Legge elettorale. Il presidente della prima commissione del senato Dario Parrini (Pd): «Il pluralismo partitico si è rivelato più resistente del previsto. Il maggioritario in Italia negli ultimi dieci anni è stato una preso in giro, oggi richiederebbe riforme costituzionali che non sono all'ordine del giorno»
Operazioni di voto © Sabbadini
Dario Parrini, senatore toscano del Pd e presidente della commissione affari costituzionali, è grande esperto della materia elettorale e come tale in passato ha dato un contributo decisivo all’approvazione di due leggi a effetto maggioritario, il mai applicato Italicum e l’attuale Rosatellum. Oggi ha maturato una riflessione – «anche autocritica», dice lui – e sostiene la necessità di una legge elettorale proporzionale con sbarramento, simile cioè a quella prevista nel testo base che la camera aspetta da molti mesi di esaminare. «Negli ultimi dieci anni – spiega Parrini – il maggioritario è stato adulterato dalla contrapposizione tra coalizioni civetta utili per vincere un premio in seggi ma incapaci di governare. È stato una presa in giro degli elettori».
Il fallimento del maggioritario è davvero un fenomeno degli ultimi dieci anni? O non
Leggi tutto: «Proporzionale senza premio, basta con le coalizioni imbroglio» - di Dario Parrini
Commenta (0 Commenti)La camera durante il giuramento di Sergio Mattarella © LaPresse
Quando Sergio Mattarella, nel discorso davanti alle Camere riunite, pronuncia il nome di Lorenzo Parrelli – il ragazzo morto sul lavoro, perché anziché essere a scuola era in fabbrica – le sue parole giungono alla fine di una lunga, insistita ostinata declinazione di cosa significhi “dignità”.
Riferita in particolare a chi, come i giovani, ne sono brutalmente, ferocemente privati perché «malpagati e relegati nelle periferie esistenziali». Dignità e poi diritti: delle donne, degli anziani, dei disabili, dei carcerati, delle vittime della mafia e della criminalità. Il mondo infernale dei più deboli.
Dignità, diritti e, su tutto, le disuguaglianze che, secondo Mattarella non sono un prezzo necessario da pagare
Leggi tutto: Da Mattarella un appello alla politica e al paese - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)Quirinale. “Se fossero stati gli italiani ad eleggere il PdR” si legge in un tweet di Giorgia Meloni “lo avrebbero fatto in un giorno”. Bizzarra argomentazione a favore di una repubblica presidenziale. Ma anche falsa
Quirinale © Ansa
Il faticoso travaglio che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella al Quirinale ha dato nuovo impulso alla proposta di elezione diretta del presidente della Repubblica, che fin dall’immediato dopoguerra venne avanzata dall’ex capogabinetto del MinCulPop di Salò, Giorgio Almirante, frattanto divenuto segretario del Movimento Sociale Italiano, erede diretto del Partito Nazionale Fascista.
Non sorprende, dunque, che a riportare in auge questa proposta
Leggi tutto: Le false ragioni per l’elezione diretta del Capo dello Stato - di Pino Ippolito Armino
Commenta (0 Commenti)Quirimane. Lo sappiamo, la sinistra politica non c’è, va ricostruita dalle fondamenta. Ma l’allargamento e il consolidamento dell’area democratica restano obiettivi ineludibili. Per il momento ci godiamo l’applauso e la standing ovation del Parlamento nei confronti di Sergio Mattarella, un lungo applauso liberatorio quando i numeri hanno raggiunto il quorum elettorale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e il Presidente della Camera Roberto Fico, in occasione della comunicazione dell'esito della votazione per l'elezione del Presidente della Repubblica © LaPresse
Nella campagna quirinalizia che, nel gennaio del 2015, portò all’elezione di Sergio Mattarella, eravamo stati bombardati dalla retorica sulla necessità di eleggere un Capo dello Stato di levatura internazionale, di grandi relazioni nel mondo dell’economia e della finanza (era l’identikit in cui si poteva riconoscere Amato). Dopo sette lunghi anni, gli ultimi due segnati dalla tragedia della Pandemia e da 145mila morti, puntualmente, come un mantra, abbiamo assistito alla replica della medesima narrazione per spingere Mario Draghi sull’alto Colle. Ma poi le fitte schiere draghiane, di destra e di sinistra, a poche ore dall’accordo sulla rielezione di Mattarella, si sono dissolte nella fitta nebbia del politichese.
Leggi tutto: Mattarella e lo schiaffo ai partiti - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)il proscenio restaurato
L’architetto Giorgio Guadini e l’architetto Marco Tassinari non seguono più i lavori per il recupero dell’Arena Borghesi. I due progettisti da mesi sono usciti dal progetto per differenza di vedute nella ristrutturazione dell’ex officina e nell’ampliamento del supermercato. La notizia da tempo circolava, ma non era mai stata ufficialmente comunicata. Gli stessi cartelli sul cantiere avevano già cambiato il nome indicato nella direzione dei lavori. Oggi sono stati i due stessi architetti a sottolineare come il divorzio si sia consumato il 20 ottobre scorso:
“Abbiamo rinunciato all’incarico di progettazione e direzione dei lavori a noi assegnato da CIA-CONAD. A quella data era stato quasi ultimato il restauro del proscenio che ha visto riaffiorare le iscrizioni e i dipinti eseguiti nel 1927. Causa l’emergere di diversità di vedute su possibili varianti alla ristrutturazione dell’ex officina e del supermercato non ce la siamo sentita di proseguire la prestazione professionale” spiegano i due architetti. “Si è così giunti alla firma di una ‘Risoluzione consensuale del contratto’. Il passaggio delle consegne ai subentranti tecnici dello Studio Andrini di Faenza è avvenuto il 28 ottobre 2021. Da questa data ogni eventuale variazione apportata all’originario progetto non è più di nostra competenza”.
Interventi. Parallelamente al riconoscimento dell’unicità della Shoah cresce l’attenzione verso altri genocidi e altre memorie bussano legittimamente alla porta
Moni Ovadia
Alcuni anni or sono, ebbi la preziosa occasione di incontrare la grande testimone del genocidio ruandese dei Tutsi, Yolande Mukagasana, una donna straordinaria. Il privilegio di quell’incontro si trasformò in un’amicizia che continua ancora oggi. Yolande è autrice di un memoriale di eccezionale valore Not my time to die, tradotto in italiano con il titolo indovinato di La morte non mi ha voluto.
In questa opera racconta della sua terrificante esperienza che fortunatamente sfociò in un esito positivo. Nel corso di una delle volte che ebbi occasione di vedere Yolande, notai che portava come ciondolo una stella di Davide. La cosa mi incuriosì e le chiesi se per caso fosse ebrea. La sua risposta fu uno dei primi stimoli che mi spinse a dare vita ad un progetto che desse voce alle memorie di tutte le genti e di tutti gli uomini che sono stati vittime di genocidi, stragi di massa, persecuzioni sistematiche. Yolande rispose che quel ciondolo gli ricordava che anche loro,
Leggi tutto: Dalla memoria ebraica alle memorie - di Moni Ovadia
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