CRISI UCRAINA. Testata ieri una nuova arma sul Mare di Barents. Al telefono con Macron e Scholz, il capo del Cremlino apre al dialogo. La condizione: via qualche sanzione. Ma la Russia è a caccia di nuovi soldati ed estende il limite d'età per la leva. Intanto a Kiev il governo stringe sugli oppositori, veri e presunti: l’ex capo della Corte costituzionale sulla lista dei ricercati e a Poroshenko notificato il divieto di espatrio
Un edificio di Bakhmut, in Donbass - Ap/Francisco Seco
Gli entusiasti dell’escalation globale oggi hanno un nuovo motivo per gioire. Mentre si attende la conferma ufficiale dell’invio dei sistemi missilistici americani MRLS in Ucraina, Mosca ha lanciato un nuovo tipo di missile ipersonico da crociera dal Mare di Barents, non lontano da Svezia e Finlandia.
Stando a quanto ha dichiarato il ministero della difesa russo, una fregata da guerra ha effettuato ieri un lancio di prova di un missile denominato «Zircon» verso il Mar Bianco. Il monito ai due paesi scandinavi che hanno da poco richiesto l’adesione alla Nato è chiaro.
NON SFUGGE neanche la prova di forza, con tanto di dichiarazioni ufficiali sul «successo» del test, diretta ai Paesi occidentali e, in modo particolare, agli Stati uniti.
Poco dopo, il Potere ha tolto la divisa e mostrato il suo volto buono e rassicurante. E così abbiamo appreso dall’agenzia di stampa russa Interfax che durante una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, Vladimir Putin si è detto pronto a riprendere i colloqui con l’Ucraina e ha ribadito la sua richiesta che l’Occidente elimini le sanzioni per «aumentare le esportazioni di cibo e fertilizzanti».
«Tutto ciò rientra nella tattica russa – ha replicato il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba – che sta bloccando più di 20 milioni di tonnellate di grano nei porti ucraini del Mar Nero per ricattare l’Occidente e indurlo ad alleggerire le sanzioni».
Del resto, quella diplomatica non è stata l’unica mossa del presidente russo ieri. Con un decreto-legge entrato in vigore da subito, il capo del Cremlino ha esteso il limite d’età per entrare nell’esercito da 40 a 50 anni.
QUESTA MOSSA, insieme alle voci costanti sulla riforma della leva, al richiamo dei riservisti e al dislocamento di diversi battaglioni dalle regioni periferiche dello stato, farebbe pensare che in realtà anche il colosso russo inizia a temere di non avere abbastanza soldati per mantenere una macchina bellica così dispendiosa.
Anche Dmitry Medvedev, delfino di Putin ed ex presidente russo, ha segnato a suo modo la giornata chiedendo di intensificare la repressione contro i cosiddetti «agenti stranieri». In questa categoria rientrano quasi tutti gli individui o i gruppi che ricevono fondi dall’estero. Tale provvedimento, utilizzato in molti altri stati, è considerato da molti uno strumento del governo per reprimere il dissenso.
Inoltre, mentre continua l’avanzata militare in Donbass, nei territori ucraini occupati dalle forze russe si iniziano a notare le prime misure orientate a quella che da molti viene definita come «annessione di fatto».
Dopo l’introduzione di una procedura semplificata per l’ottenimento del passaporto russo, l’agenzia Ria Novosti ha riferito, citando le amministrazioni militari occupanti, che un nuovo operatore di telefonia mobile ha iniziato a lavorare nei territori delle regioni di Kherson e Zaporizhzhia introducendo il prefisso telefonico russo +7.
SE LA TENUTA di Kherson si sta ormai delineando come un obiettivo di lungo termine di Mosca, anche nell’oblast di Zaporizhzhia ultimamente abbiamo assistito a un’accelerazione significativa in questo senso. Due giorni fa l’amministrazione militare ucraina della regione ha riferito che un convoglio russo di attrezzature militari e carri armati al seguito è stato avvistato mentre passava per Melitopol.
Le forze russe starebbero inoltre costruendo una «terza linea di difesa», dislocando rinforzi per consolidare le proprie posizioni nell’Ucraina meridionale.
Dal lato ucraino, al di là dello sforzo bellico, il governo di Kiev si sta adoperando senza sosta per mantenere compatto il proprio fronte interno, reprimendo eventuali oppositori (o presunti tali).
Il 27 maggio la procura generale di Kiev ha dichiarato «ricercato» l’ex-capo della Corte costituzionale ucraina, reo di aver (presumibilmente) lasciato illegalmente il Paese il 17 marzo alla volta dell’Austria, dove attualmente risiederebbe. Secondo la legge marziale, agli uomini ucraini di età compresa tra i 18 e i 60 anni è vietato lasciare il Paese e Tupytsky ne ha 59.
Ma bisogna anche citare il fatto che l’ex giudice, nominato da Yanukovich, era inviso a Zelensky che a fine marzo 2021 l’aveva destituito dall’incarico accusandolo di minare gli sforzi del governo per combattere la corruzione. All’ex presidente ucraino Petro Poroschenko, non è andata molto meglio.
POROSHENKO si stava recando a Vilnius per partecipare all’Assemblea parlamentare della Nato e Ruslan Stefanchuk, presidente del parlamento ucraino, lo aveva autorizzato a parteciparvi. Giunto alla frontiera, tuttavia, l’ex capo di stato si è visto rifiutare il permesso dalla polizia, ufficialmente a causa della sua età, 56 anni.
Fino a poco tempo fa Poroshenko era soggetto a restrizioni di viaggio in quanto sospettato in un caso di tradimento. Il suo nome era stato fatto persino dall’oligarca filo-russo Medvedchuk durante un interrogatorio, il che ne aveva seriamente aggravato la posizione agli occhi del paese.
Poroshenko, tuttavia, ritiene che sia il caso penale che l’effettivo divieto di lasciare l’Ucraina siano una vendetta politica del presidente Volodymyr Zelensky.