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Interpellanza del Consigliere Comunale del gruppo L’Altra Faenza Edward Jan Necki 

Al Sig. Sindaco del Comune di Faenza Giovanni Malpezzi

All’Assessore alla Cultura Massimo Isola

All’Assessore allo Sviluppo economico, urbanistica, edilizia, politiche territoriali Domizio Piroddi

Premesso che:

  • Leggiamo sulla stampa di venerdì 15 giugno scorso l’articolo “Lavori conclusi in tempo per la stagione del 2019” in cui si parla del futuro dell’Arena Borghesi. Vi si dice tra l’altro che:

…“L’Arena sarà ristrutturata in tempo per la partenza della prossima stagione”…  “Ancora non esiste un progetto esecutivo che indichi una data per la partenza dei lavori, che vedranno l’abbattimento degli alberi monumentali che sorgono sul lato destro dell’Arena, lo spostamento del confine tra questa e il Conad verso est di diversi metri, la realizzazione di un nuovo muro di cinta e la ristrutturazione degli ambienti interni all’area”.

Il secondo capitolo dell’operazione riguarderà l’ampliamento del supermercato Conad di Viale Stradone, che avverrà proprio negli spazi precedentemente parte dell’Arena. Con l’avvio dei lavori nell’autunno del 2018, non sarebbe difficile – sono sicuri i responsabili di Conad – rispettare i tempi di consegna.”…

  • E’ nota l’opposizione a questo progetto – alla quale ci associamo - da parte di diverse associazioni ambientaliste e culturali e da migliaia di cittadini, i quali sostengono che “non attuerebbe una riqualificazione o rigenerazione dell’Arena Borghesi, ma un intervento di espansione immobiliare che pregiudica la storia del luogo, la sua coerenza e consistenza di paesaggio identitario”.
  • Secondo quanto si apprende dalla documentazione del Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE) del Comune di Faenza, per “l’Area Arena Borghesi”, gli obiettivi indicati “dovranno essere disciplinati nel quadro di un “Accordo urbanistico coi privati” ai sensi dell’art. 18 della L.R. 20/2000 e s.m.i.”

Si chiede di conoscere:

  • Se è già stato avviato l’iter di questo “Accordo urbanistico coi privati”, strumento che deve indicare “le ragioni di rilevante interesse pubblico che giustificano il ricorso allo strumento negoziale…”;
  • Quali sono i soggetti che dovranno essere coinvolti, oltre alla Giunta e alla nuova proprietà;
  • Se sono state avanzate richieste di accesso agli atti e di partecipazione al procedimento, da parte di soggetti aventi titolo;
  • Se la Giunta ritiene di mettere a parte il Consiglio Comunale della evoluzione del percorso per la definizione di tale accordo.

Legambiente Ravenna e Ravenna in Comune leggono il progetto di revamping del forno F3 sito in via Baiona e di proprietà di HerAmbiente, come un tentativo per incrementare la capacità di conferimento di rifiuti speciali, quindi l’approvvigionamento dell’inceneritore. Presentate osservazioni.

Il miglioramento dell’impianto, che prevederà anche un ulteriore abbattimento delle polveri tramite sistema catalitico, consentirà allo stesso di incrementare la propria portata dalle attuali 5,2 t/h alle future 6,5 t/h, che tradotto annualmente significa un passaggio da 40 000 t/a a 50 000 t/ha di rifiuti trattati, senza però avere incrementi relativamente al carico termico nominale. Il pretesto sembra essere la necessità di compensare l’alta variabilità del Potere Calorifico Inferiore (PCI) dei rifiuti conferiti, che è andato abbassandosi nel tempo.

A questo punto, è fondamentale chiedere se gli effettivi miglioramenti nell’abbattimento degli inquinanti, saranno proporzionalmente adeguati alla nuova portata del forno: la modellistica prevede lievi incrementi nelle concentrazioni medie annuali di COT, Pb, Cd, Hg, IPA, PCCD/PCB e significativi incrementi dal 9 al 60% di CO con aumento delle concentrazioni di percentili orarie di SO2 e NO2. Allo stesso modo, rimane l’interrogativo relativo all’origine dei nuovi rifiuti speciali, che alimenteranno l’impianto.

Inoltre, non è chiaro se l’intervento sia effettivamente motivato da una questione tecnica oppure normativa, in quanto il D.Lgs. 46 del 4 marzo 2014 in attuazione della Direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento seguendo le BAT) pone nuove restrizioni sull’emissione di alcuni inquinanti. Situazione ritardata con l’adeguamento solo ad oggi e non dall’entrata in vigore del presente decreto.

“Una questione, quella dell’F3, su cui si sta discutendo poco – commentano Legambiente e Ravenna in Comune -. Quanti cittadini conoscono gli impianti che sono sul loro territorio ed i possibili impatti per la loro salute? Questo potrebbe essere il pretesto per aprire un dibattito.”

