[tra proteste e proposte] Politica agricola comunitaria Dieci proposte Uncem per la nuova PAC
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La protesta degli agricoltori dei primi giorni di febbraio 2024, in molti Stati UE tra i quali l’Italia, è certamente rilevante e mai deve tradursi in scontro, provocazione, assenza di dialogo con le Istituzioni. Ci perderebbero tutti. In primis chi scende in strada e in piazza. Ci perderebbero le Istituzioni.
Questa ultima pagina Uncem la scrive il 6 febbraio 2024, in mezzo alle mobilitazioni. Tutto il restante documento risale a un anno e mezzo fa, come detto. Eppure è attualissimo. Perché non basta mettere soldi in più per l’agricoltura, tantomeno dire che è colpa dell’UE, di Bruxelles, delle politiche europee.
Oppure, si può fare, ma poi occorre fare proposte operative per intervenire. Leggendo la Dichiarazione di Cork 2.0, del 2016, scopriamo tutti i punti chiave per trasformare il rurale in Europa. Poco si è fatto. E invece da lì si può ripartire.
Il Green New Deal non può essere burocrazia e iniziative con cento indicatori che complicano la vita a grandi e piccole imprese. Il Green New Deal è prima di tutto Comunità vive. Persone e imprese che insieme vivono e tengono in vita un territorio riconoscendosi in una dinamica comune e nella reciprocità.
Per questo Uncem ha sempre sostenuto che la via d’uscita per le crisi - in particolare ambientale, energetica, climatica, demografica, economiche, sociali - è nelle Green Communities. Che hanno anche nell’agricoltura e nelle aziende agricole un punto fermo per la trasformazione dei territori. Con le comunità coinvolte. Non solo spesa pubblica.
Vogliamo credere che in mezzo alle proteste, la forza delle comunità che scelgono un altro patto tra produttore e consumatore - tra chi produce e chi consuma le risorse naturali, ma anche i l’agroalimentare che cresce con la nostra agricoltura - è possibile.
È in fondo un pezzo del patto tra territori, città e rurale, montagna e zone più urbanizzate e densamente popolate che si sostanzia in scelte vere che cambiano paradigmi economici consolidati.
Il “compra in valle”, la scelta di rafforzare le filiere territoriali, anche del legno, la voglia di accorciare scambi e togliere di mezzo intermediari, vanno in questa direzione di sostenibilità, di nuovo paradigma culturale, innovativo, sostenibile. Le proteste impongono di guardare al futuro e non al passato.