Accedi Registrati

Login to your account

Username *
Password *
Remember Me

Create an account

Fields marked with an asterisk (*) are required.
Name *
Username *
Password *
Verify password *
Email *
Verify email *

TRIVELLE, IL VOLTAFACCIA E’ SERVITO

DAL MISE TRE NUOVI PERMESSI DI RICERCA NELLO JONIO, IL CONFERIMENTO DELLA CONCESSIONE DI COLTIVAZIONE “BAGNACAVALLO” E LA PROROGA DELLA CONCESSIONE DI COLTIVAZIONE “SAN POTITO” IN EMILIA-ROMAGNA

Lo abbiamo detto in tutte le salse possibili e più volte: dopo l’Accordo sull’Iva ed il SI’ al Tap ed al Tav Terzo Valico; dopo il tour elettorale di Ottobre del Ministro Di Maio in Basilicata, dopo il suo annuncio facebook del 12 Dicembre 2018 sul presunto stop all’istanza di permesso di ricerca Masseria La Rocca e dopo la deliberazione del 21 Dicembre 2018 con cui il Consiglio dei Ministri ha deciso di costituirsi dinanzi alla Corte Costituzionale contro No Triv, Regione Basilicata e Comune di Brindisi di Montagna, sempre in relazione al progetto di Eni, Total e Rockhopper Exploration, denominato “Masseria La Rocca”.
Lo abbiamo ribadito anche dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Manovra 2019, in cui il M5S non è riuscito a far passare sotto forma di emendamento due punti a noi molto cari e dirimenti: moratoria delle nuove attività “petrolifere” per la durata di 2 anni e reintroduzione del Piano delle Aree.
Alla prova dei fatti, NESSUNA DISCONTINUITA’ TRA L’ATTUALE GOVERNO E QUELLI CHE LO HANNO PRECEDUTO. ANCHE QUELLO IN CARICA, IN TUTTE LE SUE COMPONENTI, E’ UN GOVERNO “FOSSILE”.
Avevamo non a caso lanciato un suggerimento ed un monito: “Non veniteci poi a dire che il rilascio di nuovi permessi è colpa dei tecnici o di quelli di prima”.
Non provateci! Il percorso e le soluzioni normative vi erano state indicate con larghissimo anticipo, ma nessuna di esse si è tradotta in atti e fatti concreti perché, evidentemente, la situazione politica ed i rapporti di forza tra i due azionisti del Governo Conte non consentono di uscire dalla gabbia del “fossile”.
Ed ecco che puntualmente oggi arrivano in pubblicazione, sul BUIG del 31 Dicembre 2018, ben tre decreti con cui il MISE accorda tre permessi di ricerca nel Mar Jonio alla compagnia Global Med, per un totale di oltre 2.220 kmq (F.R43.GM, F.R44.GM e F.R45.GM).
Sempre sul BUIG del 31 Dicembre troviamo i decreti di conferimento della concessione di coltivazione “Bagnacavallo” e di proroga della concessione di coltivazione “San Potito”, entrambi in Emilia-Romagna.
Delle tre “vecchie” istanze di permesso di ricerca in mare ci eravamo occupati in diverse occasioni, evidenziando tutta una serie di criticità, sia sotto il profilo autorizzativo (elusione del divieto di ricerca di idrocarburi in aree con superficie superiore a 750 kmq.), sia ambientale.
Piccolo particolare non trascurabile: in tutti e cinque i casi, i relativi decreti ministeriali recano la data del 7 Dicembre 2018, mentre era già in atto una dura frizione pubblica tra Coordinamento Nazionale No Triv e Governo.
Eravamo quindi a molti giorni prima che un paio di Ministri e qualche parlamentare M5S si affannassero a smentire un qualsivoglia voltafaccia governativo e a tacciare No Triv di non si sa cosa, arrivando, qualche giorno dopo, addirittura ad accusarlo di essere complici della lobby del petrolio!!!
Chi sono i produttori seriali di Fake News, dunque?
Stiamo valutando ovviamente quali passi compiere per fermare questo nuovo ennesimo scempio, compiuto a danno del Clima e della Terra, che disattende totalmente le conclusioni dell’ultimo Special Report dell’ICPP: se vogliamo salvare il Pianeta gli idrocarburi devono essere lasciati sotto terra.
Certo è che, a questo punto, la Moratoria e la reintroduzione del Piano delle Aree diventano questioni ancor più dirimenti, mentre diventa del tutto evidente che il tempo della politica degli annunci è tramontato definitivamente.
La polvere è tale da non poter essere più nascosta sotto i tappeti.
4 gennaio 2019

