L’EUROPA CHE VOGLIAMO
Appello al voto per le elezioni dell’8 e 9 giugno
Viviamo un tempo tumultuoso e drammatico, in cui Paesi e popoli reclamano l’urgenza di un nuovo ordine mondiale più equo e multipolare. In questa fase di transizione un vento forte spinto da nazionalismi, populismi e sovranismi sta spazzando tutti i continenti del mondo, inclusa l’Unione Europea. Ritornano guerre e conflitti, con il loro carico di vittime innocenti, distruzioni e crisi, forse, irreparabili. Sono inaccettabili immobilismo, incapacità e mancanza di volontà di governi ed istituzioni internazionali nel cercare soluzioni, trattati di pace, accordi multilaterali che garantiscano la civile convivenza, la possibilità di una vita dignitosa per tutti, sviluppo, diritti e rispetto per l’ambiente. La vera e sola priorità oggi è che l’Unione Europea sia un attore nel quadro internazionale e si faccia portavoce di pace.
In difesa di valori e di princìpi sanciti nei Trattati UE e nella nostra Costituzione, riteniamo urgente che si metta fine alla furia bellicista, alla corsa al riarmo, alla propaganda in favore di un’economia di guerra, fatta di enormi sacrifici prima di tutto delle persone più deboli e più disagiate.
Il futuro dei cittadini europei dipenderà dalle scelte che faranno, a cominciare dal rinnovo dei rappresentanti al Parlamento Europeo, e conseguentemente al rinnovo della Commissione e del Presidente del Consiglio Europeo. Siamo tutti chiamati ad un’assunzione di responsabilità che raramente si è manifestata in maniera così evidente, in tutta la sua gravità.
L’ANPI è da sempre legata all’idea che fu di Altiero Spinelli e del gruppo di antifascisti che nel 1941, a Ventotene, sognarono un’Europa libera dai nazionalismi e dalle dittature nazi-fasciste, costruita su solide basi fondate sulla pace, sulla democrazia, sul progresso sociale ed economico. Il contrasto all’ondata crescente dei partiti di estrema destra, neofascisti e neonazisti in tutta Europa si costruisce con l’ascolto di chi è disagiato, con la rappresentanza di chi non ha voce, con la partecipazione democratica di chi non vede riconosciuti i propri diritti. Solo così si potrà contrastare la profondissima crisi delle istituzioni democratiche che si manifesta nella crescente distanza fra rappresentanti e rappresentati e diffonde disincanto, sfiducia e incertezza sul futuro.
L’affermazione dello stato di diritto e le profonde riforme necessarie per superare la crisi strutturale delle istituzioni EU, a cominciare dall’attribuzione di poteri effettivi al Parlamento europeo, unica istituzione eletta dai cittadini dell’Unione, devono essere considerate una questione prioritaria della prossima legislatura europea. Così come previsto nel Trattato sull’Unione Europea, chiediamo che sia alta la vigilanza sulle violazioni possibili, da parte degli Stati membri, del rispetto della libertà, della dignità umana, e dei diritti fondamentali, incluso il diritto ad esprimere le proprie idee e la libertà di stampa, nel pieno rispetto del principio giuridico fondamentale della separazione dei poteri. Libertà, sicurezza e giustizia sono garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
Politiche finalizzate alla giustizia economica e sociale devono essere urgentemente rilanciate, condivise e adottate in tutta l’Unione Europea. La lotta alle diseguaglianze implica forti iniziative di contrasto allo strapotere del capitale finanziario e delle multinazionali e misure a sostegno del buon lavoro, della lotta alla precarietà, della formazione professionale. Il programma di difesa della conservazione dei posti di lavoro nel periodo della pandemia è stato un segnale delle potenzialità che l’UE può esprimere in materia di politiche sociali.
Gli obiettivi dello sviluppo sostenibile elaborati a più riprese dalle Nazioni Unite sono stati fatti propri dalla UE con le linee programmatiche identificate nel Patto Verde (Green Deal). Sull’altare del negazionismo si stanno vanificando piani e programmi che miravano a limitare lo stato di grave degrado di cui soffre non solo il nostro continente, ma il mondo intero. Chiediamo che le istituzioni europee si occupino di informare adeguatamente l’opinione pubblica, coinvolgendo le istituzioni a tutti i livelli, nazionale, regionale e territoriale, finanziando programmi per la transizione energetica, industriale, climatica.
L’Europa della solidarietà è l’Europa dell’accoglienza, dell’inclusione e del sostegno sociale ed economico. Rifiutiamo i muri e le fortezze, rigettiamo strategie politiche che rincorrono accordi bilaterali con Paesi terzi, che trasformano gli esseri umani in oggetti da svendere e che richiamano le più buie pagine di un periodo coloniale che credevamo chiuso per sempre. Evidentemente non è così. Il rispetto dei diritti umani fondamentali è l’ossatura della normativa europea; chiediamo per questo alle future istituzioni ed in particolare al Parlamento europeo di non tradire tali valori e principi fondamentali.
Occorre rilanciare con chiarezza l’antifascismo e l’antinazismo come principi fondamentali su cui si è storicamente fondata l’idea stessa dell’unità europea, principi che oggi sono messi in discussione da un’offensiva revisionistica senza precedenti e da un’allarmante ondata di razzismo e di xenofobia.
L’ANPI, insieme alle associazioni democratiche ed antifasciste, guarda ancora con fiducia al progetto, largamente incompiuto, di costruzione dell’Unione Europea. Le crisi internazionali hanno evidenziato la fragilità e l’inadeguatezza del sistema economico sociale alla base dell’UE, che deve essere riformato profondamente. Noi faremo la nostra parte, costruendo un rapporto continuo con il Parlamento europeo, a sostegno incrollabile delle idee di pace, democrazia, libertà, eguaglianza, solidarietà.
Alle prossime elezioni europee ogni voto è fondamentale per difendere ed espandere la democrazia e la partecipazione, per fermare l’ondata nazionalista, neofascista e neonazista, per un’Unione Europea portatrice di coesistenza pacifica, aperta al mondo, amica dei popoli, accogliente, per contrastare razzismo, xenofobia, autoritarismo e ogni forma di discriminazione, per il lavoro dignitoso, per sostenere i più disagiati, per combattere le crescenti diseguaglianze sociali, per il rigoroso rispetto dello stato di diritto, per difendere ovunque libertà, diritti e giustizia.
Votare è essenziale per l’Europa che vogliamo.