La risoluzione dalla Commissione Ambiente di Palazzo Madama sulla Legge europea sul clima.
Adeguare in fretta il Pniec ai nuovi obiettivi europei, velocizzare gli iter autorizzativi per le rinnovabili, ridurre il ruolo del gas nel nostro sistema energetico, rivedere il capacity market e puntare di più sullo storage.
Riprende molte istanze del mondo dell’energia pulita, la risoluzione sulla Legge europea sul clima approvata mercoledì dalla commissione Ambiente del Senato (documento in basso).
La premessa è quella dell’obiettivo della neutralità climatica dell’Unione europea per il 2050 e del target 2030 che il Consiglio europeo ha approvato: tagliare i gas serra di almeno il 55 per cento rispetto ai livelli del 1990.
“A fronte dei nuovi obiettivi per il clima, il Governo è chiamato ad adeguare in tempi brevi il Pniec, alzando in maniera coerente con l’Ue gli obiettivi di abbattimento previsti, portandoli dall’attuale 38 per cento ad almeno il 55 per cento”, si legge nella risoluzione.
Tra le molte azioni che la Commissione ambiente del Senato suggerisce, come detto, c’è un’accelerazione sulle Fer: si impegna il Governo a “una semplificazione degli iter autorizzativi sia per la realizzazione di nuovi impianti sia per il revamping degli impianti esistenti, ad accelerare l’individuazione delle aree idonee per realizzarli e promuovere il ruolo dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche”.
Obsoleto, per i senatori, il Piano nazionale energia e clima lo è anche sul fatto che “si ripropone di compensare la graduale cessazione della produzione elettrica con carbone (…) attraverso la sostituzione di centrali ed impianti prevalentemente alimentati a gas naturale, e coerentemente con questa strategia [il Pniec] ha incentrato il capacity market sbilanciato sul gas naturale.”
Tale prospettiva, si legge nella risoluzione, “appare superata dalle decisioni europee, sia in relazione al percorso di avvicinamento alla neutralità climatica al 2050 che ai piani di ripresa economica contemplati nel Next Generation EU”.
Tra gli impegni che l’ottava commissione di Palazzo Madama chiede al Governo c’è infatti quello a “diminuire il ruolo del gas nella produzione di energia, aumentando al contempo la capacità degli accumuli e favorendo la penetrazione massiccia delle fonti rinnovabili, anche attraverso l’autoproduzione e le comunità energetiche”. Impegno che si abbina a quello di “valutare l’opportunità di ridefinire l’attuale capacity market rispetto ai nuovi obiettivi” e a quello di “investire massicciamente” sull’idrogeno verde, come previsto dal relativo piano europeo.
Tra le altre cose, sul fronte mobilità, la risoluzione chiede di “definire una data per la cessazione della circolazione delle auto a combustione”.
Sul fronte sussidi, si chiede infine una “trasformazione dei contributi da sussidi ambientalmente dannosi (SAD) a incentivi “verdi” (SAF) in ogni ambito di riferimento”. La proposta è prevedere incentivi per aziende che decidono di misurare e certificare la propria carbon footprint e ridurre almeno del 30 per cento.