Coordinamento Nazionale No Triv (*)

(*) redazione del comunicato a cura di Francesco Masi ed Enrico Gagliano

  

Faenza 03 gennaio 2019

Comunicato Stampa

EVITARE IL CONSUMO DI SUOLO

I dati sull'uso del territorio dimostrano l'inutilità di ulteriori previsioni edificatorie, ma il Comune annuncia un bando per nuove urbanizzazioni.

Come prevede la nuova Legge Regionale sull'Urbanistica, che ha per obiettivo la riduzione del consumo di suolo, si è aperto un confronto nella Commissione “Ambiente e assetto del territorio”, al quale abbiamo partecipato, in merito ai “dati sulla perimetrazione del territorio urbanizzato al 1 gennaio 2018 e sul patrimonio costruito inutilizzato”.

Nell'ultimo incontro del 18 dicembre scorso, abbiamo appreso, direttamente dall'Assessore all'Urbanistica, che l'Amministrazione intende presentare, al prossimo Consiglio Comunale del 17 gennaio, una proposta di delibera su un bando per la selezione di “manifestazioni di interesse” relative a nuove costruzioni.

Dai dati che sono stati resi pubblici si evince che:

- il territorio urbanizzato è di 16,57 Km quadrati, (secondo la Legge Regionale, da oggi al 2050 non bisognerebbe utilizzarne più del 3%,- circa mezzo Km quadrato -);

- il terreno potenzialmente edificabile, secondo gli attuali strumenti urbanistici, sarebbe di 24,88 Km quadrati, previsioni palesemente sproporzionate;

- di conseguenza gli appartamenti che teoricamente si potrebbero costruire sarebbero quasi 8.000;

- le Unità immobiliari residenziali non utilizzate sono circa 3.800 e circa 1.000 sono gli immobili destinati ad attività economiche, non utilizzati;

- i fabbisogni abitativi si riducono, la popolazione diminuisce (– 72 dal 2013 al 2017), anche se aumentano le famiglie (+ 237) composte da meno persone, quindi con una modifica nelle tipologie abitative;

- la prestazione energetica degli edifici è mediamente bassa, così come è alta la vulnerabilità sismica.

Questi dati dimostrano chiaramente che a Faenza non esiste alcuna necessità di nuove urbanizzazioni, né a fini residenziali, né a fini produttivi.

Vista la data del 17 gennaio, così ravvicinata, dobbiamo ritenere già concluso il confronto su questo importante tema urbanistico?

E soprattutto, con quale motivazione l'Amministrazione Comunale vuole aprire un bando, di fatto per incentivare nuove urbanizzazioni, quando i dati “certificano” l'assenza di un fabbisogno e una potenzialità insediativa di alloggi e attività economiche così alta, da coprire una virtuale domanda di lunghissimo periodo?

Marcella Vitali - Presidente Italia Nostra Faenza

Massimo Sangiorgi - Presidente Circolo Legambiente Lamone Faenza

bonifica amianto/contributi INAIL

INAIL Bando ISI 2018: anche nel 2019 contributi per la rimozione amianto alle imprese – oltre 97 milioni di €

Bologna, 21 dicembre 2018

L’INAIL con la sua DETERMINA “DetPres n. 519 del 6 dicembre 2018” approva i criteri generali per l’attivazione della procedura per i finanziamenti alle imprese ai sensi dell’art. 11, comma 5, d.lgs n. 81/2008, e successive modificazioni, e dell’art. 1, commi 862 e seguenti, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, di cui al documento
allegato, che costituisce parte integrante della presente determinazione.”

