Ai Sindaci e agli Amministratori dei Comuni della Provincia di Ravenna
Ai mezzi di informazione
Il prossimo 22 luglio, i Sindaci della provincia di Ravenna, dovrebbero esprimersi, senza l'obbligo di coinvolgere i Consigli Comunali, sulle modalità di raccolta dei rifiuti, per la gara europea di affidamento del servizio, secondo le tre modalità di raccolta indicate dalla bozza di piano dell'ATERSIR (Agenzia Territoriale dell'Emilia Romagna per i Servizi Idrici e Rifiuti) di Ravenna:
1. porta a porta completo (tutte le frazioni) 2. stradale con calotta sull'indifferenziata, campane sulla differenziata; 3. misto (porta a porta per indifferenziato e umido, stradale per le altre frazioni).
In vista di tale decisione, come gruppo di Associazioni e Comitati ambientalisti di vari Comuni della Provincia, avanziamo alcune riflessioni e richieste, rivolte innanzitutto ai Sindaci e agli Amministratori, ma anche a tutte le organizzazioni sociali, sindacali, alle forze politiche e a tutti i cittadini.
Noi pensiamo che una corretta gestione dei rifiuti debba ispirarsi alla strategia verso "Rifiuti zero", ossia massimo impegno per Ridurli (cominciando a produrne meno alle fonti), poi raccoglierli in modo differenziato per Riutilizzarli e infine per Riciclarli, ottenendo un residuo di rifiuto minimo, da smaltire - con l'esclusione della combustione - con impatti ambientali minimi.
La recente proposta di Legge della Giunta Regionale, che dovrebbe essere discussa già prima di agosto, va in questa direzione: nuove tariffe calcolate sui rifiuti prodotti (“tariffa puntuale”) invece che sui metri quadri; premi ai Comuni virtuosi che minimizzano i rifiuti da smaltire; obiettivi di raccolta differenziata entro il 2020 al 73% (ora è al 58,2%), di riciclaggio dei rifiuti al 70% (è al 51%) e riduzione del 25% della produzione di rifiuti procapite.
Naturalmente, per raggiungere questi obiettivi, oltre che l'approvazione delle norme regionali, serve l'impegno dei Comuni, con scelte coerenti; un coinvolgimento dei cittadini; ma anche un cambio di atteggiamento da parte delle multiutility che gestiscono il ciclo dei rifiuti.
Nella nostra realtà provinciale e regionale questa strategia fatica ad avanzare, soprattutto perchè spesso l'azienda che raccoglie i rifiuti è la stessa che li smaltisce; in questo conflitto di interesse, tali aziende, a partire da Hera, esercitano pressioni per mantenere il loro ciclo produttivo fondato sullo smaltimento operato, principalmente, attraverso gli inceneritori.
La stessa ATERSIR subisce questa pressione, pur essendo una Agenzia regionale a cui partecipano gli Enti Locali della regione, che dovrebbe avere un ruolo terzo, vigilando sull'organizzazione dei servizi, sugli investimenti, sulle tariffe, da ultimo, si è associata a Federutility, l'Associazione delle imprese multiservizi che aderisce a Confindustria.
Probabilmente, è questa la ragione per la quale il piano ATERSIR di Ravenna parte da presupposti, che noi contestiamo, che porta ad affermare che la raccolta porta a porta avrebbe costi più alti.
Per smontare questo luogo comune, l'Ecoistituto di Faenza, ha predisposto uno studio sui dati statistici dei sistemi di raccolta di tutti i comuni della regione (allegato) che dimostra come l’unico sistema che permette di raggiungere gli obiettivi di legge e di piano, sia la raccolta porta a porta con tariffa puntuale, e che i comuni che hanno adottato tale sistema hanno già un costo ad abitante inferiore a quei comuni che continuano con la raccolta stradale.
Noi sosteniamo questi orientamenti e chiediamo a tutte le associazioni, comitati, organizzazioni sociali e politiche, che li condividono, di fare tutte le necessarie pressioni sugli Amministratori locali della provincia, prima che arrivino ad una decisione, finalizzata ad una gara europea che bloccherebbe per 15 anni il sistema di servizio svolto.
Decisione, che potrebbe anche essere spostata più avanti, anche per rivedere i piani finora formulati da ATERSIR, piani che non tengono minimamente in considerazione i nuovi criteri e i nuovi obiettivi stabiliti dalla legge regionale in approvazione.
Nel caso in cui si volesse andare subito a gara, e non - come sarebbe preferibile - ad affidamento diretto ad una propria società interamente pubblica, come fatto dal Comune di Forlì, riteniamo che invece di una scelta unica per tutti i Comuni, il bando di gara possa prevedere la richiesta di offerta per tutte e tre le tipologie, riservandosi quindi di decidere dopo, anche sulla base delle offerte effettive.
Provincia di Ravenna, 18 luglio 2015
Gruppo Acquisto Solidale di Faenza; CIF Comitato contro gli Inceneritori Faenza; Comitato Acqua Bene Comune Faenza e comprensorio; Comitato ambiente e paesaggio di Castel Bolognese; Comitato Brisighella Bene Comune; Comitato Debito pubblico: decido anch'io; Circolo Legambiente “Lamone” di Faenza; Ecoistituto Ecologia scienza e società Faenza; Fuori dal Coro; Referente Rete rifiuti zero Emilia Romagna; Si rinnovabili No nucleare; Comitato Acqua Bene Comune Ravenna; Circolo“Bella Ciao”Alfonsine; Casa dei Popoli Lugo; Comitato NOMATRIX Conselice; Circolo “Matelda”Legambiente Ravenna; Associazione WWF Ravenna.