Almeno una decina di magistrati della Procura di Ravenna, compreso il Procuratore della Repubblica, Daniele Barberini, stanno partecipando da questa mattina alle 9 all’iniziativa voluta dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) per la giornata di oggi, giovedì 27 febbraio.
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Non un vero e proprio sciopero, ma comunque una giornata di astensione dalle consuete attività giudiziarie per i magistrati, che ne hanno però approfittato per aprire le porte di uno dei palazzi meno consueti della città per i comuni cittadini. Quello di giustizia per l’appunto, dove per entrare servono rigidi controlli e che abitualmente è frequentato solo dagli “addetti ai lavori”.
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Oggi invece, i magistrati si mettono a disposizione dei cittadini, per incontrarli, instaurare un dialogo, parlare di giustizia e dei rischi che potrebbero concretizzarsi con l’eventualità di approvazione della riforma sulla separazione delle carriere.
L’evento andrà avanti per tutta la giornata, e costituisce un’occasione fin qui più unica che rara per avere informazioni di prima mano sul tema. L’argomento è delicato e molto tecnico. Si potrebbe dire, uno di quelli che meno si prestano a suscitare la curiosità della gente. Ma non per questo poco importante, anzi. I temi messi sul banco nella mattinata dai magistrati ravennati hanno a che fare con tutti noi, nel momento in cui dovessimo ritrovarci come parte offesa in un processo, tanto più se dall’altra parte dovesse esserci qualcuno con un ruolo di potere. Avere la garanzia di essere giudicati da un magistrato indipendente, il cui giudizio è legato all’applicazione della legge e non condizionato dalle pressioni che può subire dall’esterno, diventa decisamente rilevante. Ecco che il concetto astratto di “indipendenza della magistratura”, diventa immediatamente concreto.
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E ancora, i magistrati hanno spiegato come il progetto di riforma sulla separazione delle carriere non sia una vera e propria riforma della giustizia, in grado di affrontare i problemi che effettivamente affliggono il sistema italiano, come quello della lunghezza dei processi. Non ci sarebbe nessun effetto in questo senso, ma nella discussione grossolana, spesso i due temi vengono più o meno involontariamente intrecciati, ingenerando confusione.
Per farsi un’idea propria sul tema, basata su fonti autorevoli quali i magistrati stessi, invitiamo caldamente i cittadini ad approfittare dell’evento, ponendo domande o anche semplicemente ascoltando cosa i magistrati hanno da dire.