegio uninominale ottengano lo stesso numero dei voti «è eletto il più giovane d’età».
Le firme.
Viene dimezzato rispetto al testo originario il numero delle firme da raccogliere per tutti quei partiti o nuove formazioni che non sono in Parlamento o non hanno un proprio gruppo. Il numero di firme da raccogliere passa, dunque, da 1.500-2.000 a circa 750. Pure in questo caso solo per le prossime elezioni, anche gli avvocati abilitati al patrocinio in Cassazione potranno autenticare le firme per la presentazione delle liste elettorali.