Vedi l’allegato

97.417.862,00 di € sono stati destinati dall’INAIL come contributo alle aziende per la rimozione dell’amianto nell’anno 2018 (valevole per il 2019) (oltre 37 milioni in più dell’anno scorso) .

Al Bando ISI INAIL 2018 (valevole per il 2019) possono partecipare aziende che presentano progetti di bonifica dei materiali contenenti amianto. Il finanziamento è costituito da un contributo in conto capitale pari al 65% delle spese ammissibili, calcolate al netto dell’IVA.Il contributo va dai 5.000 € ai 130.000 € e per contributi superiori a 30.000 € è possibile chiedere un’anticipazione del 50% del contributo.

Per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto i soggetti destinatari dei finanziamenti sono esclusivamente le imprese, anche individuali, ubicate su tutto il territorio nazionale iscritte al registro delle imprese o all’albo delle imprese artigiane, in possesso dei requisiti di cui all’Avviso pubblico ISI 2018.
Non sono destinatarie dei finanziamenti per i progetti di bonifica da materiali contenenti amianto:

  • le micro e piccole imprese, comprese quelle individuali, operanti nel settore della produzione agricola primaria dei prodotti agricoli.

Nella partecipazione a questo bando, il punteggio attribuito ai progetti sono inversamente proporzionali alla dimensione di impresa, sono quindi favorite le imprese più piccole.

 Il Bando regionale per l’Emilia Romagna – Direzione regionale Emilia Romagna    (Vedi tutto il bando)

Vedi l’ Allegato – 3: Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto

Per i progetti di cui agli Assi 1, 2, 3, in questa Regione, sono attribuiti 5 punti di bonus alle
imprese attive nei settori ATECO 2007: F43 – H49

 

Anche quest’anno sono stati esclusi (giustamente) interventi di incapsulamento o confinamento, mentre i progetti, ammissibili solo se comprendono anche lo smaltimento dell’amianto, riguardano:

  • Rimozione di piastrelle e pavimentazioni in vinile amianto compresi eventuali stucchi e mastici contenenti
    amianto
  • Rimozione di coperture in cemento-amianto;
  • Rimozione di MCA da mezzi di trasporto
  • Rimozione di MCA da impianti e attrezzature (cordami, coibentazioni, isolamenti di condotte di vapore, condotte
    di fumi ecc.)
  • Rimozione di componenti edilizie quali coibentazioni, intonaci, cartoni, controsoffitti, contenenti amianto in
    matrice friabile
  • Rimozione di manufatti, non compresi nelle precedenti Tipologie di intervento, contenenti amianto in matrice
    compatta (cassoni, canne fumarie, comignoli, pareti verticali, condutture, ecc.)

Tutte le informazioni sul bando sono disponibili sul sito INAIL 

Una iniziativa che ha come tema il cambiamento delle politiche europee sui migranti. Si chiama "Welcoming Europe, Per un Europa che accoglie”‎ e si pone l'obiettivo di raccogliere un milione di firme in almeno 7 Stati europei entro febbraio 2019.

E' un ICE, ossia una iniziativa dei cittadini europei, uno strumento di democrazia partecipativa con cui si invita la Commissione europea a presentare un atto legislativo in materie di competenza Ue. 

Decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi. Se credi in Europa che accoglie sottoscrivi l'iniziativa dei cittadini europei. 

