(DIRE) Bologna, 28 lug. -
Il 'modello Bologna' non è in crisi. Il campo largo, con dentro il Movimento 5 stelle, costruito attorno alla candidatura di Matteo Lepore, resta un'esperienza da replicare a livello nazionale, nonostante l'addio a Conte di due pezzi da '90' del Movimento bolognese, Massimo Bugani e Marco Piazza, che stanno per approdare armi e bagagli in Articolo 1.
"Abbiamo costruito un programma chiaro, baricentrico a sinistra, capace di dare risposte in termini di giustizia sociale, quel programma è stato premiato e quella maggioranza sta lavorando solidamente insieme", rivendica la vicesindaca di Coalizione civica, Emily Clancy.
"Il movimento 5 stelle continua a far parte di questa coalizione di governo. Le sue istanze sono rappresentate e continuiamo a portarle avanti sul territorio. Il fatto che alcuni esponenti passino ad Articolo 1 non cambia le battaglie che sta portando avanti il Movimento. Lo stesso Articolo 1 chiede l'apertura di un'interlocuzione con Conte e l'apertura del dialogo", ricorda Clancy. "Riteniamo tutti responsabili di un'eventuale mancata interlocuzione, nessun partito di quelli che fanno parte del campo progressista escluso.
La Sinistra, i Verdi, il Pd e le altre forze politiche, tutti saranno colpevoli se non si riesce a costruire una proposta", avverte Clancy. Proposta che viene prima della coalizione, come è stato fatto a Bologna per le scorse amministrative. Si è costruito un programma al quale le diverse forze politiche ha deciso di aderire o meno.
"Non ci interessano veti e contro veti, ma che venga aperta una discussione su che tipo di risposta progressista e di sinistra si vuole dare al Paese, perché senza, la discussione diventa astratta, solo gioco di alleanze", puntualizza il capogruppo di Coalizione civica a Palazzo D'Accursio, Detjon Begaj.(SEGUE)
"Ci troviamo a rispondere a una destra regressiva che rischia di avere i numeri per cambiare la Costituzione da sola, perché negli ultimi anni non è stata messa al centro la costruzione di un'agenda sociale chiara che rispondesse alla crisi sociale, ambientale, economica, pandemica che stiamo vivendo. Chiediamo che venga fatto questo, come è stato fatto a Bologna con un progetto che sta avendo successo", sostiene Clancy.
"Non ci troviamo a discutere di un fronte repubblicano perché la destra avanza. La peggiore destra avanza perché negli ultimi anni non si è riusciti a dare una risposta chiara disegnando un perimetro delle alleanze. C'è bisogno di chiarezza, bisogna costruire le alleanze su base di programma chiaro come è stato fatto a Bologna.
Definito il programma poi vengono candidati adatti a portarlo avanti", prosegue la numero due della giunta Lepore. "Non ci siamo mai sentiti orfani del governo Draghi. Non basta rispondere colpo su colpo a questa destra che ha elementi fascisti reali, bisogna portare avanti politiche diverse dalla destra.
Il modello Bologna deve trovare sbocco a livello nazionale e reddito di cittadinanza va difeso: per questo è un valore l'alleanza con le forze politiche che lo hanno promosso", aggiunge Begaj.
L'agenda di Coalizione civica non cambia: sanità e scuola pubblica ("battaglie che non possono essere portate avanti da chi ha sostenuto riforma Gelmini", punge Clancy), casa, ambiente, lotta al lavoro povero. E diritti. "L'Italia è in ritardo.
Bologna sta provando a fare la differenza, dando segnali che vediamo come bicchiere mezzo pieno", evidenzia la consigliera comunale, presidente della commissione Pari opportunità, Porpora Marcasciano, presente alla conferenza stampa indetta da Coalizione civica insieme alla coordinatrice Marina D'Altri e alla consigliera Simona Larghetti. (Vor/ Dire) 14:49 28-07-22 NN