Buoni alimentari per cittadinanza: “Chi alimenta odio è parte del problema”
Dalla Regione la critica di Emilia-Romagna Coraggiosa alla scelta della giunta di Ferrara
“A Ferrara, la giunta leghista di Alan Fabbri ha deciso, attraverso la delibera per l’assegnazione dei buoni spesa erogati con risorse stanziate nei giorni scorsi dal governo, di alimentare una quanto mai insopportabile guerra tra poveri, classificando in base alla nazionalità i nuclei che hanno bisogno della solidarietà alimentare”.
La notizia della scelta in case alla cittadinanza operata dal Comune di Ferrara giunge in Regione, da dove Igor Taruffi e Federico Amico di Emilia-Romagna Coraggiosa parlano di “un atteggiamento in contrasto con i principi costituzionali e con i criteri di ripartizione delle risorse dello Stato per rendere meno odiose le disuguaglianze che inevitabilmente questo virus sta rendendo più visibili”.
L’ordinanza della Protezione civile che ha disposto questi fondi ai comuni indicava di destinarli ai nuclei più esposti alle conseguenze economiche dell’emergenza e quelli in stato di bisogno.
“Un fatto grave – per i due consiglieri -, che denota ancora una volta come questa destra, anche in una situazione in cui si dovrebbe curare più che mai la coesione sociale, sia invece sempre e solo impegnata a soffiare sul fuoco della discriminazione. Con il risultato, tra l’altro, di punire ad esempio lavoratrici e lavoratori domestici stranieri che da anni si occupano degli anziani. Molti di loro infatti, senza lavoro a causa di questa crisi sanitaria, sono dovuti rimanere in Italia pur non avendo potuto accedere agli ammortizzatori sociali. Dovranno restare anche senza cibo?”.
“E la scelta della giunta di Ferrara – aggiungono Taruffi e Amico – esclude pure tutte le lavoratrici e i lavoratori stranieri con regolare permesso di soggiorno (tranne quelli di lungo periodo), famiglie con bambini che sono in difficoltà e senza reddito a causa della crisi sanitaria. Da questa crisi si esce con la solidarietà e l’inclusione sociale. Chi continua ad alimentare odio e discriminazione è parte del problema”.