L’ennesima morte annunciata sui binari. E sempre in appalto. Un dipendente della Salcef travolto da un treno mentre lavorava a San Giorgio di Piano, sulla linea Bologna-Venezia. Davanti al caos nel trasporto su rotaia il governo spinge per privatizzare Fs e Rfi
Investimento. Attilio Franzini, tecnico specializzato della Salcef, è morto mentre lavorava nei pressi della stazione di San Giorgio di Piano
Fermo immagine di un video della polizia dopo l’incidente di San Giorgio di Piano (Bologna)
«Circolazione ferroviaria tornata regolare dopo l’investimento di una persona da parte di un treno». L’azienda pubblica Rete ferroviaria italiana non si è degnata nemmeno di segnalare che la “persona” lavorava per loro. Era un operaio in appalto addetto alla manutenzione, travolto da un Intercity alle quattro e mezzo del mattino mentre la sua squadra era impegnata a San Giorgio di Piano, nel bolognese, sulla linea Bologna-Venezia. Attilio Franzini aveva 47 anni, abitava a Formia ed era un tecnico specializzato della Salcef, impresa da duemila dipendenti e storica appaltatrice delle Ferrovie dello Stato.
«PER CAUSE ancora da accertare – fa sapere il gruppo Fs – al momento dell’investimento il tecnico si sarebbe spostato al di fuori dell’area interessata dalle lavorazioni». Insomma è stata colpa sua, non di un sistema fatto di appalti su appalti – ben il 90% nelle manutenzioni straordinarie – che fa aumentare di parecchio la possibilità di una tragedia, in un lavoro con un alto tasso di rischio come quello che si svolge sui binari, mentre la circolazione ferroviaria va avanti.
A POCO PIÙ di un anno dalla strage di Brandizzo, dove a morire furono cinque operai, e dopo tante di quelle parole sulla necessità di maggior sicurezza da riempire un libro, siamo allo stesso, identico punto. «Il sistema degli appalti uccide – denuncia una volta ancora la Cgil con Francesca Re David – si continua a parlare di salute e sicurezza, di patente a crediti, di cose che sono prive di senso se comunque le lavoratrici e i lavoratori devono lavorare il più in fretta possibile, al più basso costo possibile. È un sistema che va cambiato e pensiamo che le grandi aziende, le aziende partecipate, siano le prime ad avere la responsabilità di quello che succede, perché hanno tutti gli strumenti per garantire la sicurezza».
La segretaria confederale della Cgil anticipa che la Confederazione non mancherà all’inevitabile processo: «Sicuramente ci mobiliteremo e come sempre ci costituiremo parte civile. Perché è necessario dire un basta vero, non un basta di circostanza». «Nel giro ipocrita delle responsabilità – osserva a sua volta la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese – a restare col cerino in mano sono sempre i più deboli, i meno tutelati, l’ultimo anello della catena». In queste condizioni, chiude Veronese, «non è normale non avere un confronto aperto con palazzo Chigi e nemmeno con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. La latitanza di questo governo sul tema è inaccettabile».
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Il primo e l’ultimo della catenaAveva un contratto da metalmeccanico Franzini, e la Fiom ha indetto per oggi quattro ore di sciopero alla Salcef «pur non essendo l’azienda sindacalizzata», puntualizzano
Silvia Simoncini e Samuele Lodi. Lo sciopero sarà articolato a livello territoriale e delle singole unità produttive. In parallelo la procura di Bologna ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, con le indagini affidate alla Polizia ferroviaria e ai tecnici dell’Ausl del capoluogo emiliano. «L’obiettivo è capire se qualcosa non abbia funzionato nei sistemi di sicurezza e nelle comunicazioni, o se possa esserci stato qualche tipo di errore». «Probabilmente c’è stato un cortocircuito nell’area cantiere, questo sarà la magistratura a chiarirlo», ipotizza l’avvocato Giovanni Valerio che ha preso la difesa della famiglia di Attilio Franzini.
NELLA GIUNGLA degli appalti di Fs sono impiegati anche operai con il contratto dell’edilizia, oltre a quelli dei trasporti. Ma il tavolo di confronto con Rfi aperto dopo la strage di Brandizzo – denuncia la Fillea – è stato interrotto proprio per la mancata volontà di accettare le nostre richieste». Cioè limitare i sub appalti, qualificare davvero gli operatori economici, e rivedere i tempi di intervento, «perché i lavoratori che sono impiegati nelle manutenzioni fanno turni massacranti».
«C’È BISOGNO di un’inversione di tendenza – dicono a una voce i sindacati confederali dei trasporti e l’Orsa – riportare le lavorazioni pregiate all’interno di Fs e non privatizzare parte di alcune aziende del gruppo, assumere più personale, aumentare la formazione, aumentare i livelli di sicurezza nei cantieri attraverso il rispetto delle procedure e maggiori controlli». Proprio per lunedì la Filt Cgil e gli altri sindacati della categoria hanno in programma un incontro con Rfi. «Chiederemo anche un confronto con l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) – aggiungono – per una verifica sullo stato dell’arte degli incidenti ferroviari e le conseguenti azioni che il sindacato potrà svolgere»