«La Repubblica riconosce qui le sue radici», dice Mattarella nell’80esimo della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema. Ma il governo è assente, ignora l’invito e piccona la memoria anche nel solenne anniversario
Memoria e resistenza. Ottantesimo anniversario dell’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, il sindaco Verona: «Chi ha ruoli importanti doveva venire»
È un anniversario tondo e quindi importante, l’80esimo dell’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, dove il 12 agosto 1944 furono trucidati dalle SS 560 civili, quasi tutti donne, anziani e anche molti bambini. Ma alle celebrazioni, che si sono svolte per l’intera mattinata di ieri tra le case del borgo sulle alture alle spalle di Pietrasanta, in provincia di Lucca, la chiesa e più in alto l’ossario dove sono state sepolte le vittime, il grande assente era il governo. Non c’era la presidente del Consiglio Meloni, né il resto del governo o sottogoverno. Non c’erano gli esponenti di centrodestra, se non rappresentanti locali come il consigliere regionale FdI, Vittorio Fantozzi, e il sindaco di Lucca Mauro Pardini, che guida una coalizione di centro-destra e quello di Pisa, il leghista Michele Conti.
C’ERANO INVECE, il presidente delle regione Toscana, il Pd Eugenio Giani e il sindaco di Sant’Anna Maurizio Verona, insieme a molti sindaci della regione (circa 200 sui 270 totali), di diverso colore politico tra cui anche quelli del centrodestra. Un motivo che ha permesso al sindaco Verona di non sentirsi solo, dato che al suo fianco c’erano comunque tante fasce tricolori. Ed è stato proprio il primo cittadino a non risparmiare critiche agli assenti, colpevoli di non aver mandato «un bel messaggio» rispetto a chi si impegna per trasferire la memoria alle giovani generazioni. Una memoria, ha ricordato Verona, trasferita dai superstiti – sempre di meno quello rimasti oggi – «con dolore», a costo di riaprire la ferita della loro vita « pur di trasmettere ai giovani un messaggio, ovvero che il fascismo e il nazismo sono stati il male assoluto e che durante le guerre le vittime civili sono all’ordine del giorno». Non a casso, Verona fa sapere di aver condiviso in pieno il messaggio «pieno di significato» del presidente Mattarella «baluardo delle istituzioni del nostro paese».
NELL’OCCASIONE delle celebrazioni, alla presidente del Consiglio è stato rivolto un invito formale da parte del comune toscano teatro dell’eccidio. Lo conferma al
manifesto Michele Morabito, responsabile del parco nazionale della pace, luogo che comprende quello che viene chiamato il Monumento ossario sul Col di Cava, istituito nel 2000 con lo scopo di mantenere viva la memoria storica. «Abbiamo mandato un invito alla presidente Meloni, che però lo ha ignorato» spiega Morabito. Nel governo, solo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che non ha preso parte alle celebrazioni, ha inviato in sua rappresentanza la consigliera Anna Bonsangue, già vicesindaca di Pisa. Si tratta però di un alto funzionario del Mae, non certo di una figura politica.
PROVA A RIFLETTERE sul contesto il presidente dell’Anpi provinciale di Lucca Filippo Antonini. «Il clima il cui si celebra l’anniversario non è positivo», dice al manifesto, «perché sta riprendendo piede l’ostilità nei confronti della lotta partigiana». Antonini si riferisce alle accuse, storicamente insostenibili, per cui la responsabilità dell’azione criminale delle SS, aiutati dai fascisti, fosse stata in qualche modo provocata dalla resistenza. Di questo clima addossa le colpe al «revisionismo storico della destra», di cui cita anche un episodio recente: nel corso della commemorazione di alcuni sacerdoti uccisi in quegli stessi luoghi e in quello stesso periodo, qualcuno ha inserito anche il nome di un collaborazionista della Rsi, che svolgeva anche la funzione di delatore con i nazisti. «La destra vuol far passare il messaggio che i morti dell’una e dell’altra parte sono uguale. Ma la storia ci insegna che così non è».
MA LA FERITA della memoria rimane aperta anche per questioni che dovrebbero essere risolti, a tanti anni di distanza. Ad esempio quello che riguarda i risarcimenti ai familiari delle vittime e ai loro eredi. Su questo è intervenuto ancora una volta il sindaco Verona, quando ha parlato di una situazione «paradossale e vergognosa» che si aggiunge alla vergogna di un oblio di stato sulle stragi nazifasciste, «per decenni chiuse nei faldoni senza che vi fosse verità e giustizia»