Di fronte ai fallimenti e alle enormi difficoltà dei governi nazionali nella gestione dei flussi migratori,l'obiettivo di "Welcoming Europe, Per un Europa che accoglie”‎ è affermare la volontà di tanti cittadini che chiedono un'Europa che non volti le spalle al Mediterraneo e ai problemi di chi è costretto a scappare da guerre e territori pericolosi e invivibili. Con la raccolta firme si chiede alla Commissione europea di intervenire con urgenza su una materia fondamentale e delicata per il futuro dell’umanità.

Le richieste in particolare riguardano tre importanti questioni come la decriminalizzazione di qualsiasi intervento di solidarietà o aiuto dei migranti (L’Italia è ancora il paese dove esiste il reato di clandestinità), la creazione di corridoi umanitari e programmi di sponsorship rivolti ai rifugiati, e la protezione delle vittime di abusi, sfruttamento e violazioni dei diritti umani.  

Approfondimenti su welcomingeurope.it

Per un’Europa che accoglie, firma ora!

 

FERMATEVI

Non possiamo sottovalutare quanto sta avvenendo nelle istituzioni del nostro paese e neppure l'assenza di un vero confronto politico.

Il parlamento è ridotto a votificio, con l'uso di decreti, voti di fiducia, testi sconosciuti votati a scatola chiusa come sta accadendo sulla legge di bilancio. 

Speravamo in una svolta dopo la deriva istituzionale nella precedente legislatura e la vittoria del No nel referendum del 4 dicembre 2016. Invece il governo espresso dalla coalizione giallo-verde sta rifacendo gli stessi errori, con un crescendo preoccupante.

Per riassumere in un concetto la nostra richiesta alla nuova maggioranza:

 Fermatevi !

Consentite un confronto politico di merito, non prendetevi la grave responsabilità di continuare su una deriva, fin troppo in continuità con gli errori precedenti, che porterebbe a mettere in discussione aspetti centrali della nostra Costituzione e a creare un distacco ulteriore tra rappresentati e rappresentati.

Sarebbe un grave errore rimettere al centro del dibattito politico le modifiche della Costituzione. La Costituzione della nostra repubblica, nata dalla Resistenza al nazifascismo, merita rispetto ed è l'architrave del nostro assetto istituzionale. Singole modifiche della Costituzione com'è previsto dall'articolo 138 sono possibili, ma non possono e non debbono essere piegate a interessi di parte e ad esigenze momentanee.

La Costituzione è un bene comune a tutti noi, nessuno può stravolgerla a proprio piacimento. Quando ci si è provato i cittadini hanno respinto i tentativi di stravolgimento e se dovesse essere ancora necessario il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale è pronto, se necessario, a rientrare in campo per impedire stravolgimenti costituzionali, fino ad impegnarsi in campagne referendarie. Tutti farebbero bene a ricordare che all'inizio del 2016 il No era dato al 20 % ma alla fine il voto No è arrivato al 60% e il 4 dicembre 2016 ha vinto.

Chiediamo di fare conoscere le proposte di modifica della Costituzione e di poterle discutere con il tempo necessario. In particolare chiediamo di aprire una riflessione preventiva sulle proposte di attuazione dell'attuale (nefasto) articolo 116 della Costituzione per bloccare ogni tentativo di differenziare diritti fondamentali dei cittadini italiani per regioni, pensiamo a salute, istruzione, ambiente, condizione di lavoro, pensioni.

La trattativa in corso tra Governo e Lombardia, Veneto, Emilia è del tutto nascosta ai cittadini. Chiediamo di conoscere, di poter esprimere opinioni. Non solo noi ma tutti i cittadini italiani, avviando una grande operazione di trasparenza. Questo va fatto ora perche' le decisioni istituzionali rischiano di essere irreversibili.

Invece è necessario affrontare ora, senza ritardi, la modifica della legge elettorale, che deve essere cambiata sulla base di due principi: sostanziale rispetto della proporzionalità e garanzia che i cittadini potranno scegliere direttamente tutti i deputati e i senatori chiudendo il triste periodo dei nominati dall'alto.

