Viaggiare con un bambino su bus e treni è educativo ed ecologico, ma purtroppo in Italia le famiglie sono poco incentivate a farlo dalle tariffe esistenti, soprattutto se la famiglia è numerosa.
FIRMA LA PETIZIONE LANCIATA DA LINDA MAGGIORI
Questo ha imponenti risvolti economici per le famiglie e, su larga scala, sulla società e sull'ambiente: incentivando l’uso dell’auto, si alimenta il traffico motorizzato, con il suo carico gravoso per la qualità dell’aria, di vita e la salute. Bambini e ragazzi non abituati all’uso del mezzo pubblico, diverranno adulti che sceglieranno sempre e solo il mezzo privato, aggravando il traffico già critico in tutte le maggiori città italiane. E il traffico porta con sé inquinamento, malattie, morti (circa 3500 persone muoiono ogni anno per incidenti stradali, tra cui moltissimi bambini! dati Istat).
Lo sanno bene in tutta Europa, dove in molti Paesi come Svizzera, Francia, Olanda, Germania...i bambini ed i ragazzi viaggiano gratis sui mezzi pubblici.
LE TARIFFE IN ITALIA:
In Italia esistono sconti per famiglie, ma sono poco vantaggiosi e non estesi a tutti i treni e mezzi pubblici e non uniformi tra regioni.
Nei dettagli:
- Sui treni regionali i bambini sotto i 4 anni non pagano (ma non hanno diritto al posto a sedere); dai 4 anni a 12 anni esiste uno sconto del 50% o del 30% a seconda delle regioni. Dai 12 anni tariffa piena.
- Sui treni IC Notte e Espressi esiste uno sconto Offerta Familia, che prevede una riduzione del 50% per i ragazzi 4-14 anni e del 20% per gli adulti per nuclei familiari da 2 a 5 persone.
- Sulle Frecce e Intercity, si applica la tariffa Bimbi Gratis, ovvero i ragazzi sotto i 15 anni, facenti parte di un gruppo familiare 2-5 persone non pagano. Ma l'agevolazione è valida solo se gli adulti pagano la tariffa Base e non è valida per tariffa Economy. Spesso e volentieri quindi l’agevolazione Bimbi Gratis costa di più della tariffa Economy, e non viene sfruttata dalle famiglie in viaggio.
- Nei bus i bambini sopra un metro di altezza, o sopra i 6 anni, pagano la tariffa piena. Ma ogni regione decide le proprie regole.
COSA CHIEDIAMO:
Chiediamo alle Regioni di agevolare le famiglie in viaggio, integrando le tariffe di tutti i mezzi pubblici (treni regionali, bus, tram, metro), rendendo gratuiti i biglietti per bambini e ragazzi almeno fino ai 15 anni (compiuti). Un modello positivo è l’agevolazione “Io viaggio in famiglia” della regione Lombardia o l'Alto Adige Pass per bambini e giovani fino 27 anni di età.
Chiediamo a Trenitalia di migliorare le offerte per le famiglie, rendendo effettivamente gratuiti i biglietti per bambini e ragazzi (fino 15 anni), nelle Frecce e IC, (indipendentemente dalla tariffa Economy o Base degli adulti che li accompagnano).
Anche il trasporto delle bici dei bambini e dei ragazzi nei mezzi pubblici dovrebbe essere gratuito.
Questo avrebbe un sicuro ritorno in termini economici, di turismo, di salute e di qualità di vita dei ragazzi e delle famiglie.
Siamo ovviamente disponibili a valutare altre valide alternative tariffarie che rendano economicamente sostenibile viaggiare in treno e mezzi pubblici per le famiglie.
Incentivare la mobilità sostenibile è una priorità non più derogabile!
Abbiamo chiesto a Gianfranco Pasquino, Professore emerito di scienza politica (Università di Bologna), di fare un dono – nostro tramite – alla Costituzione che compie oggi Settanta anni. Il dono è arrivato subito, bello e assai utile. Un saggio breve – una conferenza tenuta a Conegliano nel marzo del 2017 e mai pubblicata – che delinea con efficacia la storia del costituzionalismo occidentale – con focus sulle Costituzioni italiane – dal Settecento ad oggi.