Non solo rifiuti speciali: con lo scadere del bando, a breve si saprà chi si occuperà della raccolta dei rifiuti urbani sul territorio di Ravenna e Cesena. Legambiente e Ravenna in Comune si interrogano su quelle che saranno le strategie per raggiungere gli obiettivi definiti dal PRGR e dalla LR. 16/2015 e che vedono la necessità di raggiungere il 73% di RD al 2020. Obiettivo ancora lontano per il Comune di Ravenna e che lo vede già in penalità. Un danno economico anche per i cittadini e su cui non si stanno aprendo confronti con l’amministrazione.

Diverse associazioni hanno aderito ad una iniziativa europea volta a raccogliere firme on line per dire basta al processo di criminalizzazione dei migranti che sta interessando un numero crescente di paesi in Europa. Poliziotti che sparano contro i migranti in Belgio. Gendarmi francesi che respingono al confine minori e donne incinte. Governi che, come in Ungheria, costruiscono barriere elettrificate, paramilitari che in Bulgaria danno la caccia ai profughi siriani. A questo si aggiungono le accuse contro i soccorritori nel Mediterraneo.

 

Non possiamo restare indifferenti a tutto questo. Perché noi crediamo in un'Europa che accoglie e tutela i diritti umani!

 

Questo l'obiettivo dell‘Iniziativa dei cittadini europei (ICE) Welcoming Europe. Per un’Europa che accoglie, uno strumento di iniziativa popolare con cui i cittadini europei chiedono alla Commissione europea di agire per decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi e violazioni e garantire accesso alla giustizia.

 

Si può firmare l'iniziativa anche on-line, in pochi minutiquiinserendo alcuni dati personali e gli estremi della carta d'identità o del passaporto.

Potete sostenere l'iniziativa invitando i vostri contatti a firmare allo stesso link.

Seguite e diffondete la campagna su:

Sito: http://welcomingeurope.it/

Facebookhttps://www.facebook.com/welcomingeuropeIT/

Twitterhttps://twitter.com/WelcomingEU_IT

Sul sito trovate tutte le informazioni utili e potete scaricare il materiale grafico della campagna.

Per contatti e per aderire come associazione scrivi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

   

Venerdì 15 giugno - Incontro pubblico, con Pier Luigi Cervellati e altri urbanisti

L’11 giugno del 1928 viene inaugurata la nuova Arena Borghesi, ristrutturata dopo un incendio. È una lezione di urbanistica.

Un’architettura del paesaggio organica al “viale lunghissimo di platani”, evocato da Dino Campana nei Canti Orfici.

A 90 anni da quell’inaugurazione il teatro è ancora immerso in un giardino alberato, l’essenza di un luogo fondato nel 1895 all’inizio del Viale Stradone.

Ma l’anniversario rischia di essere celebrato col cemento.

L’espansione del vicino supermercato Conad, all’interno dell’arena, causerebbe la distruzione dell’ampio spazio alberato; un quinto della superficie del teatro sarebbe occupato dalla nuova costruzione.

Un impatto che stravolge l’identità dell’Arena Borghesi e il modo di abitare questa “piazza dello spettacolo”, rara per la coerenza con il paesaggio di un viale dell’Ottocento.

È un caso di “consumo di luogo”, prodotto da un accordo di programma tra pubblico e privato, in linea con la nuova legge urbanistica regionale dell’Emilia Romagna.

Un paesaggio storico ridotto a merce e la scomparsa dell’urbanistica sono i temi che gravano sul futuro dell’Arena Borghesi.

In occasione dell’anniversario del 1928, Italia Nostra e Legambiente di Faenza hanno invitato alcuni autorevoli urbanisti e personalità della cultura del paesaggio a discutere di questi temi, in relazione al caso faentino.

Venerdì 15 giugno alle ore 17, presso l’Auditorium del Liceo Classico Torricelli, in Via Santa Maria dell’Angelo, si svolgerà l’incontro pubblico: “Arena Borghesi, urbanistica sul Viale del tramonto”.

Il riferimento cinematografico del titolo evidenzia il rischio di disgregazione dell’unità paesaggistica dell’arena, in relazione con il contesto del Viale Stradone.  

Apre l’incontro Pier Luigi Cervellati, eminente personalità dell’urbanistica italiana; i suoi piani per i centri storici di Bologna e Modena sono oggetto di studi internazionali.

Seguono gli interventi di noti esponenti della cultura e della tutela del paesaggio:

Piero Paolo Cavalcoli, Urbanista - Legambiente

Marina Foschi,  Architetto - Vicepresidente Consiglio Regionale Italia Nostra

Giovanni Losavio, ex Magistrato Corte di Cassazione - Italia Nostra

Marcella Vitali, Storica dell’arte - Presidente Italia Nostra Faenza

All’incontro è stato invitato un rappresentante della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e del Paesaggio di Ravenna.