Vi inviamo alcuni scritti che hanno cercato di esporre le  ragioni delle nostre critiche e la richiesta di poter conoscere, discutere, modificare le proposte.

A gennaio preciseremo obiettivi e modalità di iniziativa del Coordinamento.

Auguri a tutti

p/ la Presidenza

 

Intervista Siamo alla secessione dei diritti M5S al Sud rischia di pagarla cara - Massimo Villone

Arriva la riforma dove chi ci perde e nascosto Manifesto - Massimo Villone

La cattiva novella - Domenico Gallo

La Costituzione attribuisce al parlamento un ruolo centrale. Lega e 5Stelle lo riducono a votificio di decisioni dell’esecutivo. Fermatevi

Legambiente su accordo rifiuti speciali tra Regione e Associazioni di categoria

Esiste un problema nazionale ma non può avere solo un approccio economico: gli impianti di smaltimento hanno ricadute su tutti, dunque se ne discuta nelle sedi pubbliche e con dati alla mano, non in accordi separati con il modo produttivo.

 Bonaccini coinvolga i territori e chieda alle imprese impegni concreti di riduzione rifiuti e di economia circolare

Legambiente interviene sulla notizia di un accordo per la gestione dei rifiuti speciali firmato da Bonaccini e rappresentanti del mondo economico. “Un accordo i cui contenuti  auspichiamo vengano diffusi al più presto anche al resto della società regionale” segnala  Legambiente.

I rifiuti speciali sono entrati da poco nel dibattito pubblico, ma sono in realtà la parte preponderante dei nostri scarti: nel 2016 oltre 8,5 milioni di tonnellate, contro i quasi 3 milioni di RSU in regione. Quantitativi peraltro in crescita rispetto agli anni della crisi economica. Negli ultimi mesi se ne è parlato spesso, sia perché entrati nel dibattito sugli impianti di smaltimento (il forno di Parma, un revamping a Ravenna, le richieste per le discariche di Imola, Castel Maggiore, Baricella) sia perché colpiti anch’essi dal blocco di importazioni dalla Cina. Un blocco che ha evidenziato soprattutto una carenza nazionale del sistema impiantistico di riciclo e del mercato delle materie prime di recupero.

"Esiste un problema legato ai rifiuti speciali ed agli  impianti di riciclo, che anche noi abbiamo evidenziato nell'ultimo Ecoforum - commenta a caldo l'associazione - ma le modalità unilaterali adottate per affrontare la questione sono preoccupanti.   Il problema dei rifiuti speciali è certamente un tema da affrontare ma è bene ricordare che se tocca le imprese sul versante economico, le ricadute del sistema di gestione sono collettive: riguardano tutti i cittadini, a cominciare dagli smaltimenti in discarica e negli inceneritori"

“Se aggiungiamo che alcuni di questi impianti – continua Legambiente - sono stati pagati con le tariffe dei cittadini risulta difficile comprendere le modalità di interlocuzione che la Regione sta portando avanti. Già avevamo stigmatizzato la scelta del presidente della Commissione Ambiente Rontini di organizzare, a novembre, una seduta di confronto coinvolgendo esclusivamente le forze economiche ed i gestori degli impianti”.

L'associazione conclude, auspicando che qualsiasi decisione sul tema  passi per un confronto pubblico sui dati dei rifiuti speciali regionali e processi democratici.

Inoltre avanza la richiesta al Presidente Bonaccini di pretendere dalle associazioni di categoria un piano di riduzione dei rifiuti a smaltimento responsabilizzando il mondo economico anche sulle priorità di gestione rifiuti che devono valere come per i cittadini: la prevenzione ed il riciclaggio.
--

Bologna, 19 dicembre 2018

 

Ufficio Stampa - Legambiente Emilia Romagna
Via Massimo Gorki, 6 - 40128 Bologna
Tel: 051-241324
Fax: 051-0390796

E-mail: ufficiostampa@Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: www.legambiente.emiliaromagna.it