Leggi tutto sul sito http://www.salviamolacostituzione.ra.it/un-dono-gianfranco…/
A suo tempo fu inviato un comunicato .......sulla pulizia degli argini firmato da alcune associazioni:
Legambiente lamone Faenza ,Salvaciclisti Faenza, Fiab Faenza Forlì,Associazione Fuori dal Coro, Comitato Ambiente e paesaggio Castelbolognese ;
la recente sottoscrizione, da parte della Regione e di tutti i Comuni interessati, del “Manifesto delle Terre del Lamone” ci permette di tornare sull'argomento
Faenza 21 12 2017
Sul parco fluviale del fiume Lamone... e non solo...
- La recente sottoscrizione, da parte della Regione e di tutti i Comuni interessati, del “Manifesto delle Terre del Lamone”;
- la risposta dell'Assessore all'ambiente del Comune di Faenza, ad una interpellanza sul parco fluviale e il progetto Oplà;
- e, ancora prima, le proteste contro le modalità della cosiddetta “pulizia” degli argini, che abbiamo definito “Un fiume ridotto a cantiere stradale”;
ci permettono di tornare sull'argomento con alcune considerazioni e richieste specifiche.
Leggiamo che il “Manifesto” sarà uno strumento in più per la valorizzazione del Lamone, che non si concentra unicamente sull'alveo
La campagna elettorale procede a grandi passi verso uno scenario caratterizzato da una preoccupante avanzata delle destre, e da una evidente crisi del Pd e della Sinistra.
Abbiamo provato a invertire, fin dal 18 giugno, questa tendenza, indicando alla “Sinistra che c’è” una strada unitaria, costruita intorno a un programma coraggioso e condiviso: il progetto di una “Sinistra che ancora non c’è”.
Ma un programma così ambizioso, un progetto unitario e più grande della somma dei singoli pezzi, uno sforzo di tale generosità da parte di tutti gli attori protagonisti – partiti politici in primis – mal si è conciliato con i tempi e le dinamiche di una campagna elettorale che, comunque vada, dovrebbe segnare una svolta per la Sinistra di questo Paese.
L’aver ceduto alla paura, ai veti incrociati, alle reciproche diffidenze non farà che rimandare al dopo elezioni, e in un contesto estremamente difficile, le scelte sulla costruzione del futuro dell’Italia e degli Italiani. E ancor di più, allora, si porrà l’urgenza di una visione politica capace di invertire davvero la rotta: una visione che stenta a trovare spazio nel dibattito pubblico. Così come stentano ad affermarsi soluzioni e risposte politiche coraggiose alla crisi, ormai strutturale, e alla prepotente domanda di partecipazione dei cittadini.
In tal senso, il lavoro svolto dal percorso del “Brancaccio”, in tanti mesi di assemblee pubbliche, e le tante proposte programmatiche concrete e percorribili, sono il risultato più fecondo
Leggi tutto: Il Brancaccio e la prossima campagna elettorale - di Tomaso Montanari e Anna Falcone
Lunedì 18 dicembre il Consiglio comunale terrà l’ultima seduta del 2017. Ancora una volta l’ordine del giorno contiene troppi argomenti, in alcuni casi affastellati in “maxi-delibere”, col risultato di precludere ai rappresentanti della nostra comunità – i consiglieri di maggioranza e di minoranza – l’adeguata conoscenza degli atti, un dibattito approfondito e un voto meditato su questioni di grande rilievo. L’altra Faenza non condivide affatto questo modo di procedere: così si limita il confronto democratico e si finisce per svilire il ruolo dello stesso Consiglio comunale.
Fra le decisioni che il Consiglio è chiamato ad assumere nella serata del 18 c’è la messa a pagamento del parcheggio dell’ospedale, un provvedimento a dir poco impopolare e del quale non si comprende la ragione. Non si creda di convincere i faentini con “così fan tutti” (nel senso che è già capitato in altre città, non in tutte), o affermando che così si elimina il fenomeno dei parcheggiatori abusivi. Se si tratta di far rispettare le regole, perché devono pagare i cittadini anziché chi trasgredisce? Risulta – se ne parlerà nella stessa seduta – che il contratto in via di definizione per la Scuola media “Europa” preveda fra l’altro la messa a disposizione di una settantina di posti auto liberi (per un costo stimato in circa 19mila euro/anno), misura dovuta nel caso di istituzione nelle vicinanze di un parcheggio a pagamento. Quindi, oltre a chiedere ai cittadini di pagare, si destinano allo scopo ulteriori soldi pubblici. Quanto ai parcheggiatori abusivi, anziché risolvere il problema non si fa che spostarlo oltre lo Stradone.