Nelle stesse ore in cui Lidl ha inaugurato un nuovo discount nell’area ex Cisa i vertici di Allegion hanno dichiarato di voler tagliare le retribuzioni dei lavoratori stravolgendo metodi e contenuti di relazioni che appartengono alla storia dell’azienda. Non si tratta di una beffarda coincidenza, ma del risultato di scelte ingiuste, di regole che antepongono il profitto e gli interessi della finanza alle condizioni e ai diritti delle persone.

L’abbiamo già denunciato con forza: dov’era un’industria che costituiva un fiore all’occhiello per Faenza si insedia un’altra grande struttura commerciale che va ad aggiungersi alle troppe già esistenti. La delocalizzazione di gran parte delle lavorazioni meccaniche della Cisa è avvenuta in attuazione di un piano industriale sbagliato, di un’operazione che ha comportato la perdita di quasi 130 posti di lavoro e lo svilimento di un marchio apprezzato nel mondo. A pagarne le conseguenze secondo lor signori devono essere sempre gli ultimi: i lavoratori e le loro famiglie, le piccole imprese, il nostro territorio.

L’Altra Faenza esprime ancora una volta vicinanza e sostegno ai lavoratori in lotta e alle loro rappresentanze sindacali. Chiede che la città e le sue istituzioni si schierino risolutamente nel respingere pretese che, se attuate, comporterebbero un ulteriore impoverimento della nostra comunità a scapito di tutti.

E’ necessario cambiare registro. La buona occupazione, retribuzioni e diritti da Paese civile, devono tornare al centro dell’azione politica ad ogni livello, dall’Amministrazione locale al governo nazionale. Slogan e chiacchiere devono lasciare il posto a una reale volontà di costruire un futuro migliore, un futuro i cui tratti distintivi non siano il declino economico e sociale, la crescente disuguaglianza, la precarietà, il vuoto di speranza per i giovani.

Faenza, 8 giugno 2018

L’Altra Faenza

Nella giornata odierna si inaugura la nuova sede del supermercato LIDL, sorta sulla ex-area
produttiva della Cisa in Via Oberdan.
I lavoratori di Cisa vivono questo evento con tristezza e con nostalgia, per la storia che quel sito ha
avuto per la città di Faenza e anche per la recente ristrutturazione che ha lasciato una profonda
ferita, culminata con la perdita di 126 posti di lavoro, causata dalla delocalizzazione di parte della
produzione.
A distanza di tre anni cosa sta succedendo in Cisa? Quali sono le conseguenze per i lavoratori della
Cisa di oggi?
La riorganizzazione evidentemente non ha dato i suoi frutti, se l’azienda ha chiesto a RSU e Sindacati
di ridurre i costi del lavoro, mediante lo stravolgimento della contrattazione aziendale.
Il Contratto aziendale della Cisa è scaduto alla fine del 2017 e gli incontri di trattativa che si sono
susseguiti hanno delineato una volontà aziendale di peggiorare le condizioni economiche per i
lavoratori.
Quello che l’azienda propone ha una impostazione radicalmente diversa rispetto alla tradizione
contrattuale in Cisa, che rende molto più difficilmente raggiungibili gli obiettivi presenti e che, con
ogni probabilità, renderebbe completamente incerto una parte del loro stipendio, con un
significativo calo del potere d’acquisto delle busta paga dei lavoratori dello stabilimento faentino.
Non dovrebbe sfuggire a nessuno, e tantomeno alla Direzione aziendale, che i lavoratori rimasti in
organico si sono sacrificati e impegnati quotidianamente, collaborando con l’azienda affinché il piano
avesse successo. Tutto ciò al fine di assicurare un futuro migliore all’azienda, nella consapevolezza
delle difficoltà che il piano industriale ha comportato ed in parte continua a comportare.
Il sacrificio e l’interesse dimostrato dai lavoratori per l’andamento aziendale, riteniamo non sia preso
nella dovuta considerazione, tutt’altro!
Le politiche di riduzione dei salari della multinazionale Allegion non solo risultano incomprensibili,
ma sono profondamente ingiuste e quindi inaccettabili, poiché non è con il taglio delle retribuzioni
che si garantisce lo sviluppo di una azienda.
Attualmente è in atto lo stato di agitazione con il blocco della flessibilità e la proclamazione di un
pacchetto di ore di sciopero.
I lavoratori di Cisa Allegion hanno pertanto scioperato con una massiccia adesione nelle giornate del
30 e del 31 maggio, per un totale di 8 ore, avendo compreso l’importanza di sollecitare la Direzione
aziendale a rivedere le proprie posizioni di riduzione delle retribuzioni.
Pertanto, nel caso in cui l’azienda non torni al tavolo delle trattative, riaprendo una discussione su
diversi presupposti, ci vedremo costretti a proseguire con tutte le iniziative sindacali, con la dovuta
determinazione e convinzione.


RSU Cisa Allegion
Fim Fiom Uilm Ugl territoriali
Faenza, 7 giugno 2018