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ALLUVIONATI, L’ALLARME DI BONACCINI: “NON CI SONO I SOLDI”. COSÌ IL GOVERNO STA PRENDENDO IN GIRO GLI EMILIANI. A metterlo ancora una volta nero su bianco, dopo l’allarme degli amministratori locali e quello dei comitati che avevano scritto a Mattarella, è stato ieri sera il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Nove miliardi di danni, ci sono circa la metà delle risorse e già questo è un primo problema ma, soprattutto in questo momento, non ci sono le risorse per rimborsare, come il governo ha promesso, il 100% dei danni a cittadini e imprese”.

Il governatore ha spiegato di avere ottimi rapporti col commissario Figliuolo, il quale però, dopo aver indetto la riunione che si terrà tra due giorni, a quel tavolo non si presenterà. L’assenza è stata giustificata in anticipo perché si tratta di un incontro “tecnico”; eppure servirà per elaborare i primi interventi di messa in sicurezza del territorio e un piano generale post-alluvione, come si legge nell’invito ufficiale. Il punto, però, è quello che ha sottolineato Bonaccini: gli stanziamenti. 

Lo ha scritto Marco Palombi nella sua rubrica di qualche giorno fa: il governo e il suo commissario non stanno facendo quel che devono. I soldi non ci sono, non arrivano e quei pochi che arriveranno, chissà quando, non basteranno alla ricostruzione delle opere pubbliche né tanto meno a far ripartire i cittadini.

Sul Fatto di domani faremo il punto della situazione e analizzeremo i conti, che il governo sta facendo però sulla pelle degli alluvionati.

 

MIGRANTI, IL GOVERNATORE ZAIA: “ABBIAMO 9.000 PERSONE, NON C’È PIU SPAZIO”. MA LA LEGA HA LE SUE RESPONSABILITÀ. Il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, rilancia la preoccupazione sulla gestione dell’enorme flusso di migranti, soprattutto nelle regioni del Nord Italia, e le polemiche non arrivano solo dai sindaci del Partito democratico: “Abbiamo quasi 9 mila persone ospitate rispetto a questo flusso migratorio.

Non abbiamo mai rifiutato nessuno, ma siamo preoccupati perché non ci sono più spazi e la situazione rischia di diventare inquietante”. Zaia sostiene che non deve mancare la solidarietà ma “c’è un livello oltre il quale non possiamo garantire dignità. Dobbiamo scongiurare tendopoli e mega assembramenti, tipo Cona”. Per il presidente Zaia l’Europa non è esente da responsabilità: “È totalmente assente in questa partita. Non può essere latitante, bisogna chiedere che scenda in campo. L’Italia non può diventare il ventre molle del continente”.

Di certo la questione è un boomerang per la maggioranza di destra di cui la Lega fa parte. Il governo Meloni in campagna elettorale aveva sbandierato ricette magiche per fermare i flussi, ma i numeri, certificati dal Viminale, parlano chiaro: il 2023 potrebbe essere l’anno dei numeri record, nei primi 7 mesi dell’anno, emerge che gli sbarchi sono stati 89.158, rispetto ai 41.435 nello stesso periodo del 2022. Zaia accusa, eppure la Lega non è esente da responsabilità: sul Fatto di domani leggeremo come proprio il Carroccio negli anni passati abbia avuto un ruolo importante nel cambiamento della gestione dei centri di accoglienza