Poiché il parcheggio è di proprietà dell’Ausl, è lecito chiedere come verranno rienvestiti i proventi di questa operazione? Saranno destinati al potenziamento dei servizi ospedalieri? Per garantire maggiore sicurezza in Pronto soccorso – ripristinando per esempio il posto di Polizia – e maggior decoro dissuadendo chi staziona per ore nelle zone d’accesso?
Si ipotizzano particolari agevolazioni e tariffe scontate, ci mancherebbe altro che così non fosse! E’ superfluo ricordare che usufruiscono di quegli spazi – oltre a quanti assistono i degenti in ospedale – il personale in servizio, chi si reca al Pronto soccorso o agli ambulatori, i disabili, i donatori di sangue. Ma siccome su questo aspetto deciderà l’Ausl, perché tanta fretta? Non è forse il caso di concordare precise condizioni con l’Ausl stessa prima di votare la delibera?
Parcheggio e strade vicine sono congestionati soprattutto negli orari in cui si effettuano visite mediche, terapie, prelievi ed esami diagnostici. E’ necessario riservare il parcheggio dell’ospedale alle persone che si recano nella struttura sanitaria per tali necessità, dirottando gli altri automobilisti e le soste lunghe in piazzale Pancrazi. Il collegamento è svolto dalla navetta “green-go bus”, essa però effettua la fermata davanti all’ingresso su corso Mazzini, risultando di fatto interdetta agli invalidi e a persone per le quali anche pochi gradini rappresentano un ostacolo insormontabile. Cosa si aspetta a rendere accessibile l’ospedale eliminando le cosiddette barriere architettoniche?
E’ stato presentato nei giorni scorsi il “Report del processo partecipativo” sul Pums, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Quale migliore occasione, se non questa, per trattare e avviare a soluzione in un quadro coerente e d’insieme le problematiche relative ai parcheggi e alla mobilità nell’area dell’ospedale? Quale logica induce a procedere con provvedimenti separati e che rischiano di risultare disorganici?
Dopo il fiasco della Casa della Salute, mentre permangono disservizi che sarebbe possibile limitare con un po’ di attenzione e di buona volontà, con i cittadini preoccupati per il progressivo svuotamento del nostro ospedale, il far pagare per accedervi può tradursi in un’operazione che non è avventato definire odiosa.
Faenza, 16 dicembre 2017
L’Altra Faenza
DICIANNOVE MESI SENZA AHMAD, CONDANNATO A MORTE
Fa freddo e Stoccolma è buia in inverno. Come i diciannove mesi che Vida e i suoi due figli hanno passato senza riabbracciare Ahmad.
La figlia di Vida si copre con la grande e calda felpa del papà. "La indosserò quando mi mancherai" gli aveva promesso.
Fa freddo ed è buio nella prigione di Evin in Iran. Ahmad è ridotto pelle e ossa, pesa solo sessanta chili. Lo hanno condannato a morte perché non ha accettato di collaborare con i servizi segreti iraniani.
GRAZIE A PERSONE COME TE POSSIAMO FARE UN ULTIMO DISPERATO TENTATIVO.
AIUTACI A FAR TORNARE A CASA AHMAD
Ahmadreza Djalali è un ricercatore e uno scienziato. In Iran per intervenire a un convegno scientifico è stato arrestato, torturato e condannato a morte dopo un processo ingiusto. Firma ora per chiedere di annullare la sua condanna.
Tina, campainer di Amnesty International Italia, è andata in Svezia per portare a Vida tutto il nostro sostegno: è disperata, ma ha due bambini piccoli, non può arrendersi. La tua firma conta molto per loro.
I figli di Ahmad non sanno realmente cosa stia succedendo al loro papà. Sanno solo che sono diciannove mesi che "papà non torna". Aiutaci ora.