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Sì al combustibile sintetico (tedesco), no a quello agricolo (italiano). Ma soprattutto un’altra tegola sul no ai motori elettrici dal 2035

Avanti a scoppio,  accordo sull’e-fuel tra Ue e Germania l vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans - Ansa

Il braccio di ferro interno alla Commissione europea sullo stop al 2035 per le auto alimentate da combustibili fossili si è chiuso ieri. «Abbiamo raggiunto un accordo con la Germania sull’uso futuro degli e-fuel nelle automobili» ha annunciato in un tweet il vice presidente della Commissione europea, Frans Timmermans. «Lavoreremo ora per ottenere quanto prima l’adozione delle norme in materia di CO2 per il regolamento sulle autovetture e la Commissione darà seguito rapidamente alle misure giuridiche necessarie per attuare il “considerando 11″», ha spiegando facendo riferimento al paragrafo che prevede una deroga per i carburanti sintetici dallo stop alla vendita delle auto a motori termici dal 2035».

Frans Timmermans

Abbiamo raggiunto un accordo sull’uso degli e-fuel nelle automobili, ora lavoreremo per ottenere quanto prima l’adozione delle norme sulla CO2

Molto più pragmatico è il ministro dei trasporti tedesco, Volker Wissing: «I veicoli dotati di motore a combustione possono essere immatricolati dopo il 2035 se utilizzano solo carburanti neutri in termini di emissioni di CO2». Il suo messaggio evidenzia, tra le righe, il possibile fallimento di una politica estremamente rigorosa e radicale, quella proposta dall’Unione europea che voleva vietare la vendita di tutte le nuove auto con motore a combustione a partire dal 2035. A differenza dell’Italia, con il governo Meloni che ha sempre e a più riprese ribadito il proprio no a ogni opzione volta a ridurre l’impatto della mobilità sulle emissioni, la Germania ha lavorato di cesello, chiedendo un’esenzione per le auto che bruciano e-fuel, sostenendo che tali carburanti possono essere prodotti utilizzando energia rinnovabile e carbonio catturato dall’aria, in modo da non rilasciare ulteriori emissioni nell’atmosfera.

IN BASE ALL’ACCORDO raggiunto, la Commissione designerà prima una nuova categoria di veicoli per le auto che funzionano esclusivamente con carburanti elettronici, quindi presenterà un atto delegato che consentirà a questi veicoli di essere conteggiati ai fini degli obiettivi di CO2 per le auto dell’Ue. È stato anche concordato che la Commissione presenterà una dichiarazione che illustri l’approccio legislativo che consentirà l’immatricolazione di auto esclusivamente a combustibile elettronico dopo il 2035.

Invece di affrontare il problema in modo serio, il nostro Paese attacca ancora l’Europa: «L’accordo tra Germania e Ue sull’uso dei carburanti sintetici, con l’esclusione dei biocarburanti, è semplicemente intollerabile. È un’intesa destinata a danneggiare non solo l’Italia ma tutta l’Europa» ha detto ad esempio il deputato e responsabile del Dipartimento Energia di Forza Italia Luca Squeri, attaccando l’ambientalismo folle della sinistra europea; «È necessario difendere strenuamente il principio della neutralità tecnologica, in base al quale deve essere consentito ridurre le emissioni inquinanti anche con i biocarburanti che, considerando il ciclo di vita, sono più sostenibili dell’elettrico».

PASSA IN SECONDO piano il rischio reale, evidenziato nel commento di Julia Poliscanova, direttore senior per i veicoli e la mobilità elettrica di Transport & Environment: «L’Europa – ha detto – deve fare un passo avanti e dare chiarezza alla sua industria automobilistica che è in corsa con gli Stati uniti e la Cina. I carburanti elettronici sono un diversivo costoso e fortemente inefficiente rispetto alla trasformazione in elettrico che le case automobilistiche europee devono affrontare. Per il bene della credibilità climatica dell’Europa, l’accordo sulle auto a zero emissioni del 2035 deve entrare in vigore senza ulteriori ritardi».

UN DIVERSIVO di fronte all’urgenza di frenare un settore, quello dei trasporti, ormai responsabile secondo l’Agenzia europea per l’ambiente di oltre un quarto delle emissioni totali di gas a effetto serra nell’Ue. «Non è prevista un’inversione di tendenza. Ciò rende il settore dei trasporti un grosso ostacolo alla realizzazione degli obiettivi dell’Ue in materia di protezione del clima. Autovetture, furgoni, camion e autobus producono oltre il 70% delle emissioni di gas a effetto serra generate dai trasporti», sottolinea un documento dell’agenzia.

IL BICCHIERE è però mezzo pieno nel commento di Andrea Boraschi, direttore di Transport & Environment Italia: «L’accordo tra Bruxelles e Berlino ha il merito di porre fine a una fase di stallo che ha rischiato di pregiudicare un lungo lavoro e gli obiettivi europei di difesa del clima. Ora l’Unione deve procedere rapidamente e dare chiarezza alla sua industria automobilistica». Cosa accadrà lo capiremo martedì, quando i ministri dell’energia europei, riuniti in Consiglio, voteranno in via definitiva lo stop alle auto a benzina o diesel dal 2035