“Melody: il sogno di far crescere l'azienda di famiglia” è il racconto di una giovane venticinquenne, figlia di genitori persiani e bolognese dalla nascita, che racconta la scelta di diventare imprenditrice nell'azienda metalmeccanica fondata dalla madre.
La campionessa di Taekwondo, "italiana" ma senza maglia azzurra. Alessia ha 19 anni, è nata in Russia e vive a Reggio Emilia da quando aveva 3 anni. Campionessa di Taekwondo, non può partecipare agli Europei Under 21 con la maglia azzurra perché non ha ancora la cittadinanza italiana.
Victor, Martina, Lorenzo: la passione per la musica: i giovani si esprimono e innovano attraverso diverse forme creative, come ad esempio la musica. In primo piano le voci e il talento musicale di tre giovani studenti del liceo musicale Bertolucci di Parma.
Xhovana, Ousseynou, Ayoub: ora siamo cittadini italiani! Nel periodo 2016-2017, in Emilia-Romagna hanno acquisito la cittadinanza italiana 44.123 persone. Il 42% aveva meno di 19 anni. Il racconto di tre ragazzi, due della provincia di Ravenna e uno di Reggio Emilia, che sono diventati cittadini italiani.
L'associazione commenta gli allarmi lanciati nel ravvenate da associazioni di categoria e sindacati
"La fine del fossile comunque ci dovrà essere: riconvertire il settore è una necessità per il clima e per garantire posti di lavoro. Che programmi ci sono?"
Sulla scia delle polemiche e degli allarmi suscitate dai provvedimenti del Governo, Legambiente commenta le esternazioni delle associazioni di categoria del settore trivelle e chiede conto ad ENI del suo impegno per il clima.
“In particolare – chiede Legambiente al colosso energetico - quanta energia rinnovabile è stata installata e prodotta da ENI sul territorio dell'Emilia Romagna, dove pure ha sede una parte importante del suo sforzo produttivo?”.
Come già ricordato con la campagna "ENI Enemy of the Planet", l'azienda dimostra ha uno sforzo sulle rinnovabili assolutamente modesto rispetto alle capacità economiche che potrebbe mettere in campo. In Italia infatti, a metà del 2018, si contava solo 1MW di solare fotovoltaico installato.
Di fronte alle difese al settore delle fossili arrivate da Confindustria Romagna, dal ROCA club e dal Consigliere Regionale Bessi - paladino dell’Oil and Gas in Regione - l'associazione ricorda che la fine dell'era del fossile è segnata. Per rispettare gli accordi sul clima e conservare l’equilibrio degli ecosistemi salvando il pianeta dal riscaldamento globale è vitale accelerare immediatamente questo processo.
Di fonte a questo percorso inarrestabile, Legambiente ritiene indispensabile che il settore delle estrazioni avvii rapidamente un percorso di riconversione in grado di salvaguardare il patrimonio di posti di lavoro e di competenze tecniche presente soprattutto nel ravennate.
Invece di lanciare allarmi per le scelte del governo sarebbe bene che imprese, enti e sindacati avviassero una road map di uscita dagli idrocarburi, a favore di modelli energetici che puntino alla decarbonizzazione dell’economia, puntando su energie verdi e risparmio energetico.
Non risultano al momento segnali di questo tipo.
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Lettera aperta alle Istituzioni europee e ai Governi dei Paesi membri
Le collettività locali hanno bisogno di spazio democratico per tutelare gli interessi dei cittadini !
Con un accordo in fase di trattativa sulla revisione di parte della direttiva Bolkestein, l’UE potrebbe ridurre ulteriormente il potere delle Autonomie Locali e più in generale delle collettività territoriali, di assumere decisioni realmente “progressiste”. In effetti i Comuni, Province ecc prima di prendere ogni nuova decisione sui servizi quali acqua, energia, rifiuti, edilizia popolare, pianificazione territoriale e urbanistica, ne dovrebbero dare comunicazione – con un anticipo di tre mesi - alla Commissione Europe per approvazione.
Con questa lettera aperta, le organizzazioni e i Comuni firmatari fanno appello alle istituzioni europee e ai governi dei paesi membri affinché respingano tale procedura.
Noi, rappresentanti di città europee, di organizzazioni della società civile e di sindacati, esprimiamo profonda preoccupazione circa il progetto di Procedura di Notifica sui Servizi. Essa prevede che, invece di informare semplicemente la Commissione come è finora avvenuto, le nuove norme e decisioni locali sui servizi debbano essere notificate in precedenza alla Commissione e soggette alla sua preventiva approvazione. Ciò rappresenta una limitazione a politiche progressiste, specie a livello locale.
Come evidenza una Risoluzione del settembre 2018 del Consiglio comunale di Amsterdam, la Procedura di Notifica proposta, produrrà inutili lungaggini e “comporterà grave pregiudizio all’autonomia delle collettività locali, una minaccia alla stessa democrazia locale.”
Creerebbe grossi ostacoli alle politiche municipali progressiste, come quelle miranti a contenere l’aumento del costo della casa. È una proposta sproporzionata e in contrasto con il principio di sussidiarietà, e con lo stesso obbligo da parte della UE – contenuto nel Trattato di Lisbona – di rispettare l’autonomia delle amministrazioni regionali e locali.
Le città hanno un ruolo determinante nel far fronte ai problemi sociali e ambientali dell’Europa, e per far vivere una democrazia basata sull’impegno attivo dei cittadini.
Il Progetto di Procedura di Notifica sui Servizi restringerebbe lo spazio democratico delle nostre città ed è quindi del tutto inaccettabile.
Firma direttamente qui:
Primi firmatari
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha denunciato subito gli aspetti di incostituzionalità che rendono inaccettabile il c.d. “decreto sicurezza”, ora L.132/2018, che tenta di forzare la Costituzione contro i diritti fondamentali delle persone, per di più rendendo più difficile la convivenza fra i cittadini italiani ed una popolazione di stranieri privi di ogni mezzo di sostentamento, che resteranno in Italia e verranno spinti in un’illegalità forzata.
Questa revisione legislativa si accompagna contestualmente ad atti del Governo che contrastano e violano apertamente gli obblighi nascenti dal diritto internazionale del mare, vietando l’approdo alle navi che salvano i naufraghi nel Mediterraneo centrale e il loro soccorso, con la conseguenza che nel corso del 2018 si è avuto un drastico incremento del tasso dei morti in mare (oltre 2.000 vittime).
E’ di eccezionale gravità che 50 migranti siano costretti a vagare nel Mediterraneo da 14 giorni senza la possibilità di essere soccorsi e di ottenere un approdo sicuro, che non può essere il ritorno nei lager libici. Il nostro paese ha il dovere di essere in prima fila nel soccorso di questi esseri umani abbandonati a sé stessi. La grettezza e la chiusura delle posizioni del governo sono inaccettabili.
Le decisioni del governo e in particolare parti significative della normativa “sicurezza” contrastano con i valori che la Costituzione ha inscindibilmente inserito nell’ordinamento giuridico.
Il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale condivide e appoggia pienamente la resistenza dei sindaci volta a respingere gli effetti perversi della normativa “sicurezza” sui diritti delle persone in nome dei valori della Costituzione.
Il sindaco di Palermo ha dato disposizione agli uffici comunali di sospenderne l’applicazione nella parte in cui vieta l’iscrizione dei migranti nei registri anagrafici, denunciandone la natura di “provvedimento disumano e criminogeno”.
Questa posizione, condivisa e appoggiata da altri sindaci, apre un’importante contraddizione tra i valori della Costituzione e una politica ed una legislazione fondate sul disprezzo dei diritti umani. Per questo è indispensabile che prima possibile la Corte Costituzionale sia messa nelle condizioni di giudicare la legittimità costituzionale della legge 132/2018.
E’ importante ribadire che nella legalità costituzionale non c’è posto per norme “disumane e criminogene” che ricordano le leggi razziali; i responsabili della programmata omissione di soccorso nel Mediterraneo centrale dovranno rispondere delle loro condotte.
Massimo Villone, Silvia Manderino, Alfiero Grandi
Roma, 4 gennaio 2019
Non disobbedienza civile, ma adempimento di tutti obblighi legali che si assumono col giuramento come sindaco
5 Gennaio 2019 Felice Besostri
Testo predisposto dal gruppo di lavoro coordinato dall’avv. Felice Besostri del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e garante di Attuare la Costituzione.
In seguito all’entrata in vigore del decreto sicurezza a fronte di disposizioni di sospetta incostituzionalità e contrarietà al senso di solidarietà e umanità, come già il divieto di sbarco di persone salvate in mare, mai formalizzato in provvedimento pubblici e motivati in deroga espressa a vincolanti convenzioni internazionali, alcuni sindaci, in prima linea quelli d Napoli e Palermo hanno manifestato la loro contrarietà. Non poteva essere diversamente avendo giurato in forma pubblica e solenne di osservare lealmente la Costituzione.
Con questo testo si da sostegno e argomenti ai Sindaci che ne vogliano seguire l’esempio.
Il Sindaco presta giuramento nella prima seduta del Consiglio Comunale davanti al Consiglio ai sensi dell’articolo 50, c. 11, del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267
Art. 50. Competenze del sindaco e del presidente della provincia:
3.-10.