Intervento. Se la scuola non crolla è solo per la serietà e la professionalità di centinaia di migliaia di docenti, dirigenti e lavoratori che la tengono in piedi; molti dei quali precari e, tutti, sottopagati.
«La scuola non mostra crepe» avrebbe dichiarato il Ministro dell’Istruzione Bianchi. È un’affermazione o provocatoria, o fuori dal mondo. E ancor più stridente con la realtà è stato il tono mellifluo – che avrebbe voluto essere rassicurante – nella conferenza stampa del governo. Evidentemente la loro fonte di informazione sono alcuni burocrati ministeriali o degli uffici scolastici; gli stessi che, in piena pandemia, hanno confermato, un po’ in tutta Italia, classi anche da trenta alunni. La scuola, oltre ad essere stata bombardata in questi decenni, è stata riaperta il 7 gennaio, dopo un “tana libera tutti” (per sostenere sua maestà il Pil), senza nessun tracciamento reale, senza nessun intervento di sicurezza (né sulle aule, né sui trasporti), con regole confuse e contraddittorie, con classi metà in presenza e metà in DaD, senza confermare l’ “organico Covid”; e senza fornire a tutti nemmeno le mascherine Ffp2. Piena di crepe, se la scuola non crolla è solo per la serietà e la professionalità di centinaia di migliaia di docenti, dirigenti e lavoratori che la tengono in piedi; molti dei quali precari e, tutti, sottopagati.
A due anni dall’inizio della pandemia, la scuola è ancora
Leggi tutto: Le crepe della scuola che il governo non vuole vedere - di Giuseppe Buondonno *
Commenta (0 Commenti)Delocalizzazioni. Domenica consiglio comunale straordinario. Tante iniziative di solidarietà ai cancelli dello stabilimento presidiato dalle operaie. La destra attacca il sindaco invece della multinazionale che vuole chiudere.
Le lavoratrici e i lavoratori dell’Ortofrutticola Mugello hanno iniziato il nuovo anno in presidio per difendere la “loro” fabbrica. E Walter Scarpi, marradese doc, rilancia le parole del sindaco campigiano Emiliano Fossi per la Gkn occupata: “Da qui non esce nemmeno un bullone”. Una presa di posizione condivisa dal sindaco Tommaso Triberti, con un delibera che vieta il passaggio dei camion su cui potrebbero essere caricati i macchinari. Perché c’è il rischio di perdere uno dei pochissimi siti produttivi dell’Alto Mugello, per giunta con lavorazioni a chilometro zero.
A Marradi, cittadina al confine fra la Toscana e la Romagna, in segno di solidarietà sono arrivate, fra i tanti, anche le tute blu del Collettivo di Fabbrica. Una mobilitazione generalizzata per non far chiudere il più importante stabilimento del comprensorio, sorto nel 1984 e dal 2020 di proprietà di Italcanditi, che ora ha annunciato di voler spostare a Pedrengo, nel bergamasco, la lavorazione del rinomato Marrone del Mugello Igp. Una delocalizzazione interna che
Leggi tutto: Ortofrutticola Mugello, Marradi insorge per la “sua” fabbrica
Commenta (0 Commenti)Greenwashing europeo. Silenzio del Pd, che sta zitto da mesi, come del resto D’Alema che adesso torna a casa perché quel partito che aveva abbandonato con clamore è tornato ad essere bravo
Protesta ambientalista © Hendrik Schmidt/Ap
Se si voleva dare un altro schiaffo alla politica, e dunque alla democrazia, non si sarebbe potuto fare di meglio: dopo aver lanciato allarmi (sacrosanti), raccolto pareri scientifici (accurati e maggioritari), dichiarato che era necessaria una drastica svolta nel nostro modo di produrre e consumare per far fronte alla minaccia incombente della distruzione della Terra e dell’umanità che vi abita (in prima fila negli appelli Von der Leyen), la Commissione europea rende pubblica, e dunque ufficiale, una proposta di definizione della tassonomia – che indica quali siano le fonti energetiche da considerare rinnovabili – in cui vengono incluse sia l’energia nucleare che il gas!
Guardiamo la Tv per cercare una reazione: burocratica informazione del corrispondente da Bruxelles per avvertire che la decisione dovrà comunque passare per l’approvazione del Parlamento e naturalmente dei governi europei.
Aspettiamo con ansia un parere, almeno un primo giudizio del nostro, almeno dei partiti che lo compongono: niente, tutti troppo occupati a trattare l’elezione del presidente della Repubblica.
Silenzio assordante anche del Pd, che su questi temi sta zitto ormai da mesi, come del resto D’Alema che adesso scopre che torna a casa perché
Commenta (0 Commenti)Offrendosi , lui, guida del governo in carica, come Capo dello Stato, Draghi contribuisce allo svilimento della corsa al quirinale condizionando le scelte dei partiti. Salutiamo il 2021 senza che nulla sembri indicare migliori prospettive. Né sul piano dei diritti sociali né su quello dei diritti civili. Solo le lotte operaie tengono aperto il conflitto.
Quirinale © Riccardo Antimiani /Ansa
In questi giorni, un anno fa, in piena pandemia, eravamo sull’orlo di una drammatica crisi di governo. Tra qualche settimana, sempre con il virus padrone delle nostre vite, l’occasione dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica potrebbe essere la miccia per innescarne un’altra, altrettanto irresponsabile. Proprio mentre il Paese vive una condizione di estrema difficoltà e quel che scombussola il Palazzo appare assai lontano dalle priorità degli italiani.
L’affanno della società si è aggravato: la smisurata, accresciuta dimensione del lavoro precario, l’abbandono dei giovani e delle donne alla disoccupazione (privati dunque dello stesso diritto di cittadinanza), l’esponenziale crescita della povertà. E nessuna inversione di tendenza come dimostra la Legge di Bilancio (segnata dalla scandalosa riforma
Leggi tutto: L’anno nuovo che vogliamo - di Norma Rangeri
Commenta (0 Commenti)I dati ufficiali del ministero dello Sviluppo economico parlano di 69 aziende per le quali si cerca una soluzione. Da Whirlpool alla ex Ilva, da Carrefour a Gkn, da Saga Coffee a Prysmian. Decine di migliaia le lavoratrici e i lavoratori che avranno poco da festeggiare e molto da perdere.
Natale 2021: un anno di pandemia e vertenze arriva alla fine, lasciando sui tavoli del Mise decine e decine di situazioni complesse e lungi dall’essere risolte. I dati ufficiali del ministero, secondo le ultime dichiarazioni del ministro Giorgetti, parlano di 69 aziende per le quali si cerca una soluzione. Si contano a migliaia i lavoratori e le lavoratrici che, anche quest’anno, avranno poco da festeggiare e molto da perdere. "Un quadro impressionante", lo definisce la Cgil.
Ce lo racconta la mobilitazione della Cgil e delle sue categorie, ce lo raccontano i presìdi nella neve delle operaie di Saga Coffee a Gaggio Montano, ultima tappa di una storia di grandi, medie e piccole imprese che chiudono o delocalizzano inseguendo il profitto.
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Leggi tutto: Altro che feste - Vertenze sotto l'albero: i pacchi di Natale