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Manifestazione nazionale La giornata di protesta è indetta da comitati locali di diverse regioni e sarà preceduta da vari incontri sulla crisi climatica

La piattaforma estrattiva di gas dell'Eni "Barbara F.", al largo di Ravenna foto Ansa La piattaforma estrattiva di gas dell'Eni "Barbara F.", al largo di Ravenna foto Ansa

«Per Eni, la città di Ravenna è quasi una capitale. Lottare a Ravenna significa chiamare in causa un «sistema» che è decisivo per la multinazionale fossile». Renato Di Nicola, portavoce nazionale della campagna Per il clima, fuori dal fossile, ha chiari i motivi per cui la manifestazione nazionale del 12 aprile contro le fonti fossili, «Usciamo dalla camera a gas» debba tenersi nella città romagnola. «Ravenna è una città sacrificata e non si capisce a cosa. Noi vogliamo contestare un sistema-Ravenna, per cui tutta la vita è occupata e scandita dalla multinazionale del petrolio: è Eni che sponsorizza e organizza manifestazione sportive, attività teatrali, di fatto determinata la vita della città» aggiunge Di Nicola.

RAVENNA, CITTÀ FRAGILE, CEMENTIFICATA come nessun altra in Italia dopo Roma e toccata in modo profondo dalle alluvioni che negli ultimi due anni hanno sconvolto la Romagna, è uno degli epicentri della nuova politica fossile, quella legata al Gnl, gas naturale liquefatto. Questo ne fa la quinta perfetta per ospitare una manifestazione a cui hanno aderito comitati dall’Abruzzo, dalle Marche, dalla Puglia, dal Veneto. «Partiremo alle 14 da piazzale Aldo Moro, nel quartiere Darsena, che è il più colpito dai danni legati al petrolchimico. Il corteo passerà per i quartieri centrali della città fino a piazza del Popolo, con l’attraversamento della ferrovia» sottolinea Pippo Tadolini, che è il coordinatore ravennate della campagna Per il clima, fuori dal fossile che fa parte della Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna (Reca-Er).

La manifestazione nazionale – tra i promotori anche Energie per l’Italia, Legambiente Emilia-Romagna e l’Assemblea regionale dei movimenti ambientalisti (e non solo) – sarà accompagnata da un ricco programma di incontri di approfondimento, un convegno diffuso con cinque appuntamenti a Ravenna e a Cervia che tra il 3 e il 14 aprile aiuteranno a capire come «Uscire dalla camera a gas», affrontando i temi dei tempi della transizione ecologica, dell’inganno legato a tecnologie come il carbon capture and storage, alle rinnovabili della discordia, ai costi della transizione, al rapporto tra l’estrattivismo e i conflitti armati. Il primo incontro della kermesse ambientalista sarà giovedì 3 aprile alle 20,30 in Sala Ragazzini, con la presenza di Vincenzo Balzani ed Elena Gerebizza, moderati da Barbara Domenichini della Casa delle Donne.

GLI APPUNTAMENTI SONO UNA RISPOSTA alla grande kermesse Omc, la principale manifestazione sull’energia del Mediterraneo, che si tiene in città dall’8 al 10 aprile. La presidente di Omc Med Energy 2025 è Francesca Zarri, anche Responsabile Attività Upstream Italia di Eni, che nel presentare la conferenza scrive: «L’ondata di nuova globalizzazione caratterizzata dalla rivoluzione digitale, insieme alla crescita demografica ed economica che raddoppierà il consumo di energia entro il 2040, stanno spingendo l’industria energetica ad affrontare con coraggio gli squilibri globali». Insomma, nessuno spazio per ripensamenti, come dimostra la nave rigassifricatrice BW Singapore, appena approdata a Ravenna per volere dei colossi industriali e con l’appoggio del potere istituzionale.

«DUE ANNI FA, POCHI GIORNI PRIMA della manifestazione del 6 maggio 2023, venimmo convocati in questura e ci notificarono una serie di motivazioni per spostare il corteo in un ambito più periferico: speriamo che non avvenga anche questo anno, ma cercheremo nel caso di fare più resistenza. Nei giorni della manifestazione la città di Ravenna sarà molto popolata, perché gli espositori dell’Omc spesso vengono con le famiglie e riempiono gli alberghi, in quei giorni è poi prevista anche la visita dei reali di Inghilterra, speriamo che il movimento mediatico amplifichi e non oscuri troppo il nostro lavoro» sottolinea Tadolini.

ALLE 17, IN PIAZZA DEL POPOLO, il furgone-palco del Coordinamento ravennate ospiterà gli interventi. Il filo rosso sta nei messaggi degli incontri in programma: «Non c’è più tempo. Adesso bisogna fare sul serio», «Quando la tecnologia ci inganna», «Non ci sono i soldi», «Ogni guerra nasconde un deposito di fossili», «La transizione ecologica è sempre bella e buona?».

IL MESSAGGIO CHE RAVENNA LANCERÀ è chiaro: rigassificatori, gasdotti, trivelle, Ccs, depositi Gnl devono diventare archeologia industriale. É tempo di frenare, perciò, la corsa alle fonti fossili. Perché «le conseguenze di una corsa sfrenata allo sfruttamento delle risorse della terra, per il profitto di pochi a discapito della maggior parte dei suoi abitanti» sono ormai evidenti ogni giorno. Si chiamano conflitti, migrazioni climatiche, crisi alimentari, eventi estremi, impoverimento, danni alla salute, sconvolgimenti sociali. E non possiamo più permettercele.

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