ISRAELE/EUROPA. Il clima da caccia alle streghe in Germania continua a peggiorare. Nel mirino anche uno dei più noti studiosi israeliani esperto di Olocausto, sotto accusa per le sue critiche a Israele
Il livello di paranoia in Germania è surreale: qualsiasi critica nei confronti di Israele costituisce antisemitismo, la lotta contro l’antisemitismo è stata snaturata in sostegno acritico a Israele e alle politiche del suo governo.
DOPO YUVAL ABRAHAM alla Berlinale, ora tocca a Moshe Zuckermann, sociologo e professore emerito di storia e filosofia dell’università di Tel Aviv, firmatario della Dichiarazione di Gerusalemme sull’antisemitismo nata in risposta alla definizione adottata nel 2016 dall’Ihra che include undici «esempi» di antisemitismo, sette dei quali incentrati sullo Stato di Israele, generando – secondo i firmatari della dichiarazione – confusione e controversie e indebolendo perciò la stessa lotta contro l’antisemitismo.
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Zuckermann era stato invitato dal Consiglio per la Pace di Heilbronn a un’iniziativa sulla situazione in Israele e Palestina organizzata con la locale Università Popolare (Vhs), presso la sede di quest’ultima. La Deutsch-Israelische Gesellschaft (Dig) ha condannato l’iniziativa affermando che l’oratore sarebbe un sostenitore del movimento Bds (Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni) e che quindi l’evento avrebbe violato la risoluzione del Bundestag del 2019 in cui si dispone che iniziative che invitano al boicottaggio di Israele o sostengono al Bds non possono ricevere sostegno finanziario di enti pubblici.
La critica della Dig ha portato a spostare l’evento in una sede più dimessa. Poi, la Vhs come «misura precauzionale» ha ritirato la compartecipazione e ritenuto addirittura necessario rivolgersi al ministero degli interni con la seguente richiesta di informazioni: «Voi o il vostro ufficio avete informazioni affidabili sul fatto che Z. sia un membro del movimento Bds o sostenga attivamente gli obiettivi perseguiti dal movimento Bds? Siete a conoscenza di dichiarazioni di Z. che abbiano dimostrato di essere uscite dall’area protetta della libertà di espressione e si siano trasformate in violazioni di interessi legali?».
A rispondere è il consigliere personale del Commissario del governo federale per la vita ebraica in Germania e la Lotta all’antisemitismo: «Zuckermann è effettivamente molto controverso a causa delle sue posizioni su Israele. (…) È stato invitato a parlare a un evento organizzato dal Bds nel 2022. Inoltre, sostiene che in Israele vige l’apartheid. Si tratta di una posizione che dovrebbe essere considerata antisemita secondo la definizione di antisemitismo approvata dal governo tedesco e definita dall’Ihra. Non c’è alcun divieto di invitare persone così controverse. Allo stesso tempo, però, lo scambio democratico implica anche che un tale invito debba essere accolto da critiche altrettanto intense».
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IN UNA PRESA di posizione pubblica in risposta all’accaduto, Zuckermann rileva: «Ora posso vantarmi di essere stato ufficialmente dichiarato antisemita dal governo tedesco». Ma, afferma, «sono le mie posizioni su Israele, non sugli ebrei o sull’ebraismo, a rendermi controverso tra gli amici di Israele. Sono un cittadino israeliano e, come ogni cittadino responsabile, ho non solo il diritto ma anche il dovere civico di prendere posizione contro lo Stato in cui vivo. Questo include, se necessario, posizioni critiche che potrebbero non essere accettabili per la Dig o per il commissario per l’antisemitismo. Il fatto che il governo tedesco si sia impegnato a rispettare la definizione dell’Ihra è un suo diritto. In nessun caso dovrebbe però usare questa precaria definizione come strumento per la lotta all’antisemitismo. Non solo non combatte l’antisemitismo reale nella società, ma produce anche l’oltraggiosa assurdità formulata contro di me».
Zuckermann conclude auspicando che la «critica intensa» si informi finalmente su quanto sta accadendo in Israele soprattutto nell’ultimo anno e prenda posizione sulla barbarie dell’occupazione che Israele pratica da oltre mezzo secolo in violazione del diritto internazionale. «Perché se questo è tutto ciò che la tanto decantata ‘elaborazione del passato’ tedesca ha raggiunto, allora è davvero in uno stato pietoso».
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Per consultare il testo originale completo dell’intervento di Moshe Zuckermann:
https://overton-magazin.de/top-story/in-nicht-nur-eigener-sache/