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Venezia 81. «Gran finale» a sorpresa del neo presidente Buttafuoco: una celebrazione governativa con citazioni latine. «La stanza accanto» di Almodóvar è il miglior film, leone d’argento a «Vermiglio» di Maura Delpero. Migliore attrice Nicole Kidman, miglior attore Vincent Lindon, miglior regia Brady Corbet. L’intervento di Moretti: «Dovremmo essere più reattivi contro questa legge cinema»

Pedro Almòdovar con il Leone d'Oro Pedro Almodóvar riceve il Leone d'Oro - Ap

Ha vinto Pedro Almodóvar col cinema fuori dal tempo del suo The Room Next Door, melodramma di cromatismi tra vita e morte che sceglie la vita, accetta la morte e non si perde mai dentro le sue emozioni.

Ma la liturgia (abbastanza letale) di quella che è stata la cerimonia di premiazione che ha chiuso questa Venezia 81, coi sui ringraziamenti, sorrisi, pianti, balbettii, sussurri nel microfono per mamma&papà è stata cancellata dal «gran finale» a sorpresa di Pietrangelo Buttafuoco, il neo-presidente che in un impeto oratorio ha monopolizzato l’elegante platea della Sala Grande con un intervento lunghissimo – cosa insolita, a dire il vero mai vista nelle Mostre del passato e neppure nei festival nel mondo.

E fra la celebrazione dei successi dell’edizione appena terminata e le citazioni dei classici latini ha tessuto una bella ode al governo che in questi giorni in ciò che concerne la «cultura» è apparso assai in difficoltà.

Ci aveva provato Nanni Moretti prendendo il Leone d’oro per il restauro di Ecce Bombo a mettere al centro le crisi e le questioni che il cinema nazionale dovrà affrontare: «Dovremmo essere più reattivi contro questa legge cinema». La stessa presentata trionfalmente – fra innumerevoli ma silenti scontenti – qui al Lido.

Però il doppio premio ai film italiani, coincidenza davvero unica dopo anni – al giovane interprete di Familia di Francesco Costabile e soprattutto il Gran premio della Giuria a Maura Delpero per Vermiglio, una storia contadina formato presepio che mette al centro le donne come madri, perché in fondo è questa la loro ricchezza e resistenza – non fa che oscurare ancora di più le questioni a venire nel trionfo celebrativo del festival quale «vetrina unica per ribadire prodotti e artisti del cinema italiano» come si legge nel comunicato del sottogretario alla cultura Borgonzoni, e delle politiche cinematografiche governative. Tutto si tiene, appunto.

E IL PALMARÉS? Già il palmarès. Esclusa dunque la grazia di un grande maestro, quale è Almodóvar , che coniuga con sapienza il tema (l’eutanasia) e il cinema, e la sorpresa della giovane regista georgiana Dea Kulumbegashvili col suo April – premio speciale della giuria – che declina questo sì con pudore il femminile nel suo conflitto – a proposito: su cinque registe donne in gara tre hanno avuto il premio, includendo Halina Reijn e il suo Babygirl Coppa Volpi a Nicole Kidman – a dissolvere le critiche di un eccesso maschile della Mostra di Alberto Barbera – non poteva esserci spazio in questi premi per un film libero e rivoluzionario come è Queer di Luca Guadagnino, il grande sconfitto di questa Mostra a cui azzardo e rischi sono mancati.

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(delusione Huppert). Pensiamo alla Coppa Volpi a Vincent Lindon, attore meraviglioso, ma che certo in questo Jouer le feu di Muriel e Delphine Coulin non aggiunge nulla.

E così la conferma di The Brutalist di Corbet, che si aspettava di più, almeno a giudicare dall’aria arrabbiata con cui è salito sul palco, ma nonostante quel suo autoritarsimo ha pur sempre un’idea di cinema.
Per ora tutti felici, dunque, nei soliti malcontenti. Da domani si ricomincia e forse faremo bene a ascoltare Moretti, sul cinema – e non solo – e a accogliere il suo invito alla reattività.

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Ecco i premi principali di Venezia 81.

  • Miglior film: «The Room Next Door» di Pedro Almodóvar;
  • Leone D’Argento Gran Premio della Giuria: «Vermiglio» di Maura Delpero;
  • Leone D’Argento Miglior Regia: «The Brutalist» di Brady Corbet;
  • Premio speciale della giuria: «April» di Dea Kulumbegashvili;
  • migliore sceneggiatura: Murilo Hauser, Heitor Lorega per il film «Ainda Estou Aqui»;
  • Coppa Volpi per miglior attrice: Nicole Kidman per «Babygirl»;
  • Coppa Volpi per miglior attore: Vincent Lindon per il film «Jouer avec le feu (The Quiet Son)»;
  • Miglior attore/attrice emergente (Premio Mastroianni): Paul Kircher per il film «Leurs enfants après eux».

I vincitori della sezione Orizzonti

  • Miglior film: «The New Year that Never Came» di Bogdan Muresanu;
  • miglior regia: Sarah Friedland per il film «Familiar Touch»;
  • miglior attore: Francesco Gheghi per il film